Capitolo 14

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EASY POV:
La mattina dopo non avevo le forse né fisiche nè mentali per alzarmi dal letto, mi sentivo stanchissima.

Ad un certo punto sentii la porta della mia stanza aprirsi e qualcuno si buttò su di me, mi alzai di scatto dalla paura.

"Eii, buongiorno bellezza!!" - "ah sei tu" - dissi a Peter stanca affondando la testa nel cuscino - "che hai sta mattina V?" - "cosa era questo "V"?" - "V é l'iniziale di Vanessa" - "ah ok" - "dai muoviti, alzati, che hai oggi?" - "non lo so, mi sento stanca...". Peter mi levò le coperte di dosso "sbrigati! Oggi ti porto a fare un giro sulle gondole!!" - "sulle gondole?" - "si, lo fanno sempre a Venezia, è fortissimo, quindi muoviti, vestiti e poi andiamo con la tua moto" - "ah quindi ti piace la mia moto!" - "si la adoro e adoro anche te, quindi alza il culo e vestiti!" - "ok, ok! Ma possiamo vederci solo la mattina oggi" - "perché?" - "oggi pomeriggio devo fare una cosa" - "cosa?" - "non posso dirtelo, ti dico solo che è la ragione per qui sono venuta" - "ok".

Strano che non abbia fatto altre domande, se fosse stata Saya a quest'ora avevo la testa tartassata di domande a qui dovevo rispondere e va bene così.

misi un paio di jeans corti, una maglia nera con un ancora bianca disegnata sopra, il giacchetto di pelle, uno zainetto con una bottiglia d'acqua e la mappa della città e le Dottor Martins.

Scendemmo le scale e prima di uscire andai dalla receptionist. "Ei, oggi esco tutto il giorno, torno per cena, quando torno mi potresti far portare la pasta alla amatriciana in camera?" - "certo" - "grazie".

Uscimmo dall'Hotel e andammo alla moto.

Ci mettemmo il casco e partimmo.

Arrivammo alla sponda di un fiume enorme dove c'era una specie di porto con delle gondole. Peter si avvicinò ad una di esse dove c'era un tizio, ci parlo per qualche secondo e poi salì sulla gondola facendomi segno di seguirlo.

Lo seguii e salii.

Mentre il tizio guidava la gondola noi stavamo seduti a guardare tutte le case colorate con un sotto fondo che proveniva da una vecchia radio.

Stammo lì tutta la mattina, poi all'ora di pranzo andammo in un ristorante sulla sponda di quel fiume.

Dopo aver pranzato lo accompagnai a casa e poi mi fermai a decidere da dove iniziare.
Presi la mappa della città dallo zaino e mi misi a pensare ad un piano. Non avevo alcuna idea di chi potesse essere stato ad ucciderla...

Vidi un tizio in un bar con un portatile, entrai e aspettai.

Ad un certo punto il tizio andò in bagno e lasciò il computer lì. Mi alzai e andai al suo posto, accesi il portatile e iniziai a cercare. «non ha nemmeno la password, che cretino» pensai.

Andai su Google e cercai vari tizi ricchi che avevano qualcosa di losco, ma niente.

Ad un certo punto arrivò un furgone nero, con i finestrini oscurati, tipo la macchina di Willie.

Mi alzai, pensando che fossero loro e gli andai incontro.

Poi la porta dell'auto si aprì e uscirono due uomini vestiti tutti di nero, con gli occhiali neri. Tutti e due erano pelati. Uno era di colore, l'altro bianco.

"Scusate... pensavo foste qualcun'altro" - dissi girandomi.

Prima che me ne potessi andare uno dei due uomini mi prese per un braccio e l'altro mi avvicinò un foglio con su una foto: ero io.

"È lei" - disse quello con la foto.
Quello che mi teneva per un braccio mi portò dentro l'auto, io cercai di dimenarmi, ma la sua stretta era troppo potente.

Killer High School // Marcus LopezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora