Io non parlo tantissimo di "normalità", è una parola che uso spesso quando scrivo, e mi chiedo se ogni tanto io non sia forse quello "normale" e tutti gli altri quelli "diversi" o "strani".
Ma come fai a capirlo?
Come fai a capire quale di queste fottute etichette ti verrà attribuita dalla società di oggi?
Sei il diverso?
Quello che fa paura alla società per la sua ampia veduta delle cose.
Sei quello strano?
La persona emarginata da tutti perché a interessi diversi dagli altri.
O quello normale?
Quello conformista, ignorante che odia il diverso e sfotte lo strano.
Semplice, ti guardi attorno e se tutti sono vestiti di bianco e tu sei l'unico vestito di nero ti rendi conto di essere quello "diverso", ma come fai a capirlo quando si tratta di cose meno visibili e più interiori.
Devi cercare di capirlo, senza far capire però alle altre persone chi sei davvero, questa è la parte complicata.
Quindi inizi a parlare con le persone, e ogni tanto butti li qualcosa di tuo sperando per il meglio.
Sono state poche le volte in cui le persone mi hanno apprezzato davvero, questo è quello che succedeva a me, quindi per paura di non piacere fingevo di essere quello che non ero, la mia compagnia era più gradita dalle persone quando ero socievole, estroverso, chiacchierone e scherzoso. Ho cercato di non far capire alle persone che ero quello strano e diverso solo per integrarmi e avere meno problemi possibili.
Non posso negare di essere una persona socievole ed estroversa alle volte, ma è solo una parte di me...
Mentre stavo scrivendo mi sono chiesto perché stessi scrivendo tutto questo? Perché cazzo sto qui a scrivere queste stronzate che non servono a un cazzo.
Le sto scrivendo perché ho bisogno di sfogarmi con chi mi sa ascoltare senza giudizio e senza essere infastidito del mio continuo parlare ininterrotto, un foglio bianco.
Un foglio bianco che mi aiuta a trasmettere quello che ho vissuto, quello che penso, quello provo e che vivo in modo ordinato a tutti quelli che vivono o hanno vissuto quello che sto vivendo io e a non far sentire sole queste persone.
Essere se stessi non è facile proprio per un cazzo, è più facile far finta di essere ciò che non si è per paura di non piacere.
Quando ho cominciato a capire come fossi realmente mi ponevo alle persone per quello che ero, non ho riscosso molto successo ma almeno ero me stesso, sono me stesso e almeno so di vivere per quello che sono.
E ci sono cose che ancora sto cercando di capire, cose che però molte persone non capirebbero, ma si tratta di una situazione che molte persone hanno già dovuto affrontare, che alcune stanno affrontando e che ora io sto vivendo e capendo su di me.
Se questo pensiero dovesse continuare a inseguirmi proverò a scrivere anche di lui.
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i miei pensieri
General FictionSemplicemente il diario di un ragazzo problematico, scriverò di me, delle mie emozioni e della mia vita privata. Momenti che non tutti conoscono o che nessuno sa, li scriverò cosi come li ho vissuti. Per sfogarmi, come se fosse un diario aperto a tu...