I'm not ok

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Kim Youngjo × Yeo Hwanwoong

For you jisunglilymoon


«Ti vanno dei biscotti?»
La mia mano era poggiata sulla sua chioma vaporosa e soffice. Era strano quanto mi sentissi a mio agio nonostante la vicinanza dei nostri corpi. La coperta era una sola, e anche se avessi solo provato a cederla tutta a lui, quest'ultimo non me lo avrebbe mai concesso.
Hwanwoong era gentile, forse anche troppo.
Lui rispose positivamente alla mia domanda, ma il suo corpo mi comunicó il contrario: avvolse piú forte il mio busto tra le sue braccia, accoccolandosi teneramente nel mio petto.
Il mio cuore parve sciogliersi per tanta dolcezza. La nostra confidenza arrivava fino a un certo punto: molte uscite insieme, ma poco contatto fisico. Molta conversazione, ma pochi discorsi realmente utili alla conoscenza dell'altra parte.
Spesso mi chiedevo cosa fossimo realmente noi. Amici? Conoscenti? O addirittura sconosciuti?
Quelle domande non avevano mai risposta: ad incasinare i ragionamenti della mia mente c'era la presenza di quella fitta dolorosa ma buona al petto ogni volta che incoraciavo il suo sguardo.
Lui mi piaceva, come persona e forse piú di un semplice amico.

Accarezzai dolcemente il suo capo in risposta alle sue azioni. Tremava un poco, ma non capii mai per quale motivo.
«Se mi stringi così forte non potrò di certo andare a prendere i biscotti, Woongie.»
Pronuciai quelle parole in un semplice soffio leggero, vicino al suo viso.
Le mie labbra sfiorarono la sua pelle pallida e fredda, e nonostante il buio delle stanza riuscii ad intravedere un colorito più rosato sulle sue gote.
«Allora farò a meno. Non voglio che tu te ne vada.»
Per pochi secondi mi parve di essere affiancato da un bambino in tenera età.
Gli occhi grandi suoi osservavano ancora il televisore, la nostra unica fonte di luce.
Le tende coprivano le finestre, e nemmeno uno spiraglio della luce lunare penetrava da esse.
Cercai il suo sguardo, abbassandomi un poco. Le sue grandi pupille mi catturarono, mi imprigionarono rendendomi schiavo. Vicino, ancora più vicino. Non bastava.
I suoi occhi sembravano parlarmi nel loro silenzio.
Vieni qui. Baciami.
Voleva davvero che lo facessi?
«Youngjo.»
Un sussurro leggero ed impercettibile. Un buffetto, che mi fece arricciare un poco il naso e che fece spuntare un sorriso genuino sulle sue dolci labbra.
Ero perso. Ero innamorato.
Cercai una sua mano, volevo sentire il calore dei sue palmi, la freddezza dei sue anelli attorno le dita, la delicatezza delle sue falangi.
Ancora ci guardavamo negli occhi, lontani dal mondo reale. Ad entrambi erano spuntate ali d'argento, che ci avevano portati nei cieli più alti e belli. Insieme in una realtà ancora non esistente. La mia era pura immaginazione, che solo in momenti come quelli faceva il suo sporco lavoro.
La mia mente viaggiava come un treno a vapore, rumoroso e veloce, tanto da intorpidire i miei sensi.
Mi ci vollero diversi secondi per rendermi contro di aver poggiato le mie labbra su quelle di Hwanwoong.
I miei occhi ancora aperti mi permisero di scrutarlo ancora un poco, perso in quel semplice atto.
Il suo corpo si sciolse come vino al mio fianco, ed allora chiusi anche io gli occhi, godendomi la sensazione del momento.
Strinsi più forte la presa attorno le sue dita, come se mi stessi tenendo alla sbarra di una qualche attrazione. Ero su una montagna russa di emozioni, e la paura di cadere era troppa.
La giostra si fermò, ed i miei occhi si riaprirono. Notai un luccichio nelle sue pupille simili a buchi neri. Sorrideva.

«È stato stupendo.»
Sussurrò con tenerezza quella frase che mi fece battere ancor più forte il cuore.
La sua voce mi dava alla testa.
«Lo rifarei altre mille volte.»
Aggiunse, avvicinandosi nuovamente al mio viso, regalandomi un dolce bacio a stampo.
I suoi occhi da cerbiatto mi scrutarono un poco, preoccupati per il mio silenzio anomalo.
«Stai bene?»
«No.»
«P-perchè?»
Lessi il terrore in quelle fosche pupille. Il suo prezioso sorriso si spense come una fiamma spazzata via dal vento più debole.
Lo strinsi a me, poggiando il mento sulla sua chioma tinta da poco.
«Perchè sono innamorato.»
Lo sentii rilassarsi, per poi ridacchiare sollevato. Sospirai, arrendendomi alla consapevolezza che il mio cuore una volta di ghiaccio era stato sciolto.
Le sue labbra baciarono dolcemente il mio collo, per poi salire sempre più in alto raggiungendo di nuovo le mie labbra.
Il film in TV continuava, ma ormai avevamo per il filo della storia. A cosa serviva una storia finta quando noi stavamo tessendo la nostra?
Più speciale, più bella, unica.

Quella sera lui si addormentò per primo, con ancora il sorriso dipinto sul suo volto angelico e vivace. Spensi la TV, ed in quel buio freddo mi sentii comunque a mio agio, avvolto da una coperta confortevole e le sue sottili e preziose braccia.
Quella sera cambiò tutto.
Quella sera cambiai io stesso: il ragazzo che non si credeva in grado di innamorarsi di un ragazzo.

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So che non è la mia creazioni migliore, ma spero che possa essere ugualmente di vostro gradimento.
Ultimamente ho poche idee, e le poche che ho svaniscono nel nulla.
Scusatemi tanto.

𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora