||Capitolo 28.

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..E grazie, per ogni singolo momento nostro. Per ogni gesto, il più nasco ogni promessa, ogni parola scritta...

POV'S BENNY.
Camminai ancora un po' su quella strada fredda e ghiacciata facendo attenzione a non scivolare. Non mi resi conto di dove stavo andando, finché non vidi la ruota panoramica.
Il nostro posto.
Lasciai che la neve che cadeva leggera mi sfiorasse le guance e le labbra. Sorrisi al ricordo di quelle serate passate a fumare nelle macchine abbandonate. Fumare per scordare, dimenticare, volare, credere. Quello che stavamo facendo, era giusto? Chi lo avrebbe mai detto.
Ma chi può giudicare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Chi poteva dirci che quello che stavamo facendo era sbagliato? Eravamo solamente noi a poter comandare in quei momenti. Poi, in mezzo alla folla, era il mondo a comandare. Che strana sensazione si stava facendo spazio in me. Come se quella sbagliata fossi stata io, magari davvero il mondo ha ragione e io sono solo uno scherzo della natura. Ci trattano tutti come persone sbagliate, forse hanno ragione. Si o no?

Passai davanti alla ruota panoramica, ormai in disuso da anni. La guardai in tutta la sua vecchiaia, la sua stanchezza. Rovinata dal vento, la pioggia e la neve. Eppure era li, ancora in piedi, compatta e forse più bella di prima. Ai miei occhi era bella, solitaria ma bella. Chissà quante volte sarei rimasta sola, con una voragine dentro. La voragine della consapevolezza di aver sbagliato, di aver giocato male le mie carte.
Avrei dovuto mischiare il mazzo e aspettare, aspettare che tutto tornasse a posto. E chissà, magari poteva arrivarmi anche qualche jolly.

Che partita complicata è la vita, non sai mai che carta può arrivarti. E se te ne viene una cattiva? La scarti e vai avanti. Come a Poker, la vita è così. Punti tutta la tua felicità e aspetti di riaverla, ma con qualcosa in più.  Sarei mai stata all'altezza della mia partita? Della mia vita? E di Jess? Sarei mai stata all'altezza della suo amore, della sua felicità. Quanto avrei dato per lei, quanto tutt'ora darei per lei. Se solo avessi giocato meglio le mie carte.

Un fiocco di neve mi scese sul naso. Stava ricominciando a nevicare. Un brivido mi pervase il corpo. Mi sedetti in quella macchina a scontro ormai arrugginita dal tempo. Come quella volta.
Mi strofinai le braccia con le mani per farmi un pó di calore. La manica del giaccone si alzò un pó, mostrando l'inizio del mio tatuaggio. Era il mio primo tatuaggio, un fiore con dei petali di tanti colori. Su di un petalo c'è la lettera L, di Lily.
I miei diciotto anni e un giorno, il mio primo tatuaggio. L'inizio di tanti altri. Che anni assurdi i miei diciotto, passati così senza un senso logico. Buttati al vento. Quante cazzate che ho fatto, quante cose non sono andate come dovevano.
E poi? Poi c'è stata lei, Jess. Amore a prima vista? No, non direi. C'e ne voluto di tempo prima di accorgerci che ci amavamo, o quanto meno ad imparare ad amarci. Quante litigate ci hanno segnato, quante volte abbiamo fatto pace. Un abbraccio, una carezza che ci completava. Quando cadevo c'era lei accanto a me ad aiutarmi a rialzarmi, e lo stesso io per lei. Voglio che questo duri per sempre. Voglio che io e lei duriamo per sempre, la nostra storia, il nostro amore, la nostra famiglia. Voglio con tutta me stessa che lei ci sia nel mio domani,lo voglio con tutto il cuore. Ma non così. Non voglio continuare a litigare, non voglio più che lei stia male per noi.
Io la amo. Io, davvero, la amo con tutto il cuore.

Mi alzo da quella macchina arrugginita e passo davanti ad uno specchio deformante, quelli che ti deformano il riflesso.
Mi guardai con più attenzione. Eccola lì. Una ventenne senza una vaga idea di quello che voleva dalla vita.
Mi circondai con le mani la vita, ero diventata così magra, troppo magra. Anche questo mi spaventava.
Rialzai lo sguardo verso il mio viso deformato del riflesso e scoppiai a ridere.

Chi ero io? E cosa volevo dalla vita? Perché non riuscivo a finire quello che avevo iniziato? Avevo iniziato una nuova vita con lei,  volevo continuarla, volevo amarla per sempre. La mattina svegliarmi e trovarla accanto a me, con la certezza che lei mi ami. E c'era solo un modo per farlo,per averla solo per me. Per racchiudere tutto il mio amore per lei.
Sorrisi di nuovo allo specchio e mi strinsi nelle spalle. Mi accesi una sigaretta, e guardai sfrontata lo specchio. Sapevo cosa dovevo fare, ora si. Avevo le idee chiare.

Inconsapevolmente, Benny stava crescendo e con lei il suo cuore.

POV'S JESS.

Sgusciai da sotto le coperte e mi chiusi in bagno. Mi bagnai un pó il viso togliendo i residui di lacrime e trucco. Mi guardai allo specchio del bagno e sorrisi, come quella volta quando abitavo ancora a casa con Ray e mamma.
Piegai il collo da un lato e sentii uno scricchiolio familiare, quando ero stressata succedeva spesso.

Qualcuno bussa alla porta del bagno.
-È aperto.-
Vedo il faccino di Lily entrare cautamente nel bagno.
-Jess?-
-si,dimmi.-
-ho fame. Facciamo merenda insieme?-
-certo piccola. Aspettami in cucina. Fra un attimo arrivo.-
Lily annui e uscii dal bagno. Richiusi la porta per bene e mi guardai di nuovo allo specchio. Dio,come mi ero ridotta? Chiusi gli occhi e respirai a fondo,molto a fondo. Quasi da farmi male i polmoni. Era un esercizio che facevo spesso, mi calmava e mi sentivo meglio dopo.
Mi diedi un ultima occhiata allo specchio, questa volta più attentamente.

Cristo santo che sono diventata.

Mentre attraversavo il corridoio la porta si aprii di scatto, quasi mi venne un infarto. Benny entrò con il fiatone, le guance rosse e gli occhi sprizzanti di un verde che non avevo mai visto. Si appoggia con una mano al muro e una al petto per riprendere fiato.

-Benny, ma che cazzo succede?-

-Jess! Devo dirti una cosa.-

- cosa? Vuoi spaccare un'altra foto? Vuoi spaccare un altro mio pezzo di cuor-

-Ti amo.-

Rimango senza fiato. Non è la prima volta che lo dice, ma questa volta, dio questa volta è diverso. C'e qual cosa di diverso nei suoi occhi, nelle sue labbra rosse come non mai.

-Oh..Benny..-

-dimmi che mi ami anche tu. Dimmi che non vuoi distruggere tutto quello che abbiamo creato. Dimmi, anzi, assicurami che tutto quello che abbiamo fatto non è stato un errore.-

Si avvicina a me e vedo ancora della neve fra i suoi capelli. I suoi occhi sono fissi nei miei, e in un attimo mi sento di cristallo. Un vetro fragile come tanto tempo prima. Mi prende le mani e sono gelate.

-Dio sei gelata. Dove sei stata?-

-Ti prego Jess. Rispondermi. Dimmi quello che provi.-

-Oh, Benny..certo. Certo che ti amo anche io. Niente è stato un errore. Niente, se fatto con te, è un errore. Non possiamo essere diverse da quello che siamo. Siamo cosi e non possiamo farci niente. Non voglio che il mondo mi condizioni l'esistenza perché amo una donna. E non una donna qualunque, ma la mia Benedetta. La mia donna. La mia, unica e sola donna. Quella che ho sempre amato e che amerò per tutta la vita.-

Benny sorride, ed è il  sorriso più bello che io potessi mai vedere. Il sorriso più sincero che avessi mai visto. Siamo cosi vicine, ma non cosi tanto per sfiorarci. Annullo quella distanza e la bacio,la bacio con tutta la mia passione. Quelle bellissime e fredde labbra rosse. Mi stringe forte fra le sue braccia e mi sento al sicuro.

-Jess, devo chiederti una cosa.-

-Cosa?-

La vedo piegarsi su di un ginocchio e prendere qual cosa dalla tasca.  Sento il cuore accelerare, e batte fortissimo, come un tamburo.

-Jessica Broks, vuoi sposarmi?-

-O  mio dio, SI!-

Lily sbucò dalla cucina e ci guardò annoiata.

-Jeeessss, io ho fame!-

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