Parte 14 - Anno 1995

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02 Gennaio 1995 Lunedì

Stanotte mi sono sognata morta. Nel passaggio tra la vita e la morte sentivo un male insopportabile, dei forti dolori al petto. Era buio e mi chiedevo dove fosse finita tutta quella luce che descrive la gente, quando esce da un coma. Poi di colpo il male era scomparso. Ero preoccupata, sapevo perfettamente di essere morta e volevo avvisare i miei genitori del fatto. Tutti mi dicevano che era impossibile comunicare con i vivi, che non mi avrebbero mai sentita. Ma io ho supplicato di darmi un telefono. Dovevo a tutti i costi tentarci. Quindi telefono. Sentivo la mia voce, ma i miei genitori no! A quel punto ho scongiurato, ho supplicato qualcuno che mi aiutasse, in fondo era l'unico piacere che chiedevo. Ma vedevo solo gente che mi scuoteva il loro capo negativamente, in segno di un no irrevocabile. A quel punto con ancora il telefono in mano, mi sono messa a piangere disperatamente. Mi sono quindi svegliata di soprassalto e dopo pochi istanti ho capito che si trattava solo di un sogno. Ho tirato un sospiro di sollievo. Non so dire se il dolore lancinante che sentivo dentro al mio petto, fosse stato reale mentre dormivo, o se fosse semplicemente stato immaginario. Quello che è certo è che prima di addormentarmi il mio cuore per un attimo ha cessato di battere e non riuscivo più a respirare. Ero in preda al panico e ci ho impiegato un po' prima di riprendere la respirazione normale, quindi mi sono poi addormentata.

16 Gennaio 1995 Lunedì

Ieri l'altro mi ha telefonato R. di Modena. È sempre molto gentile. Ogni anno mi chiama per farmi gli auguri. Gli ho detto che sto facendo due lavori. Gli ho chiesto di venirmi a trovare. Ha risposto che una di queste sere lo vedrò arrivare ai P.

Con Giuly non va un gran che bene, o meglio, va più di prima, ma non come vorrei. Quello che desidero è avere un figlio, lui lo sa, ma davanti alla mia domanda ha risposto con un'altra: "vuoi farmi paura?" Ha detto che un figlio lo vorrebbe, ma quando avrà 35 anni, ma 35 anni, non è forse troppo tardi?

17 Gennaio 1995 Martedì

Ieri sera ho chiuso con Giuly, poi ho pianto. Voglio avere un figlio, ma lui non me lo da. È inutile continuare questo rapporto, un rapporto senza futuro. Mi ha chiesto del perché volevo un figlio, gli ho risposto che ne sentivo il bisogno, ma lui niente, non lo vuole. Mi ha detto che si diventa brutti e grassi, che mi sarei rovinata il fisico ... Ma come fa una persona ad essere così vuota?! Non arrivo a capire, se tutto questo, lo dice perché lo pensa veramente, o se è un modo come un altro di arrampicarsi sugli specchi, per schivare l'argomento. Solo ora scopro di quanto sia banale, materiale, superficiale. Inutile dire che di una persona così non ne ho proprio bisogno. Ciao a presto.

18 Gennaio 1995 Mercoledì

Ieri sera, dentro all'osteria dei P, hanno festeggiato una marea di compleanni che cadevano in Gennaio: Alex, L., Claudia, Daniela e alcuni altri. Ad un certo punto della serata mi è salita una grande tristezza. Pensavo alla mia vita, a ciò che non ho fatto, a ciò che potrei ancora fare, a quello che non avrò! Alex se ne è accorto e più di una volta mi ha chiesto cosa ci fosse stato che non andava, così gli ho accennato un po' di quello che mi tormentava, quello che mi era successo. Con un piccolo e dolce bacio mi ha sfiorato le labbra. Ero rimasta pietrificata e senza reazione. Verso l'una, Alessandra (mia vicina di casa, nonché mia amica propone di fare una spaghettata a casa sua. L. e Alex accettano. Ho parlato a quattro occhi con Alex. Lui mi accarezzava i capelli e mi diceva: "perché non molli tutto? Hai forse bisogno di soldi? Te li do io ... tu meriti di più!" Davanti a quelle parole, sconforto e rassegnazione ed un prepotente bisogno di ritrovare me stessa, il mio io. Poi i saluti. Oggi sono in coma, forse più di ieri. Mi sono addormentata alle 4 e alle 6 ero già in piedi. Stasera ritornerò a casa ... chissà se succederà qualcosa ...

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