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Kim Seungmin × Lee MinhoIo non sapevo ballare.
Ne ero sempre stato certo. La musica mi piaceva, ma il massimo di movenza mia solita era il dondolare. Mi piaceva vedere come gli altri si scatenavano. Come i loro corpi si muovevano a ritmo con la musica. Io non avevo il coraggio di chiedere ad una ragazza di ballare, e nessuna si sarebbe mai permessa di invertire i ruoli.
Quella primavera ero in vacanza con la mia famiglia. I miei genitori erano amici del proprietario di quella costruzione lussuosa, e si fidavano ciecamente di me. All'hotel conoscevo molte persone e dipendenti. Uno dei miei più cari amici era Hyunjin. Lui era uno dei tanti ballerini che la sera si esibivano e davano vita a quel luogo più simile ad uno spizio. Fu proprio grazie a quello spilungone dai capelli biondi che incontrai Lee Minho.
Anche lui ballerino. Aveva capelli castani acconciati con forse troppa lacca e gel. Andava spesso in giro truccato con eyeliner colorato.
Quando lo vidi per la prima volta, mi rivolse solo uno sguardo indifferente, ma tutto cambiò quando mi vide riluttante all'idea del ballare. Ero fermo in un angolo ad osservare.
Lee Minho mi si avvicinò, allungando un dito e facendomi segno di avvicinarmi.
Non potei fare altro che stare al gioco, muovendomi a passi incerti verso quello che per me era ancora uno sconosciuto.
Aveva mezza camicia slacciata. Il collo nudo, i pettorali si potevano intravedere. Era davvero bello.
«Come ti chiami.»
Mi chiese non molto dolcemente.
«Seungmin.»
«Bene Seungmin. Ora segui me e sciogliti, non posse restare a guardare mentre stai lì fermo come un pezzo di legno.»
Sembrava davvero frustrato.
Le sue movenze erano forse esagerate, anticonvenzionali ed inappropriate. Eppure così ipnotiche e sensuali. Non potei fare a meno di seguirlo come potevo, facendomi trascinare sempre più a fondo in quella versione celata di me stesso. Le sue mani attorno i miei fianchi, i nostri visi pericolosamente vicini. Ci eravamo appena conosciuti.Dopo quella sera ce ne furono tante altre come quelle. Passo dopo passo, movenza dopo movenza. Lui mi chiamava con lo sguardo, mentre stavo fermo al mio tavolo ad osservare la folla. Quel richiamo era il segnale per dare spazio alla mia nuova e inaspettata passione.
Passó una settimana. Tra cinque giorni me ne sarei dovuto andare.
Solitamente non incontravo Minho prima della sera, ma quel giorno lui venne a cercarmi nella mia stanza.
«Vuoi prendere lezioni di ballo? Potremmo passare più tempo assieme.»
Andò subito al sodo. In poco tempo avevo già compreso la sua indole allo stremo della freddezza ed intolleranza.
«Solo con te?»
Lui annuí. Come avrei potuto non accettare. Avremmo passato pomeriggi assieme, e cosí accadde.
Mi insegnó intere coreografie in poche ore, bacchettandomi come un maestro severo. Era ancora più affascinante quando si comportava in quel modo, e purtroppo lui capì che tanto mi piaceva quel suo modo di fare.
Due giorni passarono.
Il terzo Minho ed io eravamo nella saletta a noi dedicata per quattro ore filate. Hyunjin mi aveva spesso chiesto esplicitamente cosa facessimo realmente, e purtroppo ogni volta finivo con l'arrossire.
Il mio nuovo insegnante mi aveva insegnato diverse cose. Una danza in particolare richiedeva compostezza, braccia rigide, sguardo alto e l'impossibilità di invasione dello spazio altrui.
Quel giorno lui volle infrangere ogni regola da lui dettata.
Le sue mani erano spesso scivolate sulla mia schiena o addirittura i glutei. Si era spinto oltre il mio spazio, chinandosi sul mio viso.
«Che ti prende oggi, Minho?»
Cercai di rimetterlo composto, mentre teneva gli occhi fissi su di me.
«Sei particolarmente bello oggi.»
«È questa la tua giustificazione?»
«Se ti dicessi che voglio baciarti sarei più credibile?»
Era così sfacciato. Non aveva paura di nulla, nè di parlare nè di sentire ciò che gli altri gli criticavano. Per certi versi lo si poteva considerare una vera e propria serpe.
Appena pronunciò quelle parole una sua mano scese di nuovo a palparmi le natiche, sembrava provarci gusto nel farlo. Le sue labbra si fecero più vicine e attraenti.
«Sì, lo saresti.»
Sussurrai. Come la prima volta che ci incontrammo fu lui a guidarmi, al dar via al tutto. Le sue labbra di scagliarono sulle mie, le sue mani presero a muoversi quasi freneticamente.
Aveva un tocco magico, come i suoi passi di danza.
Fu lui a dirmi cosa fare, volevo farlo sentire padrone assoluto della mia mente e del mio corpo. Perché in fondo era la verità. Ogni suo desiderio per me era diventato un obbligo. Ogni cosa che non volevo fare lui me la faceva fare. Era persuasivo e forse malefico, eppure sentivo di essermi innamorato. Avevo perso la testa per lui fin dal primo giorno che lo vidi, con la sua camicia sbottonata e i suoi capelli pieni di brillantina.Quando fu per me il giorno di andarmene, Minho mi sorprese. Aveva con sé una valigia. Si era licenziato per stare con me e vivere il suo nuovo sogno: non più quello di ballare da solo su un palco, ma quello di ballare insieme a me.
Non posso dire che da quel giorno fu tutto semplice. Dovetti spiegare tante cose ai miei genitori, e le liti tra me ed il mio compagno erano frequenti. Era una testa calda, e non si poteva dire di meno di me. Eppure fummo sempre felici, soprattutto quando la musica partiva, e le nostre mani si trovavano ancora prima dei nostri corpi, pronti a ballare e scatenarci come mai avrei mai immaginato di poter fare..:。✿*゚‘゚・✿.。.:* *.:。✿*゚’゚・✿.。.:* *.:。✿*゚
Per questo capitolo ho preso spunto dal film "Dirty dancing". Non ho copiato l'intera storia anche perché se non avete mai visto il film -dovete assolutamente guardarlo- non voglio darvi troppi spoiler.
Spero che questa os vi sia piaciuta, nonostante tutto. Forse non è una delle mie migliori, ma prometto che continuerò ad impegnarmi.
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𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•
FanfictionOneShot su ogni gruppo k-pop che seguo. •boy×boy •smut •soft •angst Siate liberx di consigliarmi ship nei commenti. © _ImKai_