||Capitolo 6

4.8K 213 9
                                    

La giornata continuò senza intoppi. Cercavo di evitare Benny in tutti i modi possibili immaginabili. Non volevo parlargli,perche quando ero con lei diventavo idiota. Non riuscivo a capire perchè lei mi faceva quell'effetto, con quei suoi occhi mi faceva diventare stupida,ingenua e imbranata.

Uscii dalla classe e mi avviai verso la porta dell'Accademia. Appena varco la soglia sento una mano prendermi il polso.

-Allora usciamo?-

I capelli rossi incorniciano quel suo bel visino da schiaffi. I suoi occhi mi scrutano anche l'anima.

-No. Non mi và.-

-ma come Jess? Avevi detto che potevamo uscire, solo come amiche.- Gli altri studenti ci passano accanto e guardando me e Benedetta, sghignazzano.  Roteo gli occhi al cielo e strattono la mano dalla sua presa. 

-e comunque devo andare con Sam.-

-e chi è adesso Sam??- il suo tono è irritato. 

-Sai benissimo chi è.- 

Mi volto e mi diriggo verso il giardino dove di solito Sam sta con i suoi amici, Benedetta al mio seguito. 

-Dai Jess,lascialo perde.-

mi volto di scatto e la fulmino con lo sguardo.

-La devi smettere. Tu non sei nessuno per dirmi quello che devo fare. E smettila di comportarmi come se fossi la mia ragazza, perche notizia flash dell'ultimo minuto, NO NON LO SEI! Sam è il mio ragazzo e il più di una volta di ho detto di allontanarti da me, non voglio essere cattiva, ma tu mi porti a questo, perfavore, lasciami stare.-

Ed eccola li. Mi guarda con un sopracciglio alzato, incazzata,con le labbra socchiuse e gli occhi che, se potevano, mi avrebbero ucciso.

-Cosa hai detto scusa?-

Dice con una voce gelida.

-Hai capito benissimo,stai fuori dalla mia vita.-

Scandisco bene ogni singola parola. La vedo irriggidirsi nel suo corpicino, sembra quasi che nessuna l'abbia mai respinta e ora non sa come comportarsi. Arrabbiata?delusa?triste? Che mi importava,tanto ora sarebbe stata fuori dai piedi. Sò che è da egoista, ma io avevo la mia vita, lei aveva la sua, non volevo che mischiasse nulla di suo con me.

Eravamo li, in piedi nel giardino dell'accademia. Mi sentivo così fuori posto,ma nessuna delle due lo era, solo che dovevamo starci lontane. Lei aveva Camilla,io avevo Sam.

Cosa c'era di sbagliato in questo ragionamento? Niente e lei doveva solo accettarlo.

-Jess, ho solo cercato -

- di convincermi a essere come te.- finisco per lei, con le labbra strette in un sorriso di cortesia.

-no. Lo sai benissimo che non servo di certo io a fartelo capire. Non servo io a dirti quello che hai sentito nel bar. Quando mi sei caduta addosso, neanche io te lo so spiegare, perche' per me è stata una senzazione nuova. Tu non sei come Camilla, tu hai qualcosa di particolare. So che sei etero,ma qualcosa mi spinge a te. Se eri una come tante, non mi sarei mai fatta avanti. Non avrei mai sprecato il mio tempo con te. E ora sono qui a dirti tutte queste cose. Cazzo Jess, non capisci che sei diversa da tutte le altre?-

ho la bocca socchiusa. Mi sto mordendo l'interno della guancia.

Ha ragione,sono diversa e l'ho sempre provato in tutti i cambiamenti che ho apportato al mio corpo e al mio stile di vita. Non mi piace essere uguale,non mi piace seguire la massa. Ho sempre odiato fare questo,ma non posso cambiare il mio orientamento sessuale solo per essere diversa. E poi a me piace un ragazzo,non una ragazza. Questo lei lo deve capire.

