Dance with me

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Yang Jungwon × Nishimura Riki
For you justdxrkgirl

La musica era alta, movimentata. La pista da ballo era gremita di ragazze e ragazzi ubriachi e sudati.
Molti indossavano vestiti sgargianti e portavano bracciali e collane fluorescenti. Luci abbaglianti e colorate illuminavano quella sala non più molto spaziosa. Riki si muoveva sensualmente in mezzo quella folla. Si sentiva libero e leggero, mentre la puzza di fumo e l'alcool che circolava nel suo corpo facevano effetto. La testa vuota e priva di preoccupazioni. Il corpo si muoveva da solo, mentre il ritmo della musica si impossessava di lui.
Chiuse per pochi secondi i suoi occhi dalla forma tagliente e ascoltò le voci attorno a lui, la musica, i passi dei suoi coetanei.
Stava bene. Per pochi secondi si dimenticò di chiunque. Dei suoi genitori, di sua sorella e del suo grande amore.
Riki era innamorato, eccome se lo era.
Spesso si vergognava di quel sentimento tanto potente, ma non sarebbe mai stato in grado di porre lui un freno.
Il suo cuore batteva forte nelle orecchie quando la musica cambiò.
D'un tratto tutto si fece calmo.
Le luci cambiarono, i riflettori diedero un poco di tregua agli occhi dei presenti.
Il DJ aveva portato in quella sala affollata un ritmo lento ed antiquato, che il grigio apprezzava ugualmente. Riki riaprì gli occhi. La folla attorno a lui si era diradata. Molti si erano diretti come avvoltoi impazienti al tavolo degli stuzzichini e l'angolo bar. Bicchierini di vodka passavano di mano in mano, risate collettive si levavano di conseguenza.

Il giapponese si guardò attorno con un poco di attenzione in più. Gli unici rimasti su quell'illuminata pista da ballo erano solo coppie sdolcinate.
Sorrise fievolmente al pensiero di fare lo stesso con la persona che amava.
Avrebbe tanto voluto che fosse alla festa, ma conosceva fin troppo bene quel ragazzo dagli splendidi modi e quell'unica fossetta che spuntava ogni qualvolta il ragazzo sorridesse.
Riki scese dalla pista, dirigendosi alla lunga fila di poltrone e divanetti posizionati ai lati della sala normalmente usta per le riunioni dei professori.
Si lasciò cadere su una di quelle superfici imbottite. Gli occhi minacciarono di chiudersi, ma ogni minimo accenno di stanchezza scomparì quando le sue scure iridi intravidero l'oggetto del suo desiderio.
Yang Jungwon era lì, dall'altra parte della stanza, mentre imbarazzato e spaesato si guardava attorno. Gli occhi grandi e dolci, i capelli ben pettinati, una camicia scura e un paio di jeans blu a renderlo ancora più attraente.
Il ragazzo dai capelli grigi si levò immediatamente in piedi. Quella era la sua unica occasione. Era pronto. Avrebbe ballato con Jungwon e si sarebbe confessato.

Quasi di corsa raggiunse il castano scuro che lo guardò sorpreso.
Riki andò dritto al punto, troppo preso dalla foga e dall'eccitazione.
«Hyung, balla con me.»
Aveva già le mani dell'amato tra le sue. Gli serviva solo il suo consenso.
«O-ok.»
Disse incerto il maggiore.
Il giapponese lo trasse a se, per poi trascinarlo sulla pista illuminata, al centro del pavimento in legno.
La musica non cambiò. Sempre quel ritmo lento e trascinato, che rendeva solo magico quel momento di contatto fisico e visivo.
Il cuore del maggiore batteva all'unisono con quello del minore.
Si guardavano negli occhi, persi nello sguardo dell'altro.
Nessuno dei due necessitava di parole per esprimere i propri sentimenti.
Le pupille dilatate non più solo dall'alcool di Riki fissavano innamorate quelle di Jungwon.
La sbronza pareva essere passata, d'un tratto il mondo era fermo e non ondeggiava più. La mente era lucida, ed ogni passo che facevano su quella grande pista era controllato. Erano il centro dell'attenzione. I movimenti fluidi e dolci, le loro mani intrecciate. Erano un tutt'uno con quella dolce musica.
Le loro labbra incurvate in sorrisi sinceri.
Jungwon si era spesso chiesto se i suoi sentimenti per il minore fossero reali, e solo un quel momento ebbe la risposta a quel quesito.
Lui era innamorato di Nishimura Riki, e lo avrebbe urlato al mondo intero se glielo avessero chiesto.

I loro visi presero ad avvicinarsi pericolosamente, mentre note più frenetiche si presentavano in quell'armonia. La fine della canzone era vicina ed entrambi lo sapevano bene.
Esitarono entrambi.
Le labbra si sfiorarono, bramose.
I fiati mischiati, come se provenissero da un solo individuo.
La musica cessò, venendo immediatamente rimpiazzata da un ennesimo ritmo incalzante e movimentato.
La magia che li aveva avvolti fino a quel momento si diradò, fino a diventare un ricordo. Il ricordo di un contatto fisico e visivo.
«S-scusami.»
Il maggiore sciolse la presa dalla mano dell'altro, voltandosi e facendo per andarsene. La mente affollata da pensieri e immagini di un ipotetico futuro non molto prossimo.
Fu ben presto fermato.
«Hyung, aspetta. Vieni con me.»
Riki non volevo porre fine a tutto quanto in quel momento. Voleva liberarsi una volta per tutte di quel dannato macigno che ogni giorno più opprimeva il suo cuore innamorato.
Di nuovo si fissarono, muti, come in un conversazione senza voci.
Tra loro era sempre stato così. A poco servivano le parole tra loro. Comunicavano con gli occhi, con le loro iridi scure e ogni giorno sempre più desiderose.

Tenendo il castano per il polso, il giapponese lo portò al di fuori di quella costruzione. Un edificio ben tenuto, dove ogni giorno centinaia di adolescenti entravano ed uscivano felici o tristi.
I due camminavano fianco a fianco, in silenzio. Riki si fermò dinnanzi una piccola aiuola. Un ciliegio in fiore fuoriusciva dal terreno verde.
Nonostante il buio serale, i fiori chiari erano ben visibili, all'apice della loro bellezza.
Al chiaro di luna i capelli di Riki parevano argento puro, o almeno così pensava Jungwon.
«Hyung, io...»
Le parole del minore gli morirono in gola. Gli parve sempre più complicato parlare. La musica era udibile anche dall'esterno della struttura bianca.
«Tu?»
Cercò di invogliare il grigio a parlare Jungwon, ma in risposta non ottenne alcuna conclusione a parole.
Al loro posto, le labbra di Riki erano poggiate su quelle del castano, che in primo luogo si limitò a sgranare gli occhi.
Rimase come pietrificato, ma il sortilegio di Medusa fu ben presto spezzato dalla consapevolezza che anche lui lo desiderava. Anche Jungwon era innamorato e desiderava baciare il giapponese.
Ricambiò quel contatto dolce ed emozionato. Portò le mani addobbate di anelli al viso dell'amato, mentre quest'ultimo lo stringeva a se.
Fu quel semplice bacio ad aprire le porte ad un nuovo mondo per entrambi. Un mondo in cui la presenza reciproca era essenziale, il generatore di energia dell'altro.
Un mondo piazzato al centro di una pista da ballo, dove tutti potevano osservarli nel loro semplice atto di amarsi più di qualsiasi altra cosa.

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𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora