𝕏𝕏𝕍𝕀𝕀𝕀. 𝚄𝚗𝚌𝚎𝚛𝚝𝚊𝚒𝚗𝚝𝚒𝚎𝚜

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Alle 5:30 del mattino seguente, Shōto si svegliò di soprassalto con un singulto, al trillo del suo telefono. Allungò un braccio per metterlo a tacere con un gesto brusco e il silenzio calò di nuovo nella stanza.
Sospirò pesantemente, strofinandosi il viso.
Aveva passato la notte precedente a fare l'amore con i suoi compagni, confortandoli e rinsaldando il fragile legame che li univa, cercando di scacciare l'ombra del senso di colpa che gli pesava sul petto dopo le parole di Katsuki finché non erano stati così stanchi ed appagati da trascinarsi a letto per qualche ora di sonno.
Si tirò a sedere con una smorfia. La testa gli pulsava come in un dopo sbornia di tequila, ed aveva la spiacevole sensazione di essersi addormentato solo dieci minuti prima.
Katsuki russava placidamente al suo fianco, una gamba nuda che spunta dalle coperte, la labbra dischiuse e i capelli aperti a raggiera sul cuscino.
Shōto sorrise e si chinò a baciargli la fronte, ricevendo in risposta una smorfia infastidita.  Si spostò più in basso sul suo ventre rotondo. Scostò le lenzuola con cautela, non voleva svegliarlo –sarebbe stato piacevole come destare Cerbero dal suo sonno infernale– e posò un bacio sulla sua pancia. Il bambino rispose immediatamente, un piccolo calcio vicino all'ombelico, appena prima che Katsuki si girasse sul fianco, sbruffando.
Alle sue spalle, Izuku si accoccolò di più contro la sua schiena, strofinando il naso tra le sue scapole con un sospiro, inseguendo il suo calore.

«È ora di alzarsi?»
«Purtroppo sì.» sussurrò Shōto in risposta, voltandosi a baciarlo. «Dobbiamo andare.»
«Perché così presto?» lamentarsi non avrebbe cambiato nulla, ma gli avrebbe fatto guadagnare qualche altro prezioso minuto stretto al corpo caldo di Shōto, nel loro confortevole bozzolo di lenzuola.
«Perché altrimenti non avremmo abbastanza tempo per l'allenamento. Anche io preferirei rimanere a letto con voi, ma non possiamo.»
Izuku emise un verso lamentoso, ma si alzò obbediente.
Rabbrividì, in piedi affianco al letto, mentre cerca le ciabatte. Nonostante la stagione, al mattino era ancora freddo per girovagare nudi per casa.
Le braccia di Shōto si avvolsero attorno alla sua vita, prendendolo alla sprovvista. Sentì le sue labbra posarsi sulla fossetta appena sopra le natiche e si tese. Nonostante fossero passati mesi, ancora non riusciva a sentirsi completamente a suo agio in situazioni come quella, quando non c'erano vestiti a dividerli, nulla dietro cui potesse nascondere le sue insicurezze.
«Non ne hai avuto abbastanza ieri?» sussurrò nella semi oscurità, intuendo le sue intenzioni, e Shōto gli morse una natica, strappandogli un grido sorpreso e al tempo stesso divertito.
«Non ne avrò mai abbastanza.» commentò accarezzando le sue cosce toniche, seguendo il profilo dei suoi muscoli tesi.
«Smettila! Sveglieremo Kacchan!» sibilò lui, cercando di risultare perentorio, fallendo miseramente quando i brividi gli percorsero la schiena, sotto il suo tocco. 
«Forse voglio che si svegli.»
Quella risposta vellutata gli strappò un ansito sorpreso. Lanciò uno sguardo alla figura addormentata di fianco a loro. La pelle delicata di Katsuki riluceva pallida alla luce dell'alba che filtrava dalla finestra, costellata di piccoli segni rossi, segni tangibili della loro notte di passione. La curva flessuosa della sua schiena attirò il suo sguardo giù, verso le sue natiche rotonde, perfette. Il suo battito accelerò in fretta.
«Non farlo...» esalò, tremante, distogliendo lo sguardo con uno sforzo immane.
«Perché? Non lo vuoi anche tu?» nel chiederlo gli avvolse una mano attorno al membro e lui sussultò, sorpreso per l'ennesima volta dalla facilità con cui il suo corpo reagiva a Katsuki. La voce di Shōto era morbida come velluto. «Riesco a vederlo sai? Come lo guardi... quanto lo desideri.»
Izuku deglutì a secco, la voce uscì strozzata quando parlò di nuovo. «Ti...» si schiarì la gola, ci riprovò. «Ti da fastidio?»
Shōto rise alle sue spalle, accarezzando la sua erezione placidamente. Lasciò un bacio nel punto che aveva morso poco prima. «No»
Izuku sospirò di sollievo, così pesantemente da scatenare un'altra risata nel suo compagno.
«Devi smetterla di avere paura di questo. Te l'ho detto, e penso di avertelo anche dimostrato più volte, non sono geloso. Non è un problema se ami lui più di me, se lo vuoi più di quanto tu voglia me.»
Izuku si sentì la terra mancare sotto i piedi. «Non è così!» si affrettò a dire voltandosi di scatto, completamente dimentico della sua nudità.
Shōto inarcò un sopracciglio, un sorriso divertito gli distende le labbra, a pochi centimetri dalla punta del suo membro eretto. «Va bene Izuku, davvero. Non devi nasconderlo, mi rende felice sapere che provi sentimenti così profondi per lui.»
«Li provo anche per te, lo sai! Da ben prima, da così tanto tempo che è imbarazzante ammetterlo.» ribatté con fermezza. Non aveva mai immaginato che Shōto potesse avere dubbi simili, così stupidi.
«L'ammirazione e l'amore sono due cose diverse, Izuku.» continuò a sorridere, ma un'ombra attraversò il suo sguardo mentre pronunciò quelle parole, una nuvola scura nel cielo azzurro dei suoi occhi.
«Non è così! Io ti amo! Non è solo ammirazione!»
Shōto continuava a sorridere, ma lui riusciva a vedere perfettamente che non credeva alle sue parole. Gli accarezzò i fianchi con i pollici, prima di posare un bacio sull'osso sporgente del suo bacino. «Lo so.»
«No, non è vero!» alzò troppo la voce e Katsuki grugnì nel sonno, voltandosi infastidito. Socchiuse un occhio e li fulminò con lo sguardo. Non aveva bisogno di aprire bocca per insinuare il terrore in loro.
«Ce ne andiamo, ce ne andiamo.» si affrettò a dire Shōto, le mani sollevate in segno di resa mentre si alzava in fretta dal letto, mettendo fine alla loro discussione.
Izuku lo guardò sparire oltre la porta del bagno e sospirò.
«Scusa se ti ho svegliato.» mormorò, chinandosi per baciarlo, ma il senso di colpa lo immobilizzò. Le parole di Shōto gli rimbombarono nella mente, sentiva ancora il suo sguardo rassegnato addosso.
Si allontanò, lasciando Katsuki perplesso e insoddisfatto. Lo aveva svegliato e non aveva neppure intenzione di farsi perdonare a dovere? Sbuffò e si volta sul fianco, tirandosi le coperte fin sopra la testa. Izuku si poteva scordare di poterlo avere per le successive due settimane, dopo quell'affronto.

𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 ~ Threesome||TodoBakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora