Look out of the window

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Choi Hyunsuk × Park Jihoon

For you notlazyprisney

La suoneria del cellulare mi destò dal mio sonno profondo.
Fissai lo schermo luminoso, ancora assonnato e preda della stanchezza.
Non riuscii a leggere il nome del mittente, perciò mi limitai a pigiare il tasto verde e poggiare l'apparecchio all'orecchio. Mai, però, mi sarei mai immaginato di udire quella voce.
«Ciao Hyunsuk.»
«Jihoon?»
Quasi urlai, dopo averlo sentito rispondere al mio solito "Pronto" con la voce impastata dal sonno.
Abbassai subito la voce, ricordandomi del tardo orario. Era mezzanotte passata.
«Certo, chi altro potrei essere?»
Rispose lui, e lo immaginai mentre un sorriso dipingeva le sue candide labbra. Quelle labbra sottili e graziose per il quale avevo perso la testa.
«Che cosa vuoi a quest'ora?»
Continuai a bisbigliare contro quel povero apparecchio.
«Guarda fuori dalla finestra.»
«Cosa?»
«Guarda fuori dalla finestra della tua camera.»
Riagganciò non lasciandomi più il tempo di porre altre domande inutili e stupide.
Preso dalla curiosità, che lui era stato perfettamente in grado di stuzzicare, balzai fuori dal caldo letto e corsi verso la lastra di vetro che mi separava dal mondo esterno.
Aguzzai la vista nel buio pesto di quella notte e finalmente i suoi occhi mi furono visibili.
Sorrideva per davvero, e in quel momento non mi serviva più l'immaginazione.
Dietro di lui una strana luce viola, un'aura di luce colorata unica e rara. Come un angelo. Un salvatore.
Le mie ginocchia si fecero deboli e minacciarono di cedere sotto il mio peso.
I nostri occhi si studiavano di nuovo dopo tanto tempo di separazione forzata.

I miei genitori mi avevano proibito di frequentare nuovamente Park Jihoon, giustificandosi col dire che non era una buona compagnia.
I primi tempi pensai di scappare di casa, ma quando notai che il castano non era mai venuto a cercarmi mi arresi alla pura verità di quel momento. Mi barricai nella mia stanza, solo e triste, dopo quella delusione di cui non sapevo di essere degno.
Eppure in quel momento lui era lì, dinanzi casa mia che mi aspettava sorridente. Avrei potuto voltarmi ed ignorare quella visita inaspettata, ma non ci riuscii. Il pensiero di poterlo riabbracciare mi rendeva così felice che ancora con indosso il pigiama mi fiondai fuori di casa. Non mi preoccupai di svegliare i miei genitori, l'unica cosa che mi importava era riprovare la sensazione di non essere solo.
L'aria serale e fresca mi sferzò il viso, ma non mi fermai, dirigendomi ancora di corsa verso quella figura unica e meravigliosa.
Lui allargò le braccia, nel quale mi tuffati bisognoso. Il suo profumo invase le mie narici e la mia mente donandomi una sensazione rara di felicità.
Lui rise, mentre stringevo il suo corpo sempre più stretto tra le mie braccia.
Mi era mancato così tanto. Tanto che il mio cuore era sul punto di esplodere da tanto che era pieno di gioia venuta a mancare negli ultimi tempi.
«Sono felice di vederti anche io, piccolo.»
Mi accarezzò il capo con la sua solita delicatezza e premura. Nonostante fosse più piccolo di me, dinanzi all'amore sembravo io il minore. Dinanzi quel sentimento romantico mi trasformavo in un bambino bisognoso di attenzioni e amore.
Affondai il viso nel suo sotto scolpito. Il suo corpo mi aveva sempre fatto un effetto strano, talmente bello e muscoloso.

Rimanemmo fermi in quell'abbraccio a lungo, finchè lui non mi allontanò un poco per potermi parlare faccia a faccia.
«I tuoi capelli profumano di lavanda.»
Accarezzò la mia chioma scura ancora spettinata.
«Che ci fai qui, Jihoon.»
Decisi di andare al punto, conoscendo le capacità del castano nello sviare i discorsi delicati e fastidiosi.
«È il tuo compleanno, e poi non riuscivo più a starti lontano.»
Notai il suo sguardo puntarsi sulle mie labbra per pochi secondi, mente il mio cuore perdeva un battito.
«Perchè ti sei allontanato? Non mi hai più cercato.»
«Ho cominciato a pensare che i tuoi genitori avessero ragione.»
Disse soltanto mentre un lampo malinconico attraversava le sue pupille infinite.
Entrambe le sue mani si posarono sui miei fianchi, stringendo la mia larga maglia da calcio.
«Mi sei mancato così tanto che non riesco a rimanere arrabbiato con te.»
Dissi mentre cercavo un maggiore contatto. Il suo calore corporeo mi scaldava cuore ed anima.
«Perdonami, Hyunsuk.»
Subito dopo quella frase Jihoon si fiondò sulle mie labbra fredde ed impreparate.
Sussultai un poco, ma non resistetti al ricambiare il contatto, racchiudendo ogni nostra emozione in quel bacio lungo e lento. Non avevamo fretta, consapevoli di avere le nostre vite nelle nostre stesse mani.
Le nostre lingue si trovarono per la prima volta, ma la timidezza non si fece presente.
I nostri respiri uniti come le nostre bocche.
Che sensazione meravigliosa poter baciare la persona che si ama.
Rimasi senza fiato, perciò mi staccai.
I suoi occhi pieni di lussuria e desiderio.

«Ti fidi di me, Hyunsuk?»
Mi chiese quando ancora ci fissavamo persi negli occhi dell'altro.
«Certo. Perchè me lo chiedi?»
«Perchè voglio che ti prepari una valigia e venga con me. Un viaggio lontano dalla nostra università e dalle nostre vite. Cambieremo il nostro futuro. Voglio stravolgere il mio destino con te.»
Mai nessuno nella mia vita era stato in grado di convincermi a fare cose come quelle. Ero sempre stato un tipo razionale, incapace di agire alla spalle dei miei genitori. Eppure in quel momento decisi di seguirlo. Di entrare in casa e silenziosamnete preparare una valigia grande e spaziosa con vestiti, libri ed il computer. Ciò a cui ero più affezionato lo lasciai lì, nella mia vecchia stanza. Ogni fotografia, ogni poster, ogni action figure... Quello era il mio passato, Jihoon il mio futuro. Prima di uscire definitivamente da quella casa, baciai ancora una volta il castano al mio fianco, ammaliato dalla sua presenza e dalle emozioni che provavo per lui.
Lo seguii, lontano da Seoul, lontano dai miei genitori.
Una vita nuova con la persona che amavo stava iniziando. Lui mi sorrise, dopo quel bacio.
Un sorriso che desiderai che mi rivolgesse ogni giorno, ogni ora.
Stavo per buttare via ogni mio sentimento razionale che mi aveva imprigionato fino a quel momento, e non me ne stavo pentendo. E mai me ne pentii.

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𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora