16. Si parte... purtroppo

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Kayla
Sono in ansia, parecchio devo dire. Sono sicurissima che in questa impresa ci lascerò la pelle, senza ombra di dubbio. In più non so niente e l'unico che sembra sapere è Austin purtroppo quindi non gli chiederò nulla poco ma sicuro.
"Pronta per l'ultima cena qui di questo mese?" Domanda Kevin finendo di mettere la tenuta.
"Pronta per l'ultima cena letteralmente." Rispondo allacciando le scarpe.
Ride: "No ultima cena no sicuro. Fidati le missioni quando c'è Austin non vanno mai male."
"Non per gufarla eh, ma c'è sempre una prima volta."
Kevin ridacchia "Kayla, non essere così negativa che poi demoralizzi pure me." Si mette lo zaino in spalla.
"Sei pronta?"
Annuisco mettendo lo zaino a mia volta.
"Perfetto allora scendiamo." Apre la porta e si avvia giù per le scale, lo seguo. Arriviamo all'entrata della mensa. Dove ci sono Austin e Zoe che ci aspettano. Entriamo tutti insieme. E ci sediamo ognuno al proprio tavolo. Molti della nostra casta iniziano a fare domande a Kevin e lui risponde ma io non vi presto attenzione, sto cercando Annie. Non la vedo. E allora inizio a mangiare. Non ho molta fame ma mi sforzo di buttare giù qualcosa.
Finita la cena io e Kevin ci alziamo ed ecco che qualcuno mi si fionda tra le braccia. Annie.
"Mi mancherai tantissimo Kayla, ho tanta paura per te, ti prego promettimi che tornerai."
Annuisco, "certo che te lo prometto. Non ti disferai di me facilmente." Le faccio un sorriso. "Forza dai torna a mangiare."
"Okay," mi stringe un'ultima volta e poi mi schiocca un bacio sulla guancia. Ha gli occhi lucidi, le scende una lacrimuccia e gliela asciugo con in dito.
"Annie non c'è bisogno di piangere, non è mica il mio funerale." O forse sì..
Mi abbraccia di nuovo, abbozza un sorrisetto e torna a sedersi. Poi si alza pure Zoe dal suo tavolo e ci raggiunge. Ci giriamo tutti verso la tavolata della casta di Ade. Austin è concentrato nessuno fiata penso parlino con la mente. Non appena Austin si alza Oliver inizia a piangere e si aggrappa alla sua gamba. Lui si accuccia e lo abbraccia. Vedo che parlano perché le labbra si muovono. Oliver non smette di piangere e continua a scuotere la testa. Austin sospira, gli dice un ultima cosa e gli posa un bacio sulla fronte. Poi lo prende in braccio e lo passa a Brian, ma il piccolo continua a dimenarsi. Austin inizia ad avvicinarsi a noi
"Mi avevi detto che non saresti più ripartito!" Urla Oliver.
Lui si gira. Gli parla con la mente.
"Non mi interessa, sei solo un bugiardo! Ti odio!"
Austin si gira verso di noi. "Andiamo che è meglio." Incrocio il suo sguardo e vedo la tristezza nei suoi occhi. Lo distoglie subito, usciamo dalla mensa.
"Ehm bene, come usciamo da qui?" Domanda Zoe.
"Austin ti prego." Supplica Kevin con tono lamentoso.
"Conosci altri modi per arrivare in aeroporto in 2 minuti?"
"No però sai che mi viene da sboccare."
"Prendi un sacchetto"
Kevin alza gli occhi al cielo e si attacca alla sua spalla per poi afferrare la mano di Zoe.
Austin mi guarda e mi porge la mano, gliela porgo un po' schifata e sento una sorta di scossa. Ha la mano così calda e confortante che rimango un attimo scombussolata (perché mi fa questo effetto pure se lo odio?). Sento il terreno dissolversi sotto i miei piedi e provo una stretta allo stomaco. La sensazione dura pochissimo perchè qualche secondo dopo mi ritrovo con i piedi a terra barcollo un po'.
"Mannaggia a te Aust." impreca Kevin tenendosi una mano alla bocca.
Guardo Zoe che è piegata in due. "La prossima volta ti prego non farmi viaggiare così perchè potrei vomitare la cena."
Austin sorride. "Lo sapete bene che è l'unico modo per viaggiare velocemente."
"Sì ma sai benissimo che non fa bene per viaggi lunghi." lo rimbecca Kevin.
"Infatti, vi ho portato solo fino all'aeroporto mica in Grecia."
"ah e così dobbiamo andare in Grecia?"
"Sì Zoe, all'Oracolo"
"Fantastico" borbotta.
"Bene dai allora andiamo a fare il check-in e tutte quelle cavolate lì."
"sì hai ragione Kev."
Nel momento in cui sento che qualcuno mi tira mi accorgo che ho ancora la mano attaccata a quella di Aust. La ritiro subito a disagio, lui mi guarda un attimo (stranito forse?) e poi distoglie subito lo sguardo velocizzando il passo. Non capirò mai questo ragazzo.
Ci avviamo verso le porte dell'aeroporto, dopo aver fatto il check-in e tutte quelle solite robe siamo saliti sull'aereo finalmente. Dopo aver trovato i posti ci sistemiamo, o meglio si sistemano: Zoe e Kevin vicini e a me ed Austin tocca sederci nei sedili dietro di loro uno vicino all'altra.
Quanto durerà il viaggio non lo so, ma so per certo che sarà lunghissimo e noiosissimo di fianco a lui. Maledizione a Zoe che si è messa vicino a Kevin solo per farselo sicuramente.
Mi siedo vicino al finestrino. È già tanto che io debba passare un viaggio con lui, almeno pretendo che mi sia lasciata la vista sul paesaggio, (non che ce ne sia tanto in alta quota ma sì insomma avete capito).
"Ehm Austin scusa, quanto dura il viaggio?" Domanda Zoe e signori per una volta potrei amarla.
"Nove ore e qualcosa." Risponde lui sedendosi.
"Ok allora magari riusciamo anche a dormire." Risponde lei.
"Sì, magari però mettiti a dormire dopo il decollo va."
"Ovvio Kevin, ti pare?"
Iniziano a chiacchierare. Fortunati loro, questo sarà per me il volo più brutto in assoluto (sì continuerò a ripeterlo per farvi entrare bene il concetto probabilmente).
Mi giro verso il finestrino e guardo gli altri aerei a terra, la gente che sale e tutto il resto (pur di non guardare lui chiaramente). L'aereo inizia a riempirsi, dopo che tutti si sono seduti, una voce inizia a spiegare cosa fare in caso di pericolo e annuncia di allacciare le cinture. Le allaccio e finalmente si parte.
Devo ammettere che non adoro il decollo, per niente. Infatti mi tengo aggrappata al sedile talmente forte che ho le nocche bianche. Una volta che siamo in alta quota mi rilasso un po' di più e guardo fuori dal finestrino. Non so quanto tempo passi ma qualcuno fa: "Si sono addormentati entrambi."
Sobbalzo a sentire la voce di Austin, mi sporgo a vedere Zoe e Kevin e sì dormono alla grande. "Già." Rispondo.
Mi sento stanca, ma so di non riuscire a dormire in aereo e quindi non so che fare. Insomma non credo di poter chiacchierare con lui.
"Da quanto stai in America?" Domanda.
"Arrivata qualche settimana prima di arrivare in caserma. Tu?"
"Qualche anno, e perché sei venuta qui?"
"Non avevo più nulla, nessuna famiglia in cui venivo messa mi tollerava per più di due settimane e allora hanno deciso di mandarmi in questo 'collegio americano per giovani disagiati' che sarebbe la caserma..tu invece?"
"Dovevamo andare in un posto più sicuro dopo tutto quello che avevamo perso."
"E quindi avete preso l'aereo tutti insanguinati?" Domando ricordando il racconto di Annie.
"No, abbiamo viaggiato per ombra. E lì ho rischiato di morire per uno sforzo del genere, ma era mio dovere salvarli." Mentre parla non mi guarda, presumo debba fargli male una cosa del genere.
"Hai fatto bene allora."
Scrolla le spalle. "Dovevo fare di più."
Vorrei consolarlo ma non so cosa dire, quindi sto zitta e mi giro di nuovo verso il finestrino appoggiandomi. Lui rimane in silenzio, non ha in mente nulla da dire come me e lo capisco benissimo.
C'è in verità vorrei ben chiedergli molte cose, ad esempio del perché mi ha baciato senza nemmeno conoscermi e roba varia, ma non sono in vena di condurre un discorso del genere. Chiudo gli occhi. E ascolto la gente che chiacchera intorno a noi. Non mi addormenterò mai.

Angolo dell'autrice
Siamo arrivati a 1k letture e ne sono felicissimaaa, vi ringrazio tutti!
Baci❤️
P.S. spero che la storia continui a piacervi❤️

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