"Passano i giorni, le ore ma io sono ancora qui ad amarti. Mentre tu sorridi e non ti accorgi di chi è felice di vivere per il solo fatto che esistono persone speciali come te...""Cara Benny...ti pensavo, bhe..a dire la verità ti penso quasi tutti i giorni, tutte le ore. Ogni cosa mi ricorda te. Ogni giorno mi viene sempre più difficile viverlo, non so come spiegartelo, anche perché non so se tu provi la stessa cosa. Penso a tutte le cazzate che ci siamo dette, perché forse erano solo cazzate..solo illusioni. Davvero mi amavi? O era solo una mia illusione? Davvero quando dicevi che ero l'unica,lo ero veramente? Vorrei tanto dirti quello che provo senza scoppiare a piangere o sclerare con una crisi isterica. Vorrei parlati, non ti ho vista più..sei completamente sparita..che fine hai fatto?"
Una lacrima leggera mi cade sullo schermo del telefono..cavolo no,sto piangendo di nuovo, mi ero promessa di non farlo. Ma pensare a lei mi fa quest'effetto, pensare a quegli occhioni grandi che mi guardavano con dolcezza. Mi uccide ogni volta, sento lo stomaco contorcersi al solo pensiero.
una mano si poggia sulla mia spalla.
-Oh, ciao Ray.-
-Ciao Jess..-
-stavo..scrivendo un messaggio.-
-a lei?-
rimango in silenzio guardando oltre la porta finestra dell'ospedale che affacciava su di un balconcino di marmo bianco. Il sole è alto nel cielo, sono solo le 11.30 di mattina. Sono seduta su una sedia a rotelle che gentilmente mi ha dato l'infermiera. Mi sono messa proprio davanti alla finestra per vedere lo spettacolo di Seattle alle 11 di mattina in piena estate.
- si..a lei..-
-ti manca vero?-
socchiudo gli occhi per un attimo, immaginando il suo volto sorridente. È difficile ammetterlo a me stessa, ma si mi manca.
-come l'aria.-
-immaginavo..-
e rimaniamo cosi, senza aggiungere altro. Mi circonda le spalle con un braccio e mi bacia la testa.
-Sono sicuro che anche a lei manchi.-
-se gli mancavo davvero,era qui in questo momento.-
Mio fratello si allontana lentamente,come se non volesse andarsene realmente da questa stanza. Questa dannata stanza, questa dove sono stata anche troppo tempo. Molti fiori sono appassiti, alcuni li ho fatti buttare altri no. Altri sono importanti, i suoi fiori sono importanti.
-Ah Jess, è arrivato questo per te a casa.-
mio fratello ricompare sulla soglia della stanza con una busta in mano.
-Penso sia da parte sua..-
-l'hai aperta?-
-no Jess, ma ti pare? Sono cose tue..tieni.-
Dice porgendomi la busta. La apro, timorosa di quale sorpresa potrei trovarci, esce una foto e un biglietto. La foto è stata scattata mesi fa, avevo ancora i capelli ben fatti e portavo una felpa rossa, dormivo in un letto che non è il mio. Le labbra socchiuse e le guance rosee,i capelli legati in una crocchia scompigliata dal sonno. Ero rannicchiata nel letto con le coperte fino al mento.
-Ma che...-
leggo il biglietto velocemente.
"per dimostrarti che mentre dormivi nel mio letto, io non dormivo..ti ho ammirato in mille modi diversi, e ti ho amato in ognuno di loro.B."
-Tutto bene?-
Ray si avvicina cautamente e mi accarezza una guancia.
-Si,si,tutto bene....-
-e allora perché stai piangendo?-POV'S BENNY.
//oh we can be heroes,just for one day//
David Bowie.
Do una sprimacciata al cuscino,mentre le note di Heroes di Bowie riempono l'aria.
Sistemo per bene i giochi di Lily e faccio un passo indietro per vedere come ho sistemato.
Mh, niente male.
Prendo la pezza del bagno e do una spolverata su il comò delle foto. Pulisco bene quella di Lily a 8 mesi, quella di Lily a un anno e poi quella di me e Jess. La prendo in mano e senza quasi volerlo mi ritrovo ad accarezzare la foto. Come se lei potesse sentire la mia mano. Era prima del coma, faceva ancora freddo. Aveva indosso la felpa del fratello. Ero in braccio a lei, era bellissima con quella felpa tre volte più grande di lei. Ricordo ancora quando la scattammo.-Dai Jess facciamoci una foto!- dico con un sorriso a 360°gradi.
-nooooo... Benny...non mi va, vengo malissimo. E poi non sono ancora truccata. - alzo gli occhi al cielo. Velocemente gli rubo un bacio.
-Per me sei bellissima anche cosi.- mi giro e vedo alcuni curiosi guardarci. Siamo al Parco della Vittoria nella Eight Street, precisamente nella 12° strada.
-Dai,vieni qua.-
-no,dai...-
Scatto velocemente, ma lei fa prima di me e si copre il viso con le mani.
-E daiii Jess. Cattiva che sei.-
Mi guarda facendo gli occhioni e mi da un bacio su di una guancia. Poi si rimette a guardare il suo telefono. La guardo quasi rimanendo imbambolata. Un vento ancora invernale ci sfiora,piccoli puntini compaiono sulle sue braccia, ha la pelle d'oca.
-Ei Jess..-
-che c'è?-
-sorridi!-
mentre si gira gli scatto una foto. La riguardo nel telefono, è uscita con gli occhi chiusi e sfocata..ma la tengo lo stesso.
-E daiii!! Sei proprio tremenda, Lily è anche più matura di te.-
-oh allora ho bisogno di coccole.-
Gli salto sopra e mi metto bella seduta sulle sue gambe, alzo il telefono con la fotocamera interna.
-Sorridi al telefono!-
E scattai.Scuoto la testa e rimetto la foto al suo posto. Continuo a spolverare alla meno peggio.
Dio come mi manca..e non posso continuare a pensarla. Devo togliermela dalla testa,io non la merito e lei non merita la mia cattiveria. Il senso di colpa mi opprime e ogni volta che penso a lei una fitta allo stomaco mi fa quasi piegare in due. Sono stanca, mi sento come se mancasse qualcosa nella mia vita. Lo so chi, ma lei non tornerà..è inutile anche provarci. E anche se fosse,non voglio che lei stia con una come me. Lo tradita mentre lei era sofferente, da sola su un freddo letto d'ospedale.
Oh..Jess, scusa. Scusa davvero.POV'S JESS.
15 agosto.
Sono passate diverse settimane. Non lo vista ne sentita. Non so se essere triste o felice. Qualche mio amico mi ha detto di averla vista al parco con una ragazza. Non so se essere felice per lei o farmi venire la gelosia fino alla punta dei capelli. Io
non lo mai vista, sembra che si sia nascosta.
Sono tornata a casa qualche giorno fa, sono un po' uscita, ho incontrato qualche amico,tutti a chiedermi come stavo.
Bene, se per bene intendi che mi sono persa quattro mesi in cui potevo fare tante di quelle cose che al solo pensiero mi sento male. Bene, se intendi che mi manca Benny ogni giorno che passa ma a quanto pare a lei non frega un cazzo. Bene un cazzo, sto una merda! Mi sento come se nel coma ci fossi rimasta o quanto meno il mio cuore sia rimasto in quel cazzo di letto d'ospedale.
Sospiro leggermente e mi rigiro di fianco nel letto, mi tiro su quel leggero lenzuolo rosa pallido. Guardo l'orologio che lampeggia sul mio comodino. Le 09:47, sono quasi le 10,ma non mi va di alzarmi. Non mi va di fare niente per la verità, che mi succede? La voglia di uscire, andare in spiaggia,fare surf..è svanita. Come se tutto quello che facessi fosse una cosa futile..inutile, senza un motivo per farlo.
-Toc,toc- qualcuno fa il verso del bussare alla porta.
-sei sveglia?-
-'Giorno Ray...si sono sveglia.-
mi rimetto supina e fisso il soffitto. Il letto si piega di lato sotto il peso di mio fratello. I suoi pantaloncini corti hanno un disegno di uno squalo bianco che azzanna una scritta "Billabong." La canottiera leggera e semitrasparente gli mette in risalto il petto bello gonfio,gli intravedo il tatuaggio sulle costole. Vedo la J che si è tatuato accanto ad un fiore, l'ha fatto mentre ero in coma. Ha detto che gli sembrava come un portafortuna.
-Che c'e Ray?-
-ti va di scendere in spiaggia oggi?-
-mmh..-
mugugnai portandomi il lenzuolo sopra la testa.
-Ehi,ehi! Signorina bella! Lo ha detto anche la dottoressa, l'acqua salata e il vento marino, fa bene alle tue cicatrici e ossa. Quindi alza il culo e andiamo.-
-sempre gentile...-
farfugliai da sotto il lenzuolo.
-Jess, sono giorni che non ti muovi da casa. Cos'hai?che ti manca? Mi sforzo per non farti mancare niente e mi sforzo di essere il bravo fratello maggiore.-
-Non so come spiegartelo...ma mi sento come se avessi un buco nel petto. Un buco che neanche l'amore della mia famiglia riesce a colmare...perché mi manca l'amore della mia ragazza.-
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Siamo chi siamo.
RomanceSiamo chi siamo, purtroppo non sempre riusciamo ad accettarlo. Perché ci vediamo in un modo,mentre la vita ce ne riserva un'altro. La normalità della nostra vita può essere stravolta da degli avvenimenti o da alcune persone. Cosa può accadere ad una...