||Capitolo 25.

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"Mi dicevi non cambi, in fondo siamo distanti..in fondo al mondo chi cambia la dà vinta a questi bastardi, ma io no...io vado avanti...ma mi basta una canzone per pensarti.." Low Low.

BENNY POV'S.

Sento la porta dell'entrata sbattere. Sicuramente è uscita. Poggio una mano sul suo lato del letto, sento ancora il tiepido calore. È già, si è appena svegliata.

Mi giro dall'altra parte e prendo il mio telefono.
Le 9:10.
È presto, stranamente non mi alzo mai a quest'ora. Quasi mai. Lavorando di notte, mi sveglio piu o meno verso le 11/11:30.

Scendo dal letto e mi stropiccio gli occhi, faccio qualche passo e mi ritrovo davanti allo specchio. Mi tolgo i vestiti per mettermi quelli per casa. Ancora una volta rimango a fissare il mio riflesso in quello specchio.

Guarda quanti cazzo di tatuaggi. Dio come li odio. Sono tanti, troppi. La maggior parte mi ricoprono le braccia, alcuni sulle cosce. Sono bellissimi e va bene, ma in molte situazioni non sono proprio il top. Come il giorno della cena in famiglia. Che per lei era una cena normale in famiglia,per me la condanna a dovermi subire le chiacchiere sul fatto di essere lesbiche. Ma di cose positive ci furono, le facce di alcuni parenti erano impagabili.

Avevo un vestito corto e smanicato, verde smeraldo. Le mie braccia erano alla bella vista di tutti e anche i miei tatuaggi. Mi sentivo proprio a disagio.
-...e voglio presentarvi Benedetta, che io chiamo semplicemente, Benny. La mia ragazza.-
-Salve.-
Una donna sulla sessantina si portò una mano alla bocca e fece un grande respiro.
-Nonna Aide, respira. È una cosa normalissima.-
-Normalissima?? Dov'è tua madre?? Dov'è? Devo farci proprio un discorsetto.-
Jess si portò una mano sulla faccia e scoppiò a ridere, mentre io ero terrorizzata dalla sua reazione.
- e lui è mio zio James. Zio, ti presento Benny, la mia ragazza.-

Al cosiddetto zio James andò per traverso il vino bianco che stava bevendo. Divenne di mille colori e per poco non sveniva.
-Zio?? Tutto bene??-
-si,si, solo che...uhh..Jess. Mi hai proprio sorpreso.-
-ehm, si lo so. Comunque..buona serata.-
-si,si, ciao ragazze.-
-salve.- dissi sorridendo( con un sorriso tirato, per la cronaca.)

Scrollai la testa, come per scacciare i ricordi, e andai in bagno, presi i vestiti puliti e li indossai. Mi guardai allo specchio e, non so perché, mi senti in un attimo vecchia. Come se il tempo fosse volato, e non avevo più  vent'anni, ma cinquanta. Ero diventata ancora più scarna di quello che ero, ed è una cosa orrenda.

Le braccia sono lunghe e magre, i fianchi sono stretti e ossuti. Per non parlare delle scapole, si vedono troppo. Non è che non magio, ma con le cose da fare mi scordo di mangiare. Jess mi dice spesso se mangio, io rispondo di si...ma più delle volte mi scordo. Non credo che sia una cosa sbagliata essere magri, è sbagliato essere COSÌ magri.

Infilo le pantofole che trovo per il corridoio e una volta in cucina armeggio con le pentole. C'è la tazzina del caffè che mi ha lasciato Jess, assaggio e quasi mi va di traverso. È amarissimo! Metto due cucchiaini di zucchero e lo assaggio di nuovo. Ecco, cosi va meglio.

Busso alla porta dell'ammalata e sorrido quando la vedo già sveglia.
-Ben svegliata ammalata.-
-ciao Benny.- dice con tono tenero, e vorrei sbaciucchiarmela tutta.

-come sta la mia piccola Lily?-
-oggi mi fa male di meno la gola.-
Posai il vassoio sul comodino e mi sedetti sul letto.
- oggi e domani sono gli ultimi giorni che rimani a casa, poi Lunedì devi tornare a scuola.-
Annuì convinta e sorrise debolmente.
-Ti ho portato un bel thè caldo e un buon cornetto della Sesta, quello che ti piace tanto,alla crema.-
-uh grazie lella.-
Prese il cornetto con tutte e due le mani e diede un bel morso, sporcandosi tutta di zucchero a velo.

