Gift

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Jung Hoseok × Min Yoongi

Jung Hoseok era, nonostante la giovane età, uno dei più potenti miliardari della Corea del Sud. Amava la danza, e sfruttando quel suo amore aveva riscosso successi inaspettati.
Però era una persona sbadata, e spesso superficiale. Poco gli importava dell'opinione altrui, e mai era in grado di arrivare in orario ad un evento o riunione dello staff.
Uno spirito libero senza limiti.
Proprio per questo era affiancato sempre e perennemente da Min Yoongi.
Quest'ultimo era il suo aiutante/segretario. Un'anima rigida e formale, che più che un dipendente di Hoseok era diventato un fratello maggiore. Il povero Yoongi aveva cercato a lungo di disciplinare il proprio capo ricordandogli sempre di arrivare in orario ai propri appuntamenti, ma dopo anni di servizio si era rassegnato alla pura e vera realtà. Hoseok non sarebbe mai cambiato, mantenendo la sua aurea solare e la sua indole spesso menefreghista.

Yoongi scese le scale della gigantesca villa Jung, arrivando in quello che una volta era un garage. Lì il giovane miliardario aveva fatto ristrutturate tutto completamente, trasformando quella grigia e larga stanza in una sala da ballo. Le pareti gialle tappezzate di scritte e disegni fatti da Hoseok, il pavimenti in legno, le casse gigantesche piazzate a terra negli angoli più remoti.
Uno spazio ricreativo dove il castano aveva modo di sfogarsi.
La musica era alta, tanto da fare tremare i poveri vetri alle pareti.
Il segretario dai capelli verde menta digitò il semplice codice per accedere alla sala ballo. Hoseok aveva insistito parecchio per fare installare quella serratura: spesso si riduceva al dormire in quella stanza e non voleva che nessuno lo disturbasse durante il suo sonno. Nessuno tranne Yoongi. Quest'ultimo possedeva un posto speciale nel cuore del ballerino professionista, e mai era riuscito ad arrabbiarsi col freddo segretario.
Il verde entrò silenziosamente nella sala, ma in fondo nessuno avrebbe udito i suoi passi a causa della alta musica.
In mano diversi fascicoli scritti nero su bianco bisognosi di una firma speciale, ed una bottiglia di integratore.
«Signor Jung.»
Urlò forte, ma il castano non parve accorgersi ancora della sua presenza. Yoongi possedeva poca pazienza, e siccome non aveva intenzione di continuare a invocare il cognome del suo asfissiante capo si diresse alla console. Spense tutto, staccando la spina dell'oggetto elettronico e solo allora il giovane miliardario si fermò.
La fronte sudata, così come la maglia chiara.
«Oh, Yoongi. Avresti potuto chiamarmi invece di spegnere tutto.»
Disse il più piccolo tra i due, mentre si avvicinava al verde ancora col fiatone.
«Non ci avevo pensato, signore.»
Disse ironico e acido Yoongi, mentre porgeva la bottiglia di integratore al proprio capo.
«Grazie mille. Non saprei che fare senza di te.»
Sorrise dolce il castano.
In effetti aveva ragione. Yoongi si occupava di ogni scartoffia, pasticcio, appuntamento e visita. Ogni cosa. Hoseok non sapeva nemmeno il suo codice fiscale, e senza quel ragazzo dagli occhi sottili e scrutatori di anime nulla avrebbe potuto portare a termine.

Il segretario ignorando quella sincera affermazione porse i tre fascicoli al più giovane.
«Questi sono i contratti per l'acquisto dei diversi capannoni di suo interesse. Lei ha fatto le offerte più alte e sono state tutte accettate.»
Il verde tirò fuori dalla tasca della giacca ben stirata una biro nera, in modo che il castano potesse firmare i documenti.
Hoseok prese a occupare lo spazio bianco dedicato alla sua preziosa firma.
«Cosa ne vuole fare di quei capannoni signore, se posso sapere.»
«Due di loro li trasformerò in scuole di ballo. Una per principianti ed una per professionisti. Il terzo... Credo ci metterò le mie auto.»
«Generoso da parte sua.»
«Mi vedi così menefreghista e superficiale, Yoongi?»
«Penso solo che zoppica nel ricordarsi certe cose. Tipo il mio compleanno.»
Hoseok sgranò gli occhi.
«È il tuo compleanno?»
«Sì, signore.»
«Allora comprati qualcosa da parte mia.»
Yoongi aveva già ripreso tra le mani i contratti d'acquisto ed era già lontano quando il suo capo pronunciò quelle parole.
«L'ho già fatto, signore.»
Rispose mentre risaliva le scale per arrivare al piano superiore della megalomane villa.

𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora