Instabilità di un giovane uomo

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Mi ritrovo di nuovo qui.... A fissare un'enorme pagina bianca che proietta la luce del monitor sul mio viso.
Ho fissato il bianco della pagina di wattpad e pensavo tra me e me se scrivere quello che stavo pensando, come scrivere, cosa scrivere.
Scriverò tutto quello che mi passa per la testa in questo momento partendo dalla cosa che più mi attanaglia; sono stufo. E' un tema ricorrente nei miei pensieri, stufo di cosa?
Di quasi tutto, non so più cosa fare, non so dove voltarmi, cosa pensare.
Sono stufo di dover vivere in una città caotica e frenetica, sono stufo della gente che parla di stronzate e sparla l'una dell'altra.
Sono stufo delle persone in generale.
Sono stufo anche della mia ragazza che non capisce niente, sono stufo di sentirla parlare a vanvera per nulla di cosa futili o di cazzate. Non mi interessa sapere cosa pensa la gente di me, del mio aspetto, del mio modo di fare, del mio carattere o di come gestire le relazioni interpersonali e la mia vita sociale. Non mi frega un cazzo e mi sto rompendo le palle di lei. Parla troppo e inutilmente, io sono una persona difficile e lo ammetto.
Non pensavo di avere un carattere cosi diverso dal suo, eppure siamo due poli opposti e questa cosa inizia a farsi sentire, abbiamo obbiettivi diversi nella vita; certo alcune cose in comune ci sono ma inizio seriamente a pensare che non faccia per me.

Penso spesso anche ai miei genitori, a tutto quello che ho passato con loro e che mi hanno fatto passare.
Penso a tutto quello che hanno fatto per me e mia sorella, hanno fatto molto sia positivamente che negativamente. E nonostante la mia età, 21 anni ormai avrei voluto passare ancora qualche anno con loro. A 21 anni pensare di passare ancora del tempo con i genitori è una follia per una persona normale.
Si certo, e non lo nego ma considerate che per circa 6-7 anni sono stati i miei genitori solo nel weekend, solo il sabato e la domenica.
Perchè dal lunedì al venerdi ero in comunità con mia sorella, dalla mattina alla sera vedevamo solo educatrici, i bambini a scuola e i bambini in comunità.
La sera quando era il momento di andare a dormire pensavo a come stessero i miei genitori a quando li avrei rivisti...se li avrei rivisti.
Era spesso così, andavo a dormire sempre pensando a loro e quando sarei finalmente riuscito a stare con loro senza dover pensare che domenica sera sarei dovuto tornare in comunità.
Io e mia sorella ci suportavamo a vicenda. Vivevamo l'uno per l'altro.
Pian piano il tempo passava e cominciavamo a crescere. Al 5° anno di permanenza in comunità se non ricordo male venimmo spostati e divisi. All'inizio fu pesante da sopportare per me, ma dopo mi abituai mentre a mia sorella questa cosa pesava parecchio.
Ci vedevamo solo il fine settimana dai nostri genitori, per 2 giorni alla settimana potevo vedere la mia famiglia.
Quando poi i nostri genitori riuscirono ad'assestare la loro situazione riuscimmo a tornare a stare da loro definitavamente. Io avevo 16-17 anni circa mentre mia sorella 1 anno e mezzo in meno. Certo ero contento di essere tornato dai miei genitori, ma ormai ero cresciuto.
Non potevo ricevere lo stesso affetto che si da a un bambini di 8 anni e così ho questo vuoto costante che purtroppo neanche adesso posso colmare perchè i miei genitori sono separati e divisi mentre io convivo con la mia ragazza.
Mia sorella, la persona con cui sono cresciuto e con cui ho passato un sacco di cose sta crescendo e non ha più bisogno di me anche se io ne ho di lei. Mi sento solo e mi sento triste, avvilito, dispiaciuto. Non so cosa provo ma non mi sento felice o tranquillo.
Tutte queste cose mi stanno facendo sentire male, poi le reazioni della mia ragazza non fanno che peggiorare il mio stato d'animo e farmi stare ancora peggio.

Non so come facciano la altre persone a farsi forza, finchè vivevo con i miei genitori e andavo a scuola nonostante la vita non fosse delle migliori, del tipo pasta col tonno quando andava bene oppure in bianco. Nonostante i miei genitori non pagassero l'affitto, nonostante vivessimo in una casa davvero squallida.
Nonostante tutto questo, riuscivo a essere positivo e a vedere il bello delle cose, a vedere il bicchiere mezzo pieno come si dice. Avevo voglia di vivere; mi allenavo, ma non per vanità ma principalmente per inseguire il mio sogno.
Adesso non ha più senso niente, l'unico sogno che realmente avevo sembra essere così lontano e irrealizzabile che ho perso le speranze.

Non ho ricevuto tutto l'affetto che desideravo dai miei genitori, mia sorella si sta facendo la sua vita "dimenticandosi" di tutto quello che abbiamo passato e la mia ragazza non aiuta.
Sono stufo e spesso quando mi ritrovo in queste situazioni, quando mi ritrovo a dover affrontare tutto questo mi sento oltre che stufo anche stanco.
Mi chiedo spesso chissà cosa succederebbe se dovessi morire.

Chi mi piangerebbe?
Per quanto verrei ricordato?
Perché non farlo?

E nella mia testa, nascosto in profondità sotto l'impassibilità, l'apparente felicità, finta calma; sotto la rabbia, la malinconia e la tristezza cé quel pensiero.
Che ogni tanto riaffiora e si ripete nella mia testa. Come se la mia anima mi parlasse e mi incoraggiasse a farlo.
Non ho idea del perché? Come non ho idea del perché lo stia scrivendo qui, anche se potrebbe finire tra quelle pagine non pubblicate o tra quelle che voglio pubblicare.
Non sono uno scrittore esperto, ma neanche capace.
Sto solo cercando di condividere con gli altri quello che sono in realtà, e quello che provo senza riceve un giudizio o compassione.
Sono sicuro che io non sia l'unica persona che ha passato e sta passando momenti di instabilità emotiva e oserei dire mentale.
Mi hanno invitato a parlarne...ecco questo é il mio modo di parlare. Aprendo la mente non la bocca.

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