||Capitolo 23.

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Giuly mi trascinò via da quella folla agitata, come le onde di quel mare. Mi stava portando oltre il bar, oltre la spiaggia privata, oltre tutti.
-Dove stiamo andando?!-
Giuly si voltò verso di me e sorrise.
-lo vedrai!-
Camminammo per un po' di tempo, mentre nella mia testa si stavano facendo 8000 pensieri. Mi sentivo a disagio, chi mi stava aspettando? Una mezza idea ce l'avevo anche, ma non ero sicura fosse lei. Non avrebbe mai fatto questo per me.
Salimmo su degli scalini di marmo che portano al pontile.
-Eccoci arrivate.- feci l'ultimo scalino e appena arrivai sul pontile di legno rimasi a bocca aperta. All'inizio del pontile c'era un arco ricoperto di edera e rose rosse che andavano ad alternarsi con le bianche.
Il tratto di legno del pontile era ricoperto di petali di rose bianche e ai lati c'erano rose dello stesso colore legate insieme per formare dei piccoli mazzetti. Accanto a loro piccole lanterne ad olio bianche illuminavano il passaggio.
Mi portai le mani davanti al viso e chiusi per un attimo gli occhi, cercai di capire se era un sogno o cos'altro.
-vai, lei ti sta aspettando.-
Mi disse Giuly sussurrando. Mi voltai e le sorrisi.
-Grazie.-
A sua volta sorrise e alzò le spalle.
-dovere di una amica.-
Se ne andò da dove eravamo passate.

Attraversai l'arco e dopo qualche metro una scritta, fatta da una mano innocente recitava:
"il mondo non ha senso senza di te..."
Oh Dio mio...posso anche morire. Camminai ancora, alzai gli occhi al cielo. Piccole stelle facevano capolino nel cielo e la luna sembrava farmi l'occhiolino. Una brezza leggera soffiava scompigliandomi i capelli. Che ci facevo li? La domanda era questa anche se fosse stata lei, che cosa gli avrei detto? Non sarei riuscita a guardarla in faccia, o almeno cosi penso. Come farò a guardarla negli occhi dopo quello che è successo? Dopo avermi lasciata da sola, senza una motivazione valida.

A quel pensiero sento la rabbia e l'orgoglio risalire nella mia testa e nel mio cuore. Ma viene subito smontata alla vista di un gazebo bianco, proprio alla fine del pontile. Legato dalle estremità ai pali del pontile. Delle rose rosse,con una bianca al centro, sono poggiate su delle coperte sottostante. Faccio qualche altro passo. Da dietro una tenda svolazzante bianca ne esce una figura, all'inizio nera, poi la vedo.

