𝕏𝕍𝕀𝕀. 𝙰𝚙𝚙𝚊𝚛𝚎𝚗𝚝 𝙷𝚊𝚙𝚙𝚒𝚗𝚎𝚜𝚜

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Quella notte spinsero i letti l'uno contro l'altro e dormirono tutti e tre insieme, confortandosi a vicenda. Katsuki si lasciò stringere tra le loro braccia e non protestò quando Izuku intrecciò le gambe con le sue, attirandolo contro il suo petto, mentre Shōto si premette alle sue spalle. Il loro calore lo faceva sentire al sicuro, protetto, e avrebbe voluto che quel momento non fosse dovuto finire mai, avrebbe voluto potersi nascondere lì e non uscire mai più da quel letto.
Tuttavia Shōto aveva fatto in modo di organizzare una conferenza stampa per il giorno successivo, appena prima dell'inizio delle conferenze ufficiali con il vincolo di non pubblicare alcuna informazione fino a tal momento, quindi non c'era davvero modo di fuggire ora.
Nonostante la tensione riuscì ad addormentarsi abbastanza facilmente, cullato dal calore dei suoi compagni, ma alle prime luci dell'alba era già sveglio, con l'ansia che aveva ricominciato a farsi sentire.
Restò a letto mentre Shōto e Izuku si erano alzati per prepararsi per la conferenza di quella mattina, con gli occhi incollati allo schermo del suo cellulare. Controllò per l'ennesima volta i social media alla ricerca di foto sue o titoli di articoli scandalistici relativi alla sua gravidanza.

«Niente?» Chiese Shōto, lanciandogli un'occhiata mentre si abbottonava la camicia allo specchio, impeccabile come sempre, nel suo completo firmato.
«No.» Borbottò, lanciandogli un'occhiata distratta. Spense il cellulare con un sospiro esagerato e lo lanciò sul letto per poi alzarsi a prepararsi. Abbandonare il tepore delle coperte fu quasi un atto di violenza fisica, ma si costrinse a trascinarsi verso la sua valigia, abbandonata sul pavimento.

«Sei sicuro di volerlo fare?» la voce di Sgōto era incerta, in qualche modo temette di ricevere una risposta negativa piuttosto che una affermativa.
«Sì, più che sicuro» confermò lui, piegandosi sulla sua valigia. Recuperò un paio di jeans che gli aveva comprato Shōto, grigio cenere, aderenti e con una morbida fascia elasticizzata in vita, e una t-shirt stampata a maniche corte, alla quale avrebbe aggiunto la sua inseparabile felpa nera.
Izuku lo osservava vestirsi e sorrise, vedendo che aveva scelto la maglietta con la scritta "I'm making a human, what have you done today?" stampata in lettere cubitali bianche sul davanti. Amava quella sua nuova fissazione per le magliette che riportano frasi ironiche riguardanti la gravidanza. Da quando erano andati a fare shopping ne aveva acquistate altre direttamente online e sembrava divertirsi a sfoggiarle ad ogni occasione sfidando chiunque lo incrociasse per strada a commentare.

«Sono stanco di scappare» aggiunse, affondando le mani nelle tasche della felpa con sguardo determinato.
Izuku sorrise al suo riflesso nello specchio, sistemando il nodo alla cravatta di Shōto, che lo ringraziò con un bacio a fior di labbra.
«Va bene. Andiamo allora.»

*

Quando arrivarono all'arena, come previsto, ci fu un assembramento di giornalisti schierati nell'ingresso, come fiere in attesa della preda.

«Sei pronto?» chiese Shōto indugiando.
Katsuki prese un profondo respiro, cercando di calmare i nervi. Per quanto stesse cercando di farsi vedere forte e risoluto, la morsa che gli stritolava lo stomaco non voleva lasciarlo andare.
«Sì.»
Shōto spalancò le porte a vetri dell'entrata, facendosi da parte per lasciarlo passare in un gesto cavalleresco che abitualmente gli avrebbe dato sui nervi ma che in quel momento apprezzò profondamente. Non voleva dover tirare fuori le mani dalle tasche, stavano tramando così tanto che chiunque se ne sarebbe accorto. L'ultima cosa che voleva era regalare ai giornalisti un'altra immagine patetica di sé.
I flash scattavano impazziti appena varcarono la soglia e in un attimo erano tutti attorno a loro. Si accalcavano, protendono i microfoni verso di lui, schiacciandoli contro le porte dell'ingresso. Le voci si alzarono, gridavano, era un frastuono insopportabile; a stento riusciva a tenere gli occhi aperti, ma strinse i denti e si fece forza. Piantò i piedi a terra a raddrizzò la schiena, dedicando uno sguardo sfrontato direttamente alla telecamera della tv nazionale americana fissa di fronte a lui.

𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 ~ Threesome||TodoBakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora