Dark

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Bang Chan× Lee Felix

La piú grande paura del ragazzo dai capelli bianchi regnava nella stanza.
Il buio. L'oscura presenza che conquistava una ad una ogni stanza di ogni casa.
La sensazione di inquietudine che faceva sempre battere forte il cuore del ragazzo.
Aveva paura. Paura del buio.
Il trauma delle luci spente lo perseguitava da anni, e mai era riuscito a superarlo. Un'infanzia rovinata, per il povero ragazzo.
La sua mente era troppo fragile per sopportare un sovraccarico del genere.

Allungó una mano verso il suo comodino.
Afferró il suo cellulare. La sua unica fonte di luce in quel momento.
Nemmeno i lampioni piazzati ai lati della strada che passava dinnanzi la sua dimora illuminavano la sua stanza.
Digitó il numero che ormai conosceva alla perfezione.
Due squilli e finalmente una voce impastata dal sonno interruppe quello spaventoso silenzio.
"C-Chan, vieni q-qui. Aiut-tami, ti prego."
Le sue parole furono semplicemente dei sussurri. Il corpo paralizzato, la gola secca, la mente annebbiata dal terrore.

Un attacco d'ansia, ecco quello che stava passando in quel momento.
Non riusciva piú a muoversi. Le parole gli morivano in gola. Il respiro gli divenne sempre piú affannato, e l'ossigeno faticava a raggiungere la sua mente in stato confusionale.
Non riuscí nemmeno a riattaccare.
"Arrivo. Ascolta la mi voce, Felix. Va tutto bene, respira."
La voce dall'altro capo dell'apparecchio cercó di distrarre il bianco.
Il maggiore sapeva cosa stava accadendo all'amico, e sapeva ció di cui necessitava.

Il bianco cercó di concentrarsi sulla voce dell'amico. La trovava immensamente rilassante. Un'ancora di salvezza di cui non sapeva di aver bisogno.
Il tono pacato e premuroso del ragazzo rese il respiro del giovane piú regolare, ma ció non bastava.
A Felix serviva qualcuno a qui stringersi, e Chan stava correndo per le strade di Seoul solo per l'amico dai capelli tinti.
Immaginó gli occhi liquidi del ragazzo, e quell'immagine gli fece solo dolere il cuore. Non avrebbe mai permesso che Felix soffrisse.

Col fiato corto ed il cellulare ancora poggiato all'orecchio raggiunse la piccola villa dalla facciata arancione.
Un edificio nella norma, che conosceva piuttosto bene.
Non era la prima volta che infilava le sue chiavi nella toppa della porta alle 2 di notte.
Cercó l'interruttore della luce, ma quando lo trovó e lo pigió non fece il suo dovere.
La corrente era saltata.
Accese la torcia del cellulare, riattaccando la chiamata. Si fece strada nell'abitazione consciuta alla luce di quel piccolo congegno.
Raggiunse la porta che lo separava dal ragazzo in preda al panico, e non esitó un solo attimo ad abbassare la maniglia in ottone.

Subito si precipitó verso il letto matrimoniale, stringendo a sé il corpo tremante del bianco.
La sua pallida pelle era fredda, nonostante si trovasse sotto le coperte.
Chan sentí il cuore di Felix battere all'impazzata.
Accarezzó la chioma chiara del ragazzo, sperando che quest'ultimo percepisse a pieno la sua presenza.
"Sono qui. Lix, non devi piú avere paura. Io sono qui, e nessuno ti potrà fare del male."
Sussurró quelle parole, percependo un fastidioso groppo in gola.
Come Felix aveva paura de buio, Chan temeva perdere la persona che piú amava. La persona che aveva deciso di proteggere ad ogni costo fin dal loro primo casuale incontro. Gli occhi dolci e spaventati del piú piccolo gli avevano come lanciato una silenziosa richiesta d'aiuto, che il rosso non tardó ad accogliere. Non fu mai in grado di tirarsi indietro per il benessere del bianco. Se glielo avesse chiesto, Chan sarebbe andato e tornato da Marte per lui.
Una promessa che mai avrebbe infranto.

Il corpo esile del piú piccolo ancora fremeva, Chan non sapeva piú che fare. Ancora alcuna parola era fuoriuscita dalle labbra sottili del bianco. Nessun sussurro, nessun sospiro.
Il rosso strinse ancora piú vicino a sé il ragazzo tinto. Accarezzó dolcemente quella chioma leggermente annodata.
Il suo cuore era schiacciato in una morsa di dolore. Provava dolore per quel povero ragazzo, preda del buio pesto.
Era a corto di idee, e la sua mente stava entrando in uno stato di tilt.
Il suo cervello era affollato da scenari e domande di ogni genere, ed il suo corpo non sapeva piú che comandi portare a termine.
Fece l'unica cosa che gli venne spontena. La cosa che piú desiderava in quegli ultimi mesi.

Poggió delicatamente le sue labbra su quelle del bianco, percependo una  seconda morsa stringergli il basso ventre.
Percepì i muscoli tesi del piú piccolo farsi piú rilassati. Smise di tremare, e si sciolse in quel bacio inaspettato.
Finalmente Felix fu in grado di respirare e ragionare, allontanandosi poi un poco dal viso del piú grande.
Riusciva soltanto ad intravedere i dolci lineamenti del rosso, mentre questo lo osservava con occhi sognati, nascosti dal buio non piú opprimente come prima.

"Chan."
Sussuró il bianco, cercando gli occhi gentili dell'interpellato.
Voleva scorgere quelle pupille dilatate e nel quale leggeva soltanto premura nei suoi confronti.
"Sí?"
"Sei la mia luce."
Disse semplicemente, prima di tornare alla ricerca disperata delle labbra dell'altro, che non smise piú di desiderare.

Desiderava assaporare in ogni suo gusto quella bocca tanto bramata.
Voleva averlo al suo fianco per quella notte e per tutte le seguenti.
Il buio attorno a loro sembró diradarsi, e farsi meno pressante.
Felix non ebbe piú paura, tutto per merito della sua luce.
L'unica luce che era in grado di illuminare il suo buio interiore.
Il ragazzo dai capelli rossi. Chan.

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𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora