Ti voglio, ti voglio con tutto me stesso.
Sei la ragazza che più voglio in questo mondo di merda.
La prima volta che ti ho conosciuta sei stata la mia via di fuga da una vita monotona, dura e che non faceva per me.
Ti ho conosciuta e tu ti sei lasciata conoscere ti sei fidata di me e io non ho fatto altro che farti stare male.
Ho fatto una scelta, l'ho fatta e ne sono consapevole. Ma sono tanto consapevole di aver fatto una scelta quanto di aver sbagliato.
Me ne pento ma forse tu non capisci quanto.
Non sono mai stato cosi male per una scelta presa da me, solitamente le decisioni che prendo non influenzano il mio stato d'animo.
Ma tu, TU. Maledetta, perché? Perché sei entrata nella mia vita? Perché ho dovuto conoscerti?
Da quanto ti ho vista per poi perderti non ho fatto altro che pensarti.
Ti ho persa per un mio sbaglio.
Da quel giorno, da quando ti ho SCRITTO per messaggio la mia scelta ho sempre saputo che non ti avrei mai più rivisto anche se sotto sotto il mio cuore non aspettava altro.
Non mi vergogno a dirlo o ad' ammetterlo.
Da quando ti ho persa ho pensato di farla finita, ti salire fino all'undicesimo piano del mio palazzo.
Godermi l'orizzonte, i tetti delle case il cielo chiudere gli occhi ascoltando i rumori di questa metropoli infame per poi pensare un'ultima volta a te; mentre mi lascio andare tra le braccia del vuoto pronto a farla finita una volta per tutte.
Oppure guardando un'ultima volta i treni, che amo fin da bambino. Che mi hanno fatto sognare per tutta l'infanzia.
Ripensando a come fossero andate le cose se mi fossi comportato diversamente finendo per gettarmi sulle rotaie ghiacciate.
Ma non ho fatto nulla di ciò, perché so che avrei fatto stare male qualcuno.
Perché ho una sorella che potrebbe avere bisogno di me, una madre che mi vuole bene così come un padre.
Forse è questo che mi impedisce di lasciarmi andare nel vuoto spensierato.
Così ogni volta che le cose vanno davvero male e mi crolla addosso tutto mi rialzo e continuo a lottare.
Prendo a pugni la vita anche quando diventa difficile incassare i colpi.
Finché poi dopo parecchio tempo trascorso ti ho rivista, ti ho ricontrata.
In quel momento non ero indifferente, di più.
Ma perché hanno prevalso stupidità e orgoglio.
Non appena i miei occhi si sono posati su di te avrei voluto avvolgerti tra le mie braccia, stringendoti al mio petto accarezzandoti i capelli sussurrandoti scusa nell'orecchio per non staccarmi più.
Ma purtroppo non è stato cosi.
Io ero consapevole che tu fossi arrabbiata con me ma affrontare la situazione è stata dura.
Perché mi sono sentito in difficoltà, non sapere cosa fare per rimediare a uno sbaglio da te commesso quando parli della donna che vuoi non è facile.
Ma non ti voglio per fare sesso o per avere compagnia nei momenti di relax.
Tu sei la donna che voglio nella mia vita, io sono disposto a tutto per te e non ho idea del perché.
Darei la mia vita per salvare la tua.
Voglio conoscerti, amarti e mettermi in gioco per te.
Quando ci siamo rivisti e la sera che ti ho domandato una seconda possibilità non l'ho fatto aspettandomi che tu cascassi tra le mie braccia per poi finire nel letto a scopare.
Io desideravo solo che tu capissi come fosse la mia anima in quel momento, ovvero in bilico tra una pozza di pece nera e un campo fiorito.
Volevo farti capire che ero completamente pentito di quello che avevo fatto, di come ti avessi trattato.
Quando tu mi hai detto che non mi avresti concesso una seconda possibilità mi sono sentito male, molto.
Perché quando ho saputo di te mi sono fatto coraggio, ho ricostruito quello che ormai era in rovina e ho provato a rimettermi in gioco.
Ma non è servito a nulla, e tutto è tornato come prima.
Tutto è tornato piatto, indifferente e monotono, il mio cuore è tornato ad'essere un cielo nero solcato da nubi scure cariche di rabbia, rimpianto, indifferenza e tristezza.
Era fatta.
Ormai eri stata la mia Waterloo, la mi disfatta totale.
Quella sera ho deposto le armi e mi sono arreso una volta per tutte, pronto ad' esilare i miei sentimenti per te.
Finché il giorno dopo tu sei venuta da me mentre io ero nella mia stanza a lavorare al computer.
Mi hai abbracciato poggiando la tua testa su di me.
È stato da infarto, perché ero isolato nel mio mondo e non mi aspettavo che qualcuno venisse da me.
Ma è stata anche la cosa più bella che tu potessi darmi.
Una seconda possibilità, permettendoni di mostrati i miei cambiamenti.
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i miei pensieri
Ficción GeneralSemplicemente il diario di un ragazzo problematico, scriverò di me, delle mie emozioni e della mia vita privata. Momenti che non tutti conoscono o che nessuno sa, li scriverò cosi come li ho vissuti. Per sfogarmi, come se fosse un diario aperto a tu...