Killer High School // Marcus Lopez

Capitolo 2

La mattina dopo mi svegliai con il suono di una campana che mi rimbombava nelle orecchie: "Che palleee!" - gridai nascondendomi la testa sotto il cuscino - "Perché tutto sto chiasso di prima mattina?" - chiesi - " È la sveglia, ne suona una alle 8 e poi abbiamo mezz'ora di tempo per prepararci, alle 8:30 suona la seconda campana e noi dobbiamo uscire dalla camera. Le lezioni iniziano alle 9" - Disse Saya mentre andava in bagno a prepararsi - "sulla sedia della scrivania ti ho lasciato la divisa" - "Divisa? Perché la divisa?" - chiesi io sbuffando- "La divisa è obbligatoria, mi dispiace" - disse da dentro il bagno.

Dopo qualche minuto uscì con la divisa a dosso: era una gonna grigia, con una camicia bianca, una cravatta grigia con delle strisce rosse e una giacca, sempre grigia, con le rifiniture rosse.

Quando Saya uscì entrai in bagno.
La gonna mi arrivava alle ginocchia, faceva cagare, così presi un paio di forbici e tagliai la gonna a metà coscia, ora si che si ragiona! Pensai.

Presi la camicia, la misi dentro la gonna, mi feci il nodo alla cravatta, mi misi la giacca e mi allacciai le dottor Martins.

Appena uscii dal bagno Saya mi guardò a bocca aperta: "Porca puttana ragazza! Se ero lesbica ti saltavo a dosso, sei una bomba!" - disse sgranando gli occhi - "Ma che hai fatto alla gonna?" - "l'ho un po' modificata" - risposi guardandola - "mi stava male prima".

Saya scoppiò a ridere, aprì la porta e mi fece segno di uscire. Io la seguii.

Attraversammo vari corridoi fino ad arrivare in un enorme stanza: la mensa.

Dentro c'erano una marea di tavoli pieni di ragazzi che parlavano e mangiavano.
Appena entrai tutti smisero di fare quello che stavano facendo e mi guardarono in silenzio. "Non guardarli, cammina sempre a testa alta e seguimi" - mi disse Saya nell'orecchio.

Io annuii e la seguii fino ad arrivare ad un tavolo dove erano seduti i miei rapitori. "Ci si rivede" - dissi io mettendo la mano sulla spalla del ricciolino per aiutarmi a sedermi sulla panca. "Ragazzi lei è Easy de Nova, Easy, loro sono Marcus" - e indicò il ricciolino accanto a me - "Billy " - e indicò quello con il ciuffo verde - "Petra" - e indicò la dark - "Lex" - e indicò quello con la cresta bionda - "E Willie" - indicò quello scuro di pelle con le treccine.

Io li salutai e iniziai a sorseggiare una tazza di caffè.
Io amo il caffè!

Durante la colazione parlammo e scherzammo. Io gli raccontai di quello che avevo fatto per finire lì dentro è così anche loro.
"Easy, qui per sopravvivere devi entrare a far parte di un clan"- mi disse Petra - "Voi che clan siete?" - chiesi - "noi abbiamo scelto di non avere un clan" - mi rispose Willie - "Così siamo i ratti" - finì Lex - "in questa scuola siamo divisi per clan: ci sono i razzisti e significa proprio quello che stai pensando" - mi disse Marcus che aveva visto la mia faccia disgustata - "Poi ci sono i Preps, cioè i figli di papà, i figli dei boss mafiosi, le Lady ovvero un clan di solo ragazze, i Pacifisti, sono un altro gruppo di razzisti, ma solo contro i bianchi" - a questa affermazione mi scandalizzai ancora di più. Lui se ne accorse, ma continuò comunque a parlare - "i Toxic, vivono nella droga e nell'alcol, le menti, gli intelligenti della scuola, i cocci dei prof, loro sanno tutto sulla teoria, ma la pratica non è la loro specialità e poi ci siamo noi, i ratti, alla fine siamo un clan anche noi perché stiamo sempre insieme" - finì di raccontare Marcus - "te in quale vorresti andare?" - mi chiese Willie - "io? Nessuno, fanno tutti abbastanza schifo" - dissi arricciando il naso - "Ben venuta nei ratti allora!" - disse Billy tutto contento dandomi il cinque.

Finita la colazione andai in presidenza accompagnata da Saya. Lì il preside mi dette un foglio con gli orari: alla prima ora avevo "Dove nascondere un corpo". Bella lezione, pensai.