-Benny, secondo te le donne in nero torneranno?- disse a bocca piena.
Rimasi basita da quella domanda, perché le "donne in nero" erano venute due anni fa e Lily aveva solo 4 anni. Come faceva a ricordarle?

Aprì la bocca per rispondere. Ma mi accorsi che neanche io sapevo la risposta. Sarebbero tornati i Servizi Sociali? Non ne avevo idea.
Che anno anche quello. Quante preghiere fatte ad un Dio che non sapevamo neanche se ci ascoltasse. Quante lacrime versate la notte per la paura che mi togliessero Lily.

Loro dicevano che non ero "idonea" per tenermi mia sorella. Mentre,invece,la realtà era ben diversa. Il mio orientamento sessuale li disturbava, pensavano che facevo crescere Lily in un ambiente osceno e chissà quale altro pensiero. Mentre io volevo solo avere in casa mia, il mio unico pezzo della mia famiglia. Il mio unico vero e piccolo amore.

La vedevo crescere ogni giorno di più e sembrava sempre più mia madre. I suoi occhi,la dolcezza in quelle goti rosee. Nei suoi gesti vedevo quelli di mia madre. Ormai ogni singola cosa sembrava ricordarmela. Anche quel suo dormire a pancia in giù con la bocca socchiusa, anche mia madre dormiva così. Di notte,quando non riuscivo a dormire, gli entravo in camera. La vedevo dormire beatamente, sembrava un angelo. È cosi che la pensavo, ed è cosi che voglio ricordarla. Non con le macchine che gli regolavano il battito, non con i cerotti, non con le bandana per nascondere la sua testa ormai calva e soprattutto non la voglio ricordare sofferente. Con quei occhi che continuavano a guardarmi, mentre combattevano per rimanere aperti. Ma niente..dovette abbandonarsi a Morfeo...per sempre.
Ma la ricorderò sempre come la donna con i capelli rossi, lucenti. La pelle troppo abbronzata per una di Seattle, sembrava di più una Californiana. Gli occhi grandi che esprimevano sicurezza. Quando sorseggiava thè freddo sulla veranda, seduta sulla sedia a dondolo bianca, che guardava me e le mie cuginette giocare. Abitavamo in una piccola città del Colorado,un bel viaggio dal Colorado a Seattle. Ma alla fine sono venuta a sbattere qui, mentre lui mi cercava. Ma non mi ha mai trovata.
Piangere sulla sua tomba? Non ci sono mai riuscita,non dopo tutte le sofferenze,non dopo tutti i pianti.

-Benny,cos'hai?-
Mi alzo dal letto e mi volto dall'altra parte.
-N_niente...tranquilla.-
Usci dalla stanza con un groppo in gola, mi sedetti sullo sgabello della cucina e crollai in un pianto. Troppi ricordi, troppi pensieri. Troppo di tutto.

Ero solo una bambina, ero sola. Un'innocente bambina, a cui venne tolta la sua innocenza. Scoprii un mondo che a quell'età dovrebbe essere sconosciuto. Scappai.
Quella notte buia, con la mano di Lily nella mia e una borsa nell'altra. Una corsa contro il tempo, per non essere trovate, per non tornare in quell'inferno.

Una mano calda e piccola si appoggiò sulla mia spalla.

-Benny?...lella? Non piangere...andrà tutto bene. Le donne in nero non torneranno,ne sono più che sicura.-
La presi in braccio e l'abbracciai. Oh piccola mia. Sono cosi felice di averti portato via appena in tempo da quell'inferno. Sono cosi felice di essere scappata, cosi che lui non ti potesse toccare. E ora siamo qui. Io,te e Jess. La mia Jess. La nuova mamma di Lily. Nessuno potrà prendere il posto della mia mamma..ma Jess, ha quasi il potere di far sentire le persone a casa. Lily gli vuole bene, come se fosse la mamma. E ne sono contenta.

-No, Lily. Le donne in nero non torneranno. Tu sarai sempre qui insieme con me.-

Oramai il peggio è passato, ora abbiamo una vita tranquilla, lontani da tutti. Seattle è grande, c'è sempre un posto dove ricominciare, dove ricominciare a vivere davvero.

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