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Yang Jeongin × Hwang Hyunjin
Le prove erano finite, ed il mio piano era nel suo solito angolo spaesato e silenzioso: ero io a rompere quella calma pigiando quei tasti.
Mi infilai il mio capotto grigio, le tasche erano profonde e grandi: dentro chiavi, portafoglio, telefono ed altre cianfrusaglie non sempre utili.
Prima di andarmene definitivamente da quel teatro pieno di meraviglia e fascino decisi di salutate gli ultimi rimasti, tra cui uno degli organizzatori del concorso per cui tutti noi partecipanti ci stavamo allenando.
Bussai alla porta intagliata e dall'aria pesante. Ci vollero diversi secondi prima che si aprisse rivelando il biondo pieno di talento e bellezza. Hwang Hyunjin: ballerino e coreografo, uno dei visi più belli che avessi mai visto.
«Oh, sei ancora qui?»
Mi chiese lui sorpreso.
«Non per molto, sto andando a casa da Chan. Volevo... Solo salutarti.»
«Beh allora.»
Non compresi il significato di quelle parole finchè non mi strinse in un abbraccio caldo e piacevole. Mi piacevano gli abbracci.
«Torna a casa tutto intero, mi raccomando.»
«Anche tu dovresti farti una dormita in un letto vero.»
«Un giorno, ma non oggi di certo.»
Il biondo a causa del suo mestiere finiva col riposare poco. Da quando lo conoscevo mi ero sempre preoccupato per la sua poco salutare abitudine di chiudere gli occhi troppo tardi la sera e riaprirli troppo presto la mattina.
Sciolsi l'abbraccio, sentendomi felice.
Hyunjin era sempre stato buono con me, sempre presente e cauto anche quando altre persone non ci sarebbero riuscite.
Lui era speciale, e faticai ad andarmene definitivamente da quel teatro dopo un contatto del genere.Girai la chiave dorata nella toppa della porta d'ingresso. Fuori faceva freddo, ed il leggero cappotto che indossavo non era abbastanza spesso per scaldarmi.
Abbassai la maniglia in ottone ed entrai in casa. Mi tolsi le scarpe, rabbrividendo.
Mi levai anche il cappotto di dosso e mi diressi in salotto.
«Channie, sono a ca-»
Dissi ad alta voce, pochi secondi prima di fare capolino nella sala grande.
O almeno cercai di completare quella semplice frase.
Lo spettacolo che si estendeva dinanzi i miei occhi mi fece vacillare.
Quello che per più di un anno era stato il mio ragazzo, in quel momento stava pomiciando con un altro. Era mingherlino e dai capelli bianchi. Entrambi si voltarono verso di me, e notai immediatamente le lentiggini sulle gote rosse del nuovo individuo.
«Chan?»
Mi rivolsi al rosso, col quale convivievo da diversi mesi.
Non aspettai una sua qualche inutile giustificazione e presi subito in mano i suoi strumenti musicali sparpagliati per casa e li buttai direttamente fuori dalla porta. Spinsi lui e quel ragazzo, di certo più grande di me, al seguito degli oggetti per lo più metallici.
«Io l'avevo fatto per noi, Chan. Per me e te.»
Cercai di trattenere ancora un poco le lacrime. La voce spezzata, mentre il rosso ancora non aveva spiccicato parola.
«Vattene subito e non farti più vedere, bastardo!»
Chiusi la porta in faccia ad entrambi. Le gambe cedettero, facendomi presto ritrovare a terra.
Mi rannicchiai, mentre le lacrime non erano più possibili da trattenere.
Quella casa l'avevo comprata da solo, lavorando ogni giorno duramente. Mi ero iscritto a quella gara di canto per racimolare soldi e magari creare uno studio musicale insieme a Chan. Ma in quel momento ogni mio sogno andò frantumato così come il mio cuore.
Gli avevo dato tutto, ma forse tutto non era abbastanza per lui.Il giorno seguente mi diressi al teatro dove si sarebbe svolta la gara. Quel dì avevamo le prove generali per lo spettacolo.
Non salutai nessuno, neppure il ragazzo dai capelli biondo che la sera prima mi aveva dimostrato un poco d'affetto: Hyunjin.
Lui era anche il direttore del teatro assieme a Minho. Entrambi ballerini eccezionali.
Aspettai in solitudine il mio turno. Ogni mio compagno cantò alla perfezione il suo pezzo. Indosso avevo i miei vestiti di scena, ma non mi diedero la stessa energia che mi donarono la prima volta che li vidi nella grande cabina armadio del teatro.
«Jeongin! Tocca a te!»
Sentii urlare dalla tribuna. Salii sul palco, e le luci mi abbagliarono.
Feci un respiro profondo, sedendomi dietro il pianoforte che avrei dovuto suonare per la mia performance.
Premetti con coraggio i primi tasti, e poco dopo intonai le prime note. All of me. Ecco come si chiamava quel pezzo.
I ricordi affiorarono, la memoria si annebbiò e bloccò. Scoppiai a piangere mente il sorriso di Chan ancora mi perseguitava come un demone.
Mi fermai completamente, abbassando il capo. Non avevo il coraggio di incontrare gli occhi interrogativi di Hyunjin e Minho.
Dei passi pesanti e veloci mi si fecero vicini, e delle mani forti mi cinsero dolcemente.
«Jeongin, vieni con me avanti.»
La sua bellissima voce. Come inanimato mi trascinai al fianco di Hyunjin, mentre questo si faceva strada verso il suo ufficio. Non ci ero mai stato, lo avevo visto solo dall'esterno.«Siediti.»
Non alzai ancora il capo, la vista offuscata dalle lacrime.
Le sue mani rimasero su di me, ma si spostarono. Mi accarezzarono le guance come per cancellare quei solchi nuovi e salati.
«H-Hyunjin.»
Sussurrai privo di forze.
«Fa male. Perchè fa c-così male?»
«Jeongin per favore guardami.»
Lo accontentai, nonostante non accettassi il fatto che mi vedesse in quelle pietose condizioni.
«È colpa di Chan?»
Io annuii. Lui lo conosceva solo di nome, eppure sembrava fosse già nella sua mente.
«Povero.»
Mi abbracciò scaldandomi, proprio come qualche ora addietro. Il freddo della sera prima era ancora fermo nel mio cuore e nelle mie ossa divenute fragili.
«Canterai comunque allo spettacolo?»
Mi allontanai un poco, per guardarlo negli occhi sottili e amabili.
«Io voglio cantare, Hyunjin.»
«Fallo allora. Sfogati, non pensare a lui. Concentrati su ciò che realmente provi.»
I suoi occhi erano così belli. Lui era bello in ogni suo dettaglio. Irraggiungibile come persona. Dolce e premuroso, mai una volta negli ultimi giorni si era rifiutato di aiutarmi. Era diventato così speciale per me che forse colsi troppo alla lettera le sue parole.
Mi sporsi quel poco che bastava per far combaciare le nostre labbra. Forse era lo shock o forse semplicemente il mio cuore ad avermi spinto a quell'azione.
Chiusi gli occhi, già pronto ad essere respinto. Ma ciò non accadde. Lui ricambiò mordendo in modo per nulla malizioso il mio labbro inferiore.
«Jeongin.»
Richiamò pochi secondi dopo la mia attenzione.
«È questo ciò che realmente provi?»
«Credo di sì. Forse Chan ha fatto ciò che ha fatto perchè ha notato un cambiamento anche in me. Aveva capito che c'era un'altra persona per me. E quella persona sei tu, Hyunjin.»Lo spettacolo ufficiale ebbe inizio. Mi ritrovai sul palco, solo. Dinanzi a me il piano. Dietro le quinte il biondo di cui mi ero innamorato inconsapevolmente mi mandò un bacio volante che mi fece solo arrossire.
Sospirai, aspettando che il brusio del pubblico si affievolisse e poi presi a suonare.
Non avevo cambiato canzone.
Avevo semplicemente imparato ad interpretarla in modo diverso. La mia era una richiesta. Volevo chiedere il tutto della persona che amavo. Rivolsi per pochi secondi la mia attenzione dietro le quinte, dove lui ancora stava fermo.
Gli occhi suoi erano lucidi, e riflettevano le luci colorate del palcoscenico.
Il testo finì troppo velocemente, avevo ancora così tanto da dirgli e trasmettergli. Ma avevo tutto il tempo che volevo. Una vita sarebbe bastata?
Mi inchinai dinanzi il pubblico che applaudì entusiasta.
Corsi da Hyunjin che teneva le braccia spalancate in attesa di accogliere il mio corpo.
Mi strinse a sè, come se temesse la mia improvvisa scomparsa.
«I'll give my all to you.»
Mi sussurrò dolce all'orecchio. Sorrisi, consapevole che avrei fatto lo stesso per lui..:。✿*゚‘゚・✿.。.:* *.:。✿*゚’゚・✿.。.:* *.:。✿*゚
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𝐎𝐧𝐞𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐊-𝐩𝐨𝐩 •𝐌𝐮𝐥𝐭𝐢𝐟𝐚𝐧𝐝𝐨𝐦•
FanfictionOneShot su ogni gruppo k-pop che seguo. •boy×boy •smut •soft •angst Siate liberx di consigliarmi ship nei commenti. © _ImKai_