-Basta Benny. Io non devo spartire niente con te.-

-io si.-

È un attimo,una frazione di secondo. Mi prende dai bordi della giacca a vento e mi strattona a se. Sento le sue labbra morbide sulle mie. Mi sta baciando! L'anima mi prende fuoco e le mani sono di ghiaccio. Ma poi come per istinto,ricambio il bacio. Siamo io e lei,in quel giardino. Mi sta baciando,ci stiamo baciando, LA STO BACIANDO!

Sento una senzazione nuova. Le sue labbra sono morbide,calde, come immaginavo nel bar. I suoi occhi sono chiusi, concentrata nel baciarmi. E io mi gusto quel bacio. Morbido,perfetto, forse troppo. Lascio andare tutti i pensieri e mi gusto quelle nuove labbra, quella nuova senzazione. La mano scivola nei suoi capelli lunghi. Ma poi la realta' mi sbatte in faccia come un treno.

-Oddio no! No, Benny!- dico nella sua bocca.

Con una mano la scanso e lei fa un passo indietro, e rimane cosi, immobile. Glaciale. Come me del resto.

Ma una cosa mi fa sbiancare e il cuore perde un battito.

Merda.

Dietro di lei c'è una ragazza,pallida quasi quanto me. I capelli cenere slegati sulle spalle e gli occhi lucidi.

Camilla.

-Benny, penso che ora ti devi preoccupare di qualcun'altro. -

Con il mento indico Camilla. Appena Benny si volta ha la mia stessa reazione. La vedo boccheggiare, non ha più parole. E ora Benny?  Brava Benny, fai soffrire che ti ama seriamente facendo la stupida con altre.

Camilla si volta e se ne và correndo,sbattendo contro alcuni studenti. Benny si volta verso di me, con gli occhi pieni di, non lo so, rabbia?delusione? Una tempesta di emozioni. Non mi guardare cosi, sei tu che mi hai baciata.

Tu hai ricambiato però.

Zitta,zitta,zitta.

-che ci fai ancora qui?-

Gli dico piano. Lei mi fissa ancora un attimo,poi si volta e corre verso la direzione di Camilla. Rimango cosi, ferma nel giardino della scuola, la gente intorno a me ha visto tutta la scena e borbottando l'un l'altro. Sbuffo e me ne vado. Metto le cuffie e ascolto un pó di muisca, rimuginando su tutta la situazione e maledicendomi. 

Quando arrivo a casa c'è mamma indaffarata a lavare i piatti.
Ciao mamma. Mimo con le mani, facendo dei gesti.

Mamma si asciuga le mani e mi fa un gesto di saluto. Poi mi fa il segno della scuola.

Sorrido.
Bene, a te come è andata la giornata?

Mamma fa un mezzo sorriso.
Benino, molto stanca, dov'è Samuel?

faccio spallucce.
Non lo so.

Mamma mi guarda con un espressione corrucciata,quasi preoccupata.
Mamma tranquilla,non è successo niente.

Faccio un gesto di troppo e mamma capisce che sono nervosa. Storce la bocca e muove le mani aperte in circolo, significa che è preoccupata.

Alzo gli occhi al cielo e sventolo una mano davanti a me.
Stai tranquilla.

Mi cambio la felpa e metto una nera con dei draghi bianchi stampati sopra. Mia madre segue ogni mio movimento, non dice niente. So che è preoccupata per Sam, gli vuole bene e pensa che lui sarà l'uomo della mia vita. Mia madre è molto sensibile, sente le cose il triplo degli altri. Gli manca un solo senzo, ma usa gli altri quattro in modo soprannaturale. Lei al tatto sente le cose, fa quasi paura.

Sà sempre ogni mia preoccupazione,lo sente a pelle.

Mi volto verso di lei e gli prendo le mani fra le mie. Annuisco con la testa e gli sorrido. Lei mi accarezza una guancia e mi sorride, con le mani gesticola dei cerchi e mi indica. 
Ti osservo sempre.

Rido silenziosamente. Mi allontano alla porta e metto le scarpe.

Mentre esco mi viene spontaneo dire:

-mamma io esco.-

Purtroppo le abitudine sono dure a morire. 

Siamo chi siamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora