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Choi San × Park Seonghwa
«Mi chiamo Park Seonghwa.»
Fu l'unico sussurro udibile in quella classe stranamente silenziosa. Il nuovo ragazzo dai capelli neri e lunghi teneva la testa bassa, in una posizione di piena sottomissione ed imbarazzo. Il volto chiuso, ed impossibile da intravedere. Non aveva occhi o naso, solo delle labbra carnose.
«Non ha nient'altro da dire?»
«No.»
Il professore fu sorpreso della risposta secca del moro.
«Allora si accomodi pure accanto al signorino Choi.»
L'uomo occhialuto mi indicó, ed io cercai soltanto di intravedere anche solo un poco il suo viso.
Volevo incontrare i suoi occhi sconosciuti ma non ci riuscii.
Lui si avvió a passo inudibile fino al mio fianco, sedendosi poi con altrettanto silenzio.
Mi avvicinai un poco, porgendo la mano verso la sua figura intimorita.
«Io sono Choi San.»
Sorrisi, ma lui non ricambió, nemmeno quando afferrò con delicatezza la mi mano per presentarsi una seconda volta.
«Park Seonghwa.»
Sussurró ancora, allontanandosi poi immediatamente. Aveva notato il mio avvicinarsi sempre piú.
Ero curioso. Curioso di scoprire quale segreto meraviglioso celava quel telo nero e lucido.Il suo vero aspetto fu un mistero per interi mesi. Nonostante fossimo vicini di banco e avessimo instillando una piccola relazione amichevole, ogni mio sforzo era stato inutile.
Molti ragazzi della classe e dell'intera scuola presero ben presto a prendere di mira quella fragile figura misteriosa.
Di lui si sapeva poco, ma una cosa era certa: aveva paura di rivelare il suo viso.
I bulli giocarono spesso con quel suo timore. Cercarono in ogni modo di farlo uscire allo scoperto, ma mai lui molló.
Mi resi conto di essere il suo unico punto di riferimento quando un pomeriggio lo trovai dinanzi casa mia con il labbro sanguinante, spaccato in due.
Mi allarmi immediatamente, preso da un istinto protettivo mai provato prima. Mi ero affezionato all'ignoto che rappresentava quel ragazzo.
«Che ti é successo?»
«Mi hanno picchiato.»
Lo avvolsi in una stretta morsa, troppo preoccupato per reagire diversamente.
Lo feci sedere sul divano, medicandogli la ferita forse troppo profonda.
«Questo brucerà.»
Lo avvertii, e lui annuí.
Passai il pezzo di cotone impregnato di disinfettante sulla sua carne lacerata, e subito strizzó gli occhi, cercando la mia mano libera. Strinse pure lei, dolorante.
Non mi allontanai, consapevole del suo bisogno di appiglio.Alzai lo sguardo, e per la prima volta quel velo scuro di era scostato.
Intravidi le sue iridi scure, spaventate a quel nuovo contatto visivo.
Mi bloccai, preda di quelle pupille dilatate.
Seonghwa non perse un solo secondo a distogliere lo sguardo e sistemarsi i capelli lunghi sugli occhi.
«Seonghwa...»
Sussurrai, mentre evitava ogni contatto con me.
«Guardami, ti prego.»
Lo incalzai poco prima che si levasse in piedi diretto all'uscio di casa mia.
Lui si voltó, ma come era sempre accaduto non trovai i suoi occhi.
Ció che ero stato in grado di intravedere era già stato meraviglioso.
«Tu... Tu hai visto i miei occhi.»
Disse senza alzare la voce, nel suo solito animo placido e succube ad ogni cosa.
Strinse le mani rosse in dei forti pugni.
«Perché non sembri disgustato dopo ció che hai visto?»
Per la prima volta percepii della tensione nella sua voce sempre delicata.
Rimasi perplesso.
«Perché dovrei essere disgustato dopo aver incontrato degli occhi tanto belli?»
Lui levó definitivamente il capo, e mai lo vidi tanto sorpreso nelle sue azioni.
«I-i miei occhi ti piacciono?»
Le sue labbra schiuse.
Ancora dei residui di sangue erano visibili su di loro.
Mi levai in piedi anche io, avvicinandomi a lui. Poggiai una mano sulla sua guancia calda e arrossata per l'imbarazzo.
«Se li vedessi del tutto sono certo mi piacerebbero ancora di piú.»
Mentre sussurravo quella frase la mia mano si mosse alla sua soffice chioma, e lui non oppose la resistenza che normalmente avrebbe dimostrato in presenza di altri individui.
Come un sipario oscuro i suoi capelli fecero apparire uno scenario nuovo e immensamente bello.Per la seconda volta nel fare di pochi minuti mi bloccai, preda di una bellezza immensa.
I suoi occhi erano grandi e dolci, immensi dinanzi a me. Erano cosí belli e preziosi che per me fu come scovare i piú belli dei diamanti. Lui mi fissava, proprio come un cervo dinanzi dei fari.
Nei suoi occhi un terrore mai visto e patito, il suo corpo teso.
La mia mano tornó sulla sua guancia destra, accarezzai quella pelle tanto simile a della preziosa porcellana.
Il battito del mio cuore mi rimbombava nelle orecchie, mentre le mie iridi non potevano fare altro se non ammirare sempre i più innamorate quelle pupille simili a dei buchi neri. Mi stava risucchiando in un vortice oscuro di emozioni nuove, ed io mai avrei cercato di scappare alle sue grinfie.
«Sei cosí bello, Seonghwa. Rimarrei a fissarti per tutta la mia vita.»
Bisbigliai a quella ravvicinata distanza.
Le sue gote presero una colorazione ancora più intensa, mentre una sua mano prendeva nuovamente confidenza con la mia libera.
«Perché hai nascosto i tuoi occhi a tutti?»
«Perché a me non piacciono.»
Passai dalla sua guancia al suo mento, costringendolo nuovamente a guardarmi negli occhi.
«Beh, a me fanno impazzire. Quindi ti prego, non nasconderli piú.»
Un calore avvolgente si espanse nel mio petto quando per la prima volta lo vidi sorridere.Quella notte rimase a dormire da me, sotto mio obbligo.
Mi ero ripromesso di non lasciarlo mai piú solo, nemmeno per dormire. Volevo stargli sempre accanto, osservarlo in ogni suo particolare asimmetrico e perfetto allo stesso tempo.
Mi addormentai stringendolo contro il mio petto, e mi risvegliai nella stessa posizione. I suoi grandi occhi chiusi, il suo corpo sottile rilassato tra le mie braccia.
Lo svegliai con una delicatezza che non sapevo nemmeno di possedere, poggiando le mia labbra sulla sua fronte scoperta.
Non sorrise subito, ancora fermo ad un bivio tra la confidenza ed il timore.
Era in momenti come quelli che capivo che quel povero ragazzo ne aveva passata di tutti i colori.
Quella consapevolezza fu solo un incentivo per il mio animo protettivo.
Facemmo colazione, e poi a turno ci rifugiammo in bagno.
Lui restó nel piccolo spazio molto a lungo, facendo arrivare un tardo orario. Spalancai la porta senza bussare, cogliendolo mentre si fissava nello specchio lucido.
«Era tanto che non vedevo il mio stesso viso.»
Disse solamente.
Mi avvicinai sempre lentamente, cercando solamente di sistemare una ciocca cenerina. Era cosí bello da mozzarmi il fiato ad ogni sguardo.
«Ora non dovrai più vergognarti dei tuoi occhi.»
Dissi posizionandomi dietro di lui, guardandolo tramite lo specchio dinanzi a noi.
«Grazie di tutto, San.»
Disse prima di uscire dal bagno con un sottile sorriso sulle labbra ancora rovinate dai numerosi colpi che aveva probabilmente incassato il giorno prima.La nostra entrata a scuola fu semplicemente epica. Ogni sguardo era puntato sulla nuova versione di Park Seonghwa. Il suo sguardo basso ed imbarazzato attirava comunque l'attenzione dell'intera scuola.
Mi avvicinai al suo orecchio.
«Alza la testa. Devo forse ricordarti quanto sei bello?»
Lui seguí il mio consiglio, guardando per la prima volta negli occhi le persone che lo avevano preso di mira.
Per l'intera giornata scolastica mai riuscii a smettere di fissarlo. Ci tenemmo per mano, mentre uscivamo dall'istituto, ed il mio cuore batté veloce come non mai.
Lo invitai di nuovo a casa mia, incapace di separarmi da lui e la sua esistenza eterea.
Mangiammo in silenzio, mentre lui litigava coi suoi lunghi capelli cenerini.
Quando finimmo il pasto mi diressi al lavabo per lavare le stoviglie. I miei genitori erano raramente a casa, perció per me era come vivere già in autonomia.
«Ti aiuto.»
Seonghwa mi affiancó, calmo e pacato come sempre.
Lo guardai incerto, e non resistetti dal spostargli una ciocca di capelli lontano dai suoi splendidi occhi.
Mi fermai ad osservarlo, mentre che nelle sue pupille un grande interrogativo si formava.
«Che succede?»
Un desiderio sempre piú forte mi stava rodendo internamente e non riuscii piú a resistere.
Mi sporsi su di lui, baciandolo. Chiusi gli occhi, sperando non fossi stato troppo avventato.
Le sue mani scivolarono tra i miei capelli, mentre le sue labbra si muovevano sulle mie. Il mio tocco fu leggero, troppo spaventato dal farlo soffrire a causa del taglio sul labbro inferiore.
Riprendemmo entrambi aria staccandoci un poco.
«Succede che mi sono innamorato di te.»
Dissi mentre un leggero sorrise dipingeva la mia bocca sul quale ancora c'era il sapore di quella di Seonghwa.
«Credo mi sia successa la stessa cosa, San.»
Da quel giorno restammo realmente insieme per sempre, con lo sguardo alto e le mani intrecciate..:。✿*゚'゚・✿.。.:* *.:。✿*゚'゚・✿.。.:* *.:。✿*゚
Non so voi, ma io vivo per la SanHwa. Spero che questa os vi sia piaciuta.
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𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•
FanfictionOneShot su ogni gruppo k-pop che seguo. •boy×boy •smut •soft •angst Siate liberx di consigliarmi ship nei commenti. © _ImKai_