Capitolo 20

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È passata una settimana da quando abbiamo iniziato a lavorare al casinò.

Sono state tre settimane a dir poco incredibili, ma il preside ci chiamò dicendoci di tornare a scuola.

Salutai David, che tra l'altro non era ancora riuscito a trovare mio fratello... e Peeter promettendogli che gli avrei scritto tutti i giorni.

Prendemmo le nostre cose e tornammo a casa.

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Arrivati lì andammo subito nell'ufficio del preside, dove raccontai tutto quello che era accaduto a Las Vegas, compreso della morte del suo amico.

Appena finimmo di parlare con Mister Lyn andammo ognuno nelle proprie camere a disfare i borsoni e poi andammo in mensa.

Ci ritrovammo tutti davanti al portone della grande stanza: volevamo entrare insieme.

Aprimmo le porte della mensa e entrammo a testa alta e con passo sicuro, tutti ci guardavano increduli, bisbigliando troppo ad alta voce, infatti sentimmo la maggior parte dei discorsi.

Quando arrivammo al nostro tavolo ci trovammo seduti i preps.

"Mhmh" - feci finta di tossire per attirare l'attenzione - "che volete?" - chiese Hardin - "non so se ve lo ricordate, sicuramente no, la vostra memoria è pari a quella di un pesce rosso, ma questo è il nostro tavolo, e non dite che non c'è scritto il mio nome perché c'è l'ho inciso" - dissi indicando il nome sul tavolo - "chi va via perde il posto all'osteria" - disse Nives che voleva essere partecipe della discussione - "che siamo all'asilo? Che cazzo di discori sono?" - chiese Lex. Appoggiai le mani sul tavolo - "allora, mettiamo subito in chiaro una cosa, questo è il nostro posto quindi ora avete due possibilità: o ve ne andate, o ve ne andate. A voi la scelta. Dovete capire che qui domina la legge del più forte, non del più stupido, altrimenti avreste vinto voi" - "e qui, i più forti siamo noi!" - disse Petra - "si, si, come no!" - disse Maria - "facciamo così. Facciamo delle sfide, il clan che vince sarà il più forte e potrà fare quello che vuole sul clan che perde, mentre quello che perde non si deve permettere neanche di parlare con il clan vincitore" - propose Willie.

Willie e Chico si strinsero la mano e da lì ebbe inizio la sfida al clan più forte.

"Dovete comunque levare i vostri culi da qui lo sapete vero?" - "per ora. Facciamo così, chi vince si tiene questo posto ok?" - "ok! Ma fino ad allora questo posto è nostro" - finì Marcus.

I preps si alzarono dal nostro tavolo e finalmente potemmo mangiare in pace.

Finché arrivò l'ipotetica ragazza di Marcus.

"Amore, amore!! Sei tornato! Mi hai fatta preoccupare, perché non mi hai detto che partivi? Stai bene? Ti è successo qualcosa?" - chiese Clara prendendo il viso di Marcus tra le mani - "se gli fosse successo qualcosa a quest'ora non sarebbe qui, no intelligenza?" - dissi. Marcus mi fulminò con lo sguardo perciò mi misi a mangiare senza dire più niente.

"Stasera ti faccio stare meglio io, mio piccolo orsacchiotto, ti faccio arrivare alle stelle hihihi"

Appena disse quella frase mi salì una rabbia immensa per tutto il corpo e per controllarmi iniziai a dare colpi pesanti con la forchetta sul piatto per prendere il cibo - "Easy, tutto ok?" - mi chiese Saya - "si, sono solo stanca, vado a dormire"

In realtà non ne avevo voglia, volevo stare con Marcus e bruciare viva quella bimbetta di Clara.

Mi misi il pigiama e mi misi a guardare un po' il telefono, quando sentii qualcuno bussare alla mia porta.

"Chi è?" - "sono Marcus, dai apri, non ho tanto tempo" - Andai alla porta e aprii - "quanto tempo hai?" - "20 minuti" - "perfetto"

Lo baciai con tutta la passione che avevo dentro.
Chiuse la porta,  mi portò fino al muro dove mi levò la maglia lasciandomi in reggiseno e mi prese in braccio.
Iniziò a baciarmi il collo mentre facevo scorrere le mani sotto la sua maglia.
Poi scesi, lo spinsi fino al letto, gli tolsi la maglia e lo feci sdraiare.
Mi misi su di lui e iniziai a mordergli il labbro inferiore, poi il lobo dell'orecchio.
Gli lasciai dei segni viola sul collo e continuai a baciargli il corpo fino ad arrivare ai pantaloni. Glieli sfilai levandogli anche le mutande, ma prima che potessi fare qualcosa mi prese un braccio e capovolse la situazione.
Mi trovai sotto di lui, ora era lui che aveva il controllo.
Con una mossa rapida mi tolse il reggiseno e iniziò a baciarmi da per tutto. Dal collo, fino ad arrivare al basso ventre, dove iniziò a giocare con la lingua, finché finalmente non entrò dentro di me.
Era incredibile come la prima volta, e come essa ci misi un po' ad abituarmi alle spinte, ma quando mi abituai iniziai a volerne di più.

Dopo venti minuti Marcus si rivestì.
Mi misi in ginocchio sul letto con le braccia incrociate e feci la faccia arrabbiata.
"Dai Easy, ci vediamo domani ok? Ora devo andare" - mi baciò dolcemente le labbra - "posso tenermi la tua maglia?" - "se proprio vuoi..." - si levò la maglia, me la diede, mi baciò la fronte e poi tornò da quella rompi palle della sua ragazza.

Mi misi subito la sua maglia, che mi stava grande e mi infilai sotto le coperte a leggere un fumetto prima di addormentarmi.

Il giorno dopo sarebbero riniziate le lezioni, questo significava svegliarsi presto, indossare la divisa e stare tutto il giorno con quelle noiosissime persone.

Killer High School // Marcus LopezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora