Austin
Mi dirigo nell'ufficio di Rosmerta che probabilmente mi manderà, come al solito, a recuperare ragazzi e ragazze.
Busso alla porta. "Avanti."
Entro, noto che ci sono Brian e Kevin, (le uniche persone di cui mi fido). Brain è il ragazzo con cui da bambino sono cresciuto insieme, il mio migliore amico e il mio beta, mentre Kevin è il capo della casta di Ares. Di Kevin mi fido, anche se non è lupo e da parte mia è strