𝕀𝕍. 𝙲𝚊𝚗 𝚢𝚘𝚞 𝚝𝚛𝚢?
Le cose non andarono esattamente come Katsuki aveva immaginato:
Shōto lo aveva tenuto stretto finché non aveva smesso di piangere. Aveva ascoltato in silenzio mentre gli raccontava ciò che era successo nell'ultima settimana e il suo sguardo si era fatto duro quando gli aveva detto che suo zio aveva cercando di convincerlo a metter fine a quella gravidanza.
Quando Katsuki finì di parlare, scomparì oltre la porta per più di un'ora, senza una parola. Al suo ritorno gli aveva dato dieci minuti per prendere tutte le sue cose, prima di trascinarlo su un volo diretto in America.
E così, nel giro di sei ore, si ritrovò a Chicago.
Apparentemente tutti erano stati in pena per lui per giorni. Deku aveva persino sospeso gli allenamenti e così era stato proprio lui ad accoglierli alla porta di casa loro.L'espressione di sorpresa sul volto di Midoriya si sciolse in un sorriso carico di sollievo nel vedere Katsuki all'ingresso insieme a Shōto.
«Kacchan! Allora stai bene!» Esclamò prima di stringerlo in un abbraccio, tanto inatteso quando indesiderato.
«Oi! Cosa pensi di fare!? Lasciami andare!» sbottò lui spingendolo via infastidito.«Katsuki, ti sembra il modo di trattare qualcuno che è stato così tanto in pena per te per giorni?» lo riprese Shōto freddamente, facendolo infuriare ancora di più.
«Al diavolo. Come se me ne fregasse qualcosa.» esclamò togliendosi le scarpe e buttandole disordinatamente in un angolo.
Dopo aver festeggiato il suo sedicesimo compleanno Katsuki era cresciuto soltanto di un paio di centimetri, a differenza dei due: Shōto era cresciuto fino a sfiorare il metro e novanta, mentre Midoriya era più alto di lui di dieci centimetri circa, cosa che lo infastidiva ancora di più.«Sono stanco e voglio solo dormire. Me ne vado nella mia stanza!» sbottò, sorpassando Izuku per dirigersi verso la porta che portava presumibilmente alle camere. Ma la voce di Midoriya lo fermò.
«Ehm, Kacchan... mi dispiace ma al momento non abbiamo camere libere... la stanza degli ospiti è occupata da moltissimi scatoloni risalenti al trasloco... non c'è neanche spazio per entrare.»
«Non è certo un problema, dormirà con noi.» accennò ad un piccolo sorriso Shōto, come se nulla fosse, come se fosse scontato.
«Cosa!? Non ho intenzione di dormire nella stanza con Deku!»
«Katsuki, non essere irriconoscente. Devo forse ricordarti le buone maniere?» aggiunse con calma ma fermezza, facendolo fremere.
«No.» Sibilò lui tra i denti, furioso.
«Ottimo.» Gli si avvicinò e lo baciò sulla tempia. Un piccolo premio per essersi comportato così bene.«Andiamo. Abbiamo molto di cui parlare prima di poterci riposare.» proseguì Shōto andando verso il piccolo salottino collegato alla sala da pranzo.
«Cosa vorresti dire?!» boccheggiò Katsuki raggiungendolo, all'improvviso si era sentito ansioso. Non aveva ancora rivelato a nessuno la sua gravidanza. E non si aspettava certo di doverlo fare così presto, e con lui.«Beh, non pensi che se ne accorgerebbe comunque presto o tardi?» gli domandò retorico sollevando un sopracciglio.
«Accorgermi di cosa?» si intromise Midoriya, sistemando ordinatamente le scarpe del nuovo arrivato, ancora sorpreso per l'intera situazione.
«Lo capirai tra poco.» Shōto gli posò una mano sulla schiena per sospingerlo in avanti, mentre prese le valige, e Katsuki si sentì ardere dalla gelosia per quel gesto insignificante, ma così intimo ai suoi occhi. Non aprì bocca, non volle farsi riprendere di nuovo.Quando Katsuki varcò la porta della sua camera si rende conto che quella era probabilmente la prima volta che entrava nella stanza del suo rivale. Restò vagamente sorpreso, se l'aspettava piena di poster di All Might ovunque.
«Scherziamo?!» esclamò poi guardandosi intorno. Era piccola, con un solo letto da a mala pena due piazze, una scrivania e un armadio a muro. «È minuscola! Non ci staremo in tre!»
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𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 ~ Threesome||TodoBakuDeku
FanficKatsuki Bakugō ha ormai venti anni e la sua vita è cambiata molto da quando il suo primo amore se n'era andato. Shōto Todoroki e Midoriya Izuku sono partiti verso l'America per scoprire il mondo oltre la loro città di periferia e vivere la loro stor...