||Capitolo 22.

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\\ Cause I remember every sunset. I remember every word you said. We were never gonna say goodbye. Back some paradise.// Simple Plan. Summer paradise.

- Andiamo dai, mica vorrai rimanere a casa da sola? Oggi c'è la festa, non puoi di certo mancare ad un evento cosi importante.-
-Giuly ho detto di no. Non continuare ad assillarmi. Ogni anno sempre la stessa storia,gente che si ubriaca e per riportarla a casa ci serve l'ambulanza. Davvero vuoi andare in quella marmaglia?-
Mi girai sul letto con la cornetta del Cordless attaccata all'orecchio. La voce di Giuly, assordante come al solito, mi arriva dritta nel cervello.
-Se ci vado con Andreas non mi preoccupo. Io con lui sto benissimo.-
-ma chi Andreas? Quello del corso di scienze e biologia?- dissi con un tono sarcastico. Se era veramente quello, sarei scoppiata dalle risate.
-Si è lui. E allora?-
-Hahahahaha ma dai Giuly, è un cretino di prima categoria. Ma non le sai tutte le storie che girano e rigirano sul suo conto?-
-bhe io almeno ce l'ho un accompagnatore, tu neanche quella.-
-ma tanto ho detto che non ci vengo.- mi alzai dal letto e camminai nella stanza, mi ritrovai a sfogliare qualche libro, mai finito di leggere. Guardare qualche vecchia foto, leggere qualche frase su dei quaderni vecchi. Frasi di canzoni imparate a memoria, canzoni cantate con lei. Testi di Eminem imparati a memoria e poi fare a gara chi li diceva piu veloce senza sbagliare, vinceva tutte le volte lei. Anche perché lei un pochino imbrogliava. Ma non ci facevo mai caso.
Sfogliai senza volere delle pagine,mentre Giuly ancora parlava sul fatto della festa.
"Jess t.v.b" mi fermai. Guardai quella scritta. La penna blu,li all'angolo della pagina. Un piccolo cuore accanto.
Ricordai anche quando me l'aveva fatta, era Gennaio, stavamo a scuola, aveva il vizio di prendermi i quaderni e copiare appunti o compiti.

- E dai Benny! non puoi copiare dalla lavagna come fanno tutti?-
-no perché non ci vedo bene come tutti.-
-che bugiarda. Ci vedi meglio di tutti in questa classe.-
mi fece un sorrisetto di complicità, come per dire " lo so." Alzai gli occhi al cielo e mi rimisi a scrivere i compiti per il giorno dopo. Che avrei fatto copiare anche a lei, ovviamente.
-Fatto. Grazie Jess, cosa farei senza di te.-
-te ne andresti da un'altra.-
- non è proprio vero, io ti rimarrei sempre accanto.-
Mi porse il quaderno e tornai alla pagina dei compiti per ricontrollarli per bene. Poi la vidi, una piccola scritta all'angolo della pagina. Un piccolo gesto fatto da una mano amica, affettuosa. Jess T.v.b. Era cosi dolce. L'avevo guardata e baciata al volo. Un bacio morbido,veloce ma bello. Perché questo eravamo, belle, fresche d'amore. Un amore agoniato che avevo tanto sognato. Un amore pazzo, bello, divertente, forse un po' gelosino. Ma quel po'di gelosia che serve a farti capire quanto una persona ci tiene a te.

Che strano il destino, a volte si diverte a giocare con le nostre affermazioni o i nostri desideri. E pensare che in quattro mesi lei mi ha rimpiazzata del tutto. Non una chiamata,non un messaggio, non una lacrima versata per me. O si? Mi amava? Una frase recita:
"se ti ama torna.
No. Se mi amava non se ne sarebbe mai andata."
Questo era tutto. Lei non mi amava abbastanza. Era questo che ormai mi aveva fatto capire con la sua assenza.
-Oi Jess,ci sei?-
la voce di Giuly mi distrae dai miei pensieri.
-Sisi, sono qui.-
-allora ci vieni?-
-Oh ma sei pesante è Giuly.-
passai davanti allo specchio. Apparve la mia immagine con il telefono in mano e l'aria scocciata. A volte Giuly era proprio stressante.
-Dai Jess, non puoi piantarmi in asso proprio adesso.-
-senti Giuly, fai come ti pare. Vai alla festa,divertiti,ubriacati, diventa la pazza del gruppo, ma non scocciarmi. Ho detto che non vengo.-
-quanto sei acida. Vabbe sai che ti dico, Jess? Mi hai convinto. Non ci vado neanche io alla festa.-
-Brava! dai ci sentiamo dopo, vado ad aiutare mio fratello con alcune cose.-
Rimisi il telefono al suo posto e mi fiondai in camera di Ray.
-Oi hai bisogno di una mano per le decorazioni?-
-si guarda, mi prendi quello scatolone li?-
Guardai dove aveva indicato e presi quello che mi aveva chiesto. Lo apri e vi trovai un sacco di fiori di plastica e foglie di tutti i colori.
-Belli questi, li metti nel bar sulla spiaggia?-
Ray chiuse un altro scatolone e lo mise sopra quello che gli avevo portato.
-Ebbene si. Le metto dove faranno i drink e anche sulle lampade. Poi avevo pensato di metterle che pendono dal soffitto.Tipo eliane di fiori e foglie. Carina come idea no?-
Annui e guardai gli altri scatoloni. Li prese due alla volta e li mise in macchina. Mamma fece una serie di dolci insieme a me, che poi portò con Ray alla spiaggia di South Beach. Io rimasi a casa, a gambe incrociate sul divano, a guardare la TV, e a sorseggiare un thè freddo. Poco dopo squillò il telefono,corsi a prenderlo.
-Pronto?-
-oi Jess, ho cambiato idea, ci vado alla festa.-
Scossi la testa.
-Bene,divertiti.-
-E dai, se mi dici cosi non mi dai soddisfazione.-
-e che ci posso fare io? Lo sai che non voglio venire. Basta.-
Ci fu un attimo di silenzio. Poi Giuly si liberò in una risata.
-Va bene acidona, ti chiamo domani per dirti come è andata. Ah a proposito,ho detto a mamma che dormo da te stanotte. Se chiama avvisami. Per te va bene?-
-sisi, stai attenta. ciao.-
Chiusi e mi rimisi sul divano. Non avevo bisogno di andare ad una festa per divertirmi e non avevo neanche bisogno di stare in mezzo ad una marmaglia di gente che si ubriaca e spacca tutto. Stavo bene a casa,tranquilla,con il mio thè, la mia micetta e...la mia tranquillità.
Ma si, potevo stare bene anche a casa.

Sono le 21.35 La festa era iniziata da un ora e mezza. Non ci stavo ripensando, non sarei andata in mezzo a tutta quella gente. Passeggiai per casa cercando in tutti i modi di ripassare le formule di Matematica, ma mi ritrovai distratta. Mi ritrovai a sfogliare il diario, a cambiare stazione della radio, ad aprire e chiudere il frigorifero cercando di resistere alla tentazione di sgarrare la dieta. Alla fine mi ritrovai sul divano a guardare uno stupido programma mangiando un gelato all'amarena, cosa che dopo mi fece sentire in colpa.
E se Giuly si fosse ubriacata troppo? Se avesse combinato qualche casino? Se avesse conosciuto uno a caso e ci avesse fatto qualcosa? E se mi avesse chiamato la madre e mi avesse chiesto di passargliela? Quella era capace di tutto. Ma perché gli ho detto di andarci? Mannaggia a lei, mannaggia. Scesi dal divano e mi vestì veloce. Misi un paio di jeans short sfrangiati e una canottiera blu come i miei capelli. Misi le Converse basse,presi la borsa le chiavi e uscii di casa di corsa. Mannaggia a lei.
-TAXI!-

Mezz'ora dopo scesi dal taxi davanti al parcheggio della spiaggia. Scesi al volo due scale e mi ritrovai su una stradina fatta di assi di legno. La sabbia era ovunque, trasportata dal vento e dalle persone. Alcune macchine erano parcheggiate in spiaggia. Dei ragazzi biondi tinti, cercavano di darsi delle arie da veri surfisti. Salutandosi e bevendo birre. Altri più in là,vicino ad una Jaguar, rollavano drummini e dentro qualcosa di meno innocente. Con una faccia estasiata e contenta per l'effetto che avrebbe fatto dopo. Una ragazza girava un pezzetto di carta fra le mani facendo un filtro. Scadente, dal modo in cui cercava di farlo.
Ragazzi riversati a massa sulla spiaggia,stavano ballando qualche canzone a me sconosciuta. Alzai gli occhi al cielo, mi tolsi le scarpe e le appoggiai ad un angolo della staccionata che andava per dividere le varie spiagge, da libera a privata. Solo quella sera sarebbero stati tutti uguali.
Cercai Giuly con lo sguardo,ma non la trovai, cosi mi infilai nella mischia. Spigoli umani si scatenavano a ritmo di Hardcore, braccia alzate al cielo di quella notte stellata. Quella notte che salutava l'estate per dare il benvenuto all'autunno. Una notte piena di desideri, amori che finiscono e altri che inizieranno e chissà, anche che continuano.
Giuly,Giuly. Mannaggia a te. Mi hai trascinata qui anche senza volerlo. Grazie alla tua pazzia. Mannaggia a te.
Qualcosa mi picchietto la spalla, mi voltai e mi trovai davanti la faccia di Giuly.
-Oi ma non avevi detto che non venivi?!!-
Giuly urlava per farsi sentire sopra la musica.
-infatti sono qui per riportarti a casa, semmai mi chiama tua madre e non mi trova,uccide te e poi a me!!-
-ma daiii! Che ti importa! Anzi, vieni che c'è una persona che ti vuole vedere!!-
-ma chi??!!!-
-stai zitta e vieni acidona!-
Giuly sapeva che Jess non avrebbe resistito. Anche se ora la scusa era della madre. Giuly sapeva, sapeva tutto. Era sbagliato mandare all'aria una storia cosi bella come quella di Jess e la ragazza dai capelli rossi. Glie la stava raccontando qualche giorno prima al bar La Sesta, gli raccontò tutto. E il suo cuore si intenerì a quel racconto, tanto da accettare di aiutarla in quella follia. Quella follia che forse...avrebbe salvato un amore.

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