1. Strade Deserte

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Kayla
Le strade sono deserte, è sera ed io aspetto.
Aspetto che mi vengano a prendere.
Il vento si alza, sbatto le scarpe logore sull'asfalto e mi nascondo ancora di più sotto al cappuccio della mia felpa nera.
Fa freddo, è autunno, forse pure inverno, da quando sono scappata dall'Inghilterra con poco e niente e ho iniziato a vivere in strada ho perso la concezione del tempo. I soldi che mi ero messa da parte prima di fuggire li ho finiti qualche settimana fa, da lì mi sono cibata con quel che ho trovato o meglio, rubato. È da tanto che li aspetto, ma loro non arrivano.
Sbuffo. Anche oggi non arriveranno, ho aspettato inutilmente.
Inizio a camminare lungo il marciapiede. So benissimo si essere indifesa, un ottimo pranzetto per i demoni, ma non mi interessa. La mia vita potrebbe tranquillamente finire. Non ho più nessuno.
Una macchina nera, lucida mi affianca, il finestrino si abbassa con quel suono fastidioso. C'è un cinquantenne alla guida. Mi sorride sghembo. "Ciao bellezza, vuoi passare una bella serata con me?"
"Non sono una prostituta pervertito!" ribatto con un brivido.
Affretto il passo. Sento la macchina inchiodare e le portiere sbattere. Mi sento afferrare il braccio. Provo a divincolarmi, non ce la faccio (mi sembra ovvio, che può fare una ragazza diciassettenne?).
Inizio a perdere il controllo, no non devo. Mi ero promessa di non farlo, che non l'avrei mai fatto dopo quel giorno, non voglio far male a qualcuno o peggio diventare un'assassina, ora che sono pure diventata una piccola ladra di cibo per necessità.
Riprendo il controllo di me stessa. "Lasciatemi stare!" grido.
Mi ignorano e mi trascinano verso la macchina.
Sento un ringhio.
Ulteriormente spaventata mi volto e vedo due ragazzi con un lupo. Il lupo ha le zanne snudate, il pelo sul collo è dritto.
"Lasciatela è nostra." ordina uno dei ragazzi, hanno il volto coperto da uno scaldacollo nero, intravedo solo gli occhi.
Nostra? Io non appartengo a nessuno, solo a me stessa.
"Andatevene ragazzini." ribatte il cinquantenne.
Sento lame di spade strisciare contro i foderi, il ringhio del lupo si fa più intenso. Si mettono in posizione e pure gli altri uomini. Il primo che attacca è il lupo, gli altri lo seguono a ruota. Siccome nessuno presta attenzione a me decido di scappare, non voglio avere a che fare con loro, non voglio partecipare a una probabile lotta fra gang criminali che hanno conti in sospeso e che probabilmente credono di contendersi una prostituta. Ma si sbagliano di grosso, non sono una prostituta! Come fanno a pensarlo? Non ho nessun vestito provocante addosso, non indosso dei tacchi vertiginosi e nemmeno calze a rete (credo si vestino così, non ne ho mai vista una, ma mi baso su ciò che ho visto nei pochi film che ho guardato), anzi indosso dei jeans consumati, delle scarpe che tra poco sicuramente si bucheranno e una semplicissima felpa con il cappuccio, probabilmente se si avvicinerebbero a me potrebbero sentire anche un odorino poco invitante, causato da qualche doccia rimandata.
Dovevo aspettare Rosmerta Willson, la preside di una scuola privata per minorenni disagiati (si così vengo chiamata da anni) e mi ritrovo in una rissa alquanto sanguinaria. Inizio a correre.
Verso dove? Non lo so.
In un posto sicuro? Non lo so.
Per quanto? Non lo so.
So solo che inizio a correre a più non posso.
"Aust vai a prenderla, tranquillo qui ce la caviamo benissimo." esclama un ragazzo, che purtroppo mi ha visto sgusciare via.
A fantastico! Ora mi ritrovo pure una persona che mi rincorre. Non mi volto per vedere chi è, continuo a cambiare strade, magari lo confondo, magari riesco a non farmi trovare e ritornare al mio 'alloggio'.
Quando sento i polmoni in fiamme mi fermo. Non sento rumori, magari l'ho seminato. Sento un ringhio dietro si me. Ecco magari.
Mi giro e mi ritrovo davanti il lupo. Inizialmente mi era sembrato più piccolo ora noto che è bello grande. Ha una pelliccia nera come la notte e degli occhi leggermente rossastri, (pensavo che i lupi li avessero gialli, non rossi, ma probabilmente sto impazzendo). Avanza piano.
Io indietreggio. "Buono piccolino, stai buono." gli dico, sono spaventata, questo potrebbe saltarmi alla gola e farmi fuori in pochi secondi.
Sento una risata. Alzo la testa di scatto e nel mio campo visivo entrano i due ragazzi che stavano con lupo, diciamo i miei 'salvatori' per il momento. Non mettono via le spade e questo mi trattiene dal ringraziarli. Inoltre hanno detto che ero loro, questo non mi risulta rassicurante, anzi non mi fido di loro.
"Ehi bellezza, non ti conviene chiamarlo piccolino se non vuoi che ti stacchi la testa."
"Me la farei staccare volentieri, pur di non scopare con voi."
Si scambiano un'occhiata tutti e tre (sì lupo compreso) e ridono pure dalla gola del lupo esce una specie di gorgoglio strano. Si stanno prendendo gioco di me. Odiosi!
"Tranquilla. Noi non ti faremo nulla. Siamo solo qui per ordine di una persona. Ci ha detto di venirti a prendere. Si beh ecco aveva detto che saresti stata tosta e tutto, ma da quello che ho visto e quello che tuttora vedo credo che la nostra dirigente si sia sbagliata. Oppure ci siamo sbagliati noi. Non sono sicuro che sia lei ragazzi."
Il lupo mi fissa con quei maledetti occhi.
"Sicuro che sia lei Aust?" domanda uno dei due ragazzi.
"Kevin non fartelo ripetere. Se lui dice che è sicuro, è sicuro. Quando mai sbaglia?"
"Oh e va bene. Va bene. Allora andiamo forza. Non vedo l'ora di passare nell'ombra e vomitare l'anima guarda."
"Sei debole di stomaco Kev."
"Ma taci Brian. Che pure tu stai male."
"Sì ma io a differenza tua non vomito come una donna incinta."
"Fanculo."
"Ascoltare i vostri discorsi è stato fantastico, ma ecco io non ci tengo a venire con voi, quindi se non vi dispiace.." inizio a correre di nuovo, ma poi mi sento afferrare la vita. E tutto diventa buio, provo una leggera stretta allo stomaco, ma non mi viene da vomitare, anzi sto molto bene devo dire, a parte che mi da un fastidio assurdo il braccio intorno alla mia vita.
Poco dopo mi abbaglia la luce, strizzo gli occhi e mii guardo intorno. Kevin e Brian sono entrambi in ginocchio che si tengono la mano alla bocca per evitare di vomitare, i sono un sacco di ragazzi in tenuta che mi guardano, li guardo a loro volta. Poi noto un terzo ragazzo vicino agli altri due che mi hanno 'salvato', ha metà viso imbrattato di sangue e il cappuccio tirato su, incrocio il suo sguardo e rabbrividisco nel momento in cui percepisco una sensazione di gelo che si irradia nel mio corpo. Distolgo subito gli occhi da lui imbarazzata e riguardo la folla che ci circonda.
"Finirà sicuramente da Afrodite, guardatela, è stupenda." sento bisbigliare.
"Lasciatele spazio. Kayla, sei tu?" mi domanda una voce femminile.
Mi volto e ho davanti una donna di circa quarant'anni. La guardo con fare interrogativo.
Mi porge la mano con un sorriso: "Sono Rosmerta Willson. Tu sei Kayla giusto?"
"Oh sì piacere, Kayla."
"Non hai un cognome cara?"
"No. Solo Kayla." ribatto.
"Beh Kayla, benvenuta a casa." si rivolge ai ragazzi. "grazie mille cari. E grazie Austin veramente." Il ragazzo con il volto imbrattato di sangue abbassa il capo come per dire 'di nulla', si volta e se ne va. La folla si apre al suo passaggio, sembrano temerlo come la peste.
La signora Willson si rivolge ad una ragazza. "Sophie portala a cambiarsi per la cerimonia per favore."
"Sissignora."

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