Li il mio cuore perde un battito,forse due. Quei capelli rossi, quella pelle color ambra, quegli occhi verde resi scuri dalle luci fioche delle lampade. Un vestito color pesca le svolazza fra le gambe, un vestito lungo, bello, da sera. Lei con un vestito? Ma da quando?
Rimango immobile, distante da lei. In un silenzio assoluto, interrotto solamente dalle onde del mare. Ed è bella, bella come non l'avevo mai vista. Incoscientemente porto le mani alla bocca ed ho un sussulto, un piccolo singhiozzo. No. No. Non devo piangere.
Fa qualche passo verso di me e io ne faccio uno per indietreggiare. Rimane ferma a guardarmi. Quante parole e pensieri volano fra me e lei. I nostri occhi dicono più di quanto le parole possano dire.
Ma è un attimo. L'orgoglio si abbassa, la paura svanisce e io divento di vetro. Fragile cristallo che si frantuma a terra con tutte le mie paure e i miei dubbi. Le vado incontro, siamo a due metri di distanza. Faccio un altro passo,forse due. Ed eccola, sono davanti a lei. I nostri occhi si parlano. Un contrasto di colore, qualcosa cambia, in lontananza un onda si infrange più forte verso quegli scogli lontani. Ma ha la forza di ricominciare a danzare, rapita da quel vento, vittima del suo stesso movimento. La sua mano mi sfiora una guancia e sento un brivido, ma non per il fresco di quella notte.
-Ciao.-
Vorrei rispondere. Ma non esce niente. La bocca sembra essersi cucita da sola. E pensare che saresti stata mia da sempre. Che cosa è cambiato? Che cosa ti ha spinto ad abbandonarmi? Domande che vorrei urlarti ora. Ma so che sarebbe fuori luogo. Forse non capiresti. Oh Benny. È cosi bello averti qui davanti. Da quanto non mi perdevo in quei occhi. In quelle macchioline grigie, quelle che ti danno un segno distintivo. Unica. Unica eri per me. Lo sei tutt'ora. Lo sarai per sempre.
-Mi sei mancata.-
L'ho detto. Perché si cazzo, mi sei mancata. Come l'aria. Mi sei mancata come non so cosa. Perché tu manchi nella mia vita, manchi come nessun'altro. Hai fatto crescere in me quel piccolo fiore che non è mai morto. Mai. Perché ho sempre continuato a curarlo, a dargli speranze. In cuor mio speravo di rincontrarti.
Le mie spalle vengono avvolte dalle sue braccia morbide. Mi sta abbracciando. Mi stringo a lei e mi libero in un pianto liberatorio. In un pianto che esprime tutta la mia agonia, la mia paura, i miei dubbi in questi 4 mesi e mezzo. La paura di perdere chi si ama veramente. A volte prevale sempre su di noi. Sopraffa ogni pensiero e ci fa cadere in quella lenta agonia di dolore.
-Anche tu..-
E lacrime. Lacrime come non sono mai scese.
-Ehi..ehi.-
ci stacchiamo da quell'abbraccio. Cerca il mio sguardo e lo trova. Sento le lacrime che continuano imperterrite a scendere. Con il dorso della mano cerco di asciugarmi gli occhi.
-Mi spiace. Davvero. Mi spiace per tutto. Mi spiace per tutto quello che ti ho fatto. Io non volevo farti soffrire, tanto meno farti stare male. E mi spiace di essere stata cosi cieca.Non avrei mai dovuto lasciarti sola, non ti sarei dovuta stare lontana. Tu sei importante per me,sei tutto ciò che riempie quello spazio vuoto, che da anni è stato lasciato cosi. Perché Jess..io...-
un attimo di silenzio. Un attimo per capire,un attimo per cercare le parole. Un attimo per perdersi in quei occhi.
-Jess...io ti amo.- e in quell'attimo che il mondo si fermò. In quell'attimo di tenerezza,sincerità, amore e passione..due anime si sono amate. In uno sguardo,in un abbraccio e finalmente in quel bacio. Quel bacio da tanto tempo agonizzato, aspettato, forse per troppo tempo. Ma che importa, ora era qui con me. Tranquilla fra le mie braccia. E non c'era altro posto dove io sarei voluta stare.
-Vieni..-
La sua mano si intrecciò con la mia. Ci sdraiammo in quelle coperte, a pancia in su a guardare le stelle. Mi voltai con la testa verso di lei, stava ancora guardando il cielo. Accorgendosi che la stavo fissando, si volta verso di me e mi sorride. -Sei bellissima.-
la sua voce. Quanto mi è mancata. Quanto mi è mancato tutto questo.
-Ti ho portato una cosa.-
si alza a sedere e dalla sua parte prende qualcosa. Dal rumore sembrerebbe carta.
-ecco a te.-
-cos'è?-
la stira per bene e allora capisco.
-Ohh...ma sono le lanterne dell'amore.-
-eh già. Ne ho presa una per noi. La leggenda dice che se scriviamo le nostre iniziali qui, poi accendiamo la candelina che c'è dentro, questa volta alta nel cielo. Si appoggerà nel mare e Dio la raccoglierà, facendo cosi durare il nostro amore per sempre.-
-è una leggenda bellissima.- ci scambiamo un bacio d'affetto. È quasi mezzanotte, a quell'ora la accenderemo e la lasceremo volare. Libera nel cielo. Con un pennarello scriviamo una B e una J con un cuore e un ancora.
Manca ancora qualche minuto.
-Tu credi che staremo insieme per tanto tempo?-
-mi impegnerò a far si che tutto vada per il meglio. Spero che sarà per sempre.-
-lo spero anche io.-
un bacio,poi un altro. Occhi che si incontrano e si cercano.
-ehi guarda.-
Con un dito indico il cielo. Mille luci brillano, e non sono stelle.
-sono le lanterne. Sei pronta Jess-
-si.-
accendiamo la lanterna, un ultimo sguardo e la lasciamo volare. Alta nel cielo, libera dalle nostre mani.
-Ti amo anche io Benny.-
Le nostre labbra si incontrano, mani che si cercano. In un attimo dimenticai tutti,i miei problemi,le mie paure,insicurezze. Piano piano mi lasciai togliere i vestiti, spogliando anche lei. Mi ritrovai nuda fra le sue braccia per la prima volta, mentre una luce magica,spargendosi sul mare,illuminava timidamente i nostri corpi. Una giovane stella curiosa brillava alta nel cielo insieme a quelle piccole luci d'orate di una fiamma. Poi tra un mare di carezze, il rumore delle onde,il verso di un gabbiano,il profumo di salsedine. Accadde.
Benny scivolò delicatamente su di me. Aprii gli occhi sovrastata. Benny mi guardó. Non ero impaurita. Gli feci un piccolo sorriso,mi passò una mano fra i capelli rassicurandomi. Una musica lontana suonava le note innocenti di Thinking out loud. Ma sembrava che nessuna delle due se ne accorgesse. Chiusi gli occhi trattenendo il respiro, improvvisamente rapita da quell'emozione incredibile, da quel magico diventare sua per sempre. Alzai il viso verso il cielo,sospirando, mi aggrappai alle sue spalle, abbracciandola forte. Poi mi lasciai andare,delicatamente più tranquilla. Sua. Aprii gli occhi. Lei era qui, sopra di me. Quel morbido sorriso ondeggiava d'amore sul suo viso, baciandomi ogni tanto. Mi sorrise e mi abbracciò guardandomi negli occhi. Poi un bacio, morbido,nuovo. Da una coppia nuovamente nata. Finalmente unite dopo troppo tempo di separazione.

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