Da un pò di tempo mi sono accorto di essere pieno di rabbia, nervosismo e mi sento agitato.
Non so a cosa sia dovuto, anche perché fino all'anno scorso ero molto diverso, ero tranquillo e gentile.
Da quando sono cresciuto, da quando lavoro; da quando sono diventato adulto mi sento oppresso.
È assurdo pensare che ormai siamo nati per lavorare praticamente tutta la vita.Ogni volta che mi ci soffermo non posso fare a meni di sentirmi schiavo, non è possibile che una persona debba passare la sua vita a fare qualcosa di monotono, senza passione, senza libertà; per anni. Perchè? Qual'è il senso?
Non sto dicendo che sia sbagliato lavorare, anche perchè altrimenti la società così come la conosciamo non esisterebbe.Ma pensateci bene, quello che state facendo vi piace? è quello che sognate di fare?
Nel mio caso no, e so come ci si sente.Ma purtroppo oggi ci si deve accontentare e si lavora per sopravvivere, per pagare un tetto sotto cui stare, per le bollette, insomma o lavori o lavori.
Vorrei avere la possibilità di fare un'infinità di cose, di vedere il mondo intero ma non credo ci riuscirò.Il fatto di non poter fare ciò che vorrei o che debba lavorare per il resto della vita non facilitano le cose, poi ho una famiglia che va a rotoli e oltre tutto devo cercare di tenere sotto controllo le cose, ma scriverò anche di questo prima o poi.
Purtroppo mi soffermo molto a pensare su quello che è stato, su quello che è ma anche su quello che sarà.
Potrà sembrarvi la citazione di un film o una frase da saggio ma alla fine è quello che faccio, tendo a pensare tantissimo e spesso ci sto male, mi sento triste, pieno di rimpianto, o di rabbia appunto.
Francamente non so più cosa fare della ma vita, sono più confuso che mai.
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i miei pensieri
General FictionSemplicemente il diario di un ragazzo problematico, scriverò di me, delle mie emozioni e della mia vita privata. Momenti che non tutti conoscono o che nessuno sa, li scriverò cosi come li ho vissuti. Per sfogarmi, come se fosse un diario aperto a tu...