Piercing

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Lee Taeyong × Jeong Jaehyun

L'insegna luminosa di quel negozio era davvero accecante. Un dragone stile old-school era ben illuminato, e sotto di lui un nome in inglese. La vetrina era tappezzata di stancil per tatuaggi e disegni curati nello stesso stile del drago in insegna.
Guardai il mio amico Yuta. Quella pessima idea era venuta in mente a lui, e per qualche strano motivo avevo accettato. Ci saremmo fatti due piercing. Lui aveva già le idee chiare, io ero ancora troppo ansioso per decidere.
Il sopracciglio? Il capezzolo? L'ombelico? Avevo così tante opzioni.
Feci un respiro profondo, entrando nel negozio illuminato al neon.
I muri erano neri con rifiniture bianche, il bancone era anche lui tappezzato di disegni. C'era un divanetto in pelle del medesimo colore dei muri, un tavolino da caffè sul quale erano poggiate delle riviste. In fondo alla grande sala principale c'era una porta, colei che probabilmente portava al vero laboratorio creativo del proprietario. Mi guardai ancora un po' attorno, mentre entusiasta, Yuta, si era già diretto al bancone dietro il quale stava seduto un ragazzo dai capelli corvini e il viso dai lineamenti marcati.
Il dipendente alzò lo sguardo sul mio amico, rivolgendogli un cordiale sorriso.
«Come posso aiutarti?»
Il castano che mi aveva coinvolto in quella pazzia rispose immediatamente, trascinandomi al suo fianco.
«Io e il mio amico Taeyong siamo qui per farci dei piercing.»
Sorrise anche il giapponese, che mi teneva per il braccio. Il moro spostò la sua attenzione su di me, ritornando poi sul ragazzo al mio fianco. Lo squadró da testa a piedi, come se non avesse mai visto un ragazzo prima di allora.
In quel momento la famosa porta in fondo alla stanza si spalancó, facendo apparire un alto e muscoloso ragazzo.
Aveva le mani fasciate in guanti di lattice neri e le braccia tatuate fin sotto le maniche della maglietta attillata.
Un piacere per gli occhi.
«Hyung, loro due vorrebbero dei piercing. Tu hai finito il lavoro con Xuxi?»
In quell'esatto momento un secondo ragazzo spaventosamente alto entrò in scena dalla porta bianca, sistemandosi il cappotto nero.
«Sì, decido con Lucas la prossima seduta e poi arrivo per i piercing.»
Sorrise amabilmente il ragazzo tatuato, e per pochi secondi mi sentii le gambe molli. Aveva un sorriso meraviglioso.

Io e Yuta ci dividemmo, io col ragazzo tatuato e lui con il tipo dai lineamenti non tutti orientali che scoprii solo in seguito chiamarsi Mark.
Ero seduto su un lettino in pelle nera in attesa del ragazzo. Era andato a prendere l'occorrente per il suo imminente lavoro.
Lo vidi di ritorno, aveva con sè un portalistino. Lo poggiò affianco a me, aprendolo.
«Vediamo, che piercing vorresti? Il tuo amico è partito in quarta con un piercing all'ombelico, tu invece?»
Sorrideva a labbra chiuse. La sua aria da duro andava letteralmente in fumo quando quella smorfia facciale si presentava.
Osservai le immagini in quel piccolo catalogo, sentendo sempre più pressione.
«Ehm...»
Rimasi ancora un po' in silenzio, prendendo poi la mia azzardata decisione.
«Il piercing alla lingua, voglio quello.»
Parlai con tono sicuro, forse più a me stesso che a quel bel ragazzo.
«Perfetto!»
Si voltò, prendendo l'occorrente sul tavolino dirimpetto al lettino sul quale ancora sedevo con le gambe penzoloni che facevo ciondolare avanti e indietro.
Il mio cuore batteva forte, sentivo i suoi battiti frenetici nelle orecchie.
Le spalle del ragazzo erano sorprendentemente larghe, i muscoli della schiena erano tesi e ben in mostra.
Il mio cuore batteva forte per la tensione del momento o per quella meravigliosa vista?
Non fui in grado di capirlo sul momento.
Il ragazzo si voltò, l'ago per il piercing in mano. Strabuzzai gli occhi, non aspettandomi tanta velocità di esecuzione.
«Tranquillo, prima ti devo fare dei segni con il pennarello.»
Mi rassicurò ridacchiando appena.
Prese un pennarello nero e lo stappò.
«Fuori la lingua.»
Eseguii l'ordine. Il ragazzo portó a termine il primo step, e mentre lo faceva mi sorprese con un stano esordio.
«Comunque io sono Jaehyun.»
Aveva una voce grave e piacevole. In quel momento pareva assai concentrato, eppure parve tenerci molto al presentarsi.
Mentre prendeva i suoi attrezzi risposi quasi sussurrando.
«Taeyong.»
Lui annuì, guardandomi poi negli occhi.
Aveva uno sguardo profondo, ipnotizzante.
Mi si avvicinò, ancora più di prima.
«Sei pronto?»
Io annuii, maledicendo mentalmente il mio amico dai capelli castani che in quel momento probabilmente di trovava nella mia stessa situazione ma con un umore differente. Fosse stato per Yuta, probabilmente in quel momento si sarebbe messo a fare le capriole per aria. Il giapponese aveva sempre sognato di farsi un piercing, e quello era il suo piccolo momento di gloria e autorealizzazione personale.
Io chiusi gli occhi, preparandomi al seguente dolore, il quale non tardò a presentarsi. Il tocco di Jaehyuk era delicato, ne rimasi sorpreso.
«Fatto.»
Riaprii gli occhi, ritirando la lingua. Era una strana sensazione quella che provavo, eppure mi sentii talmente eccitato da saltar giù dal lettino e dirigermi immediatamente al primo specchio per poi tirar fuori di nuovo la lingua. Feci un smorfia, per poi sorridere felice. Forse quella di Yuta non era stata un'idea tanto malvagia.
«Sembra piacerti. Ne sono felice.»
Il ragazzo mi sorrise per l'ennesima volta, avvolgendomi con la sua grave e sensuale voce.
Sorrisi anche io, ancora più apertamente.

Yuta era già nella sala principale ad aspettarmi per pagare.
Sorrideva. 
«Teayong-ah! Guarda!»
Tirò su la maglia quanto bastava per mostrarmi il suo piercing scintillante.
«Tu che hai fatto?»
Mi guardò con occhi curiosi e bambineschi.
Gli feci una linguaccia, mostrandogli la pallina argentata. Lui spalancò la bocca, preda dello shock.
«Lee Taeyong con un fottuto piercing alla lingua. Ora posso morire felice.»
Ridemmo entrambi e fui certo di udire delle risate anche da dietro il bancone.
Entrambi noi pagammo, e per qualche motivo cercai gli occhi del ragazzo dalle braccia tatuate. Le sue iridi scure mi attiravano come calamite.
E fui diverse volte accontentato. Ebbi molte domande riguardo il mio comportamento, ma ebbi risposte solo dopo diversi mesi, quando io e quel ragazzo ci incontrammo di nuovo.
Quella volta fu per un septum.
Quella volta mi diede il suo numero di cellulare, con la scusa che in caso di infezione avrei potuto contattarlo.
E ci incontrammo ancora diverse volte in quello studio, una volta per un tatuaggio, una volta per un controllo... Continuammo la nostra farsa di cliente e artista a lungo, fin quando lui non prese il coraggio di invitarmi a cena.
Pensai che fu quello l'inizio della nostra storia, ma in realtà questa era già iniziata con il nostro primo incontro in quel negozio di tatuaggi e piercing dall'insiegna luminosa.

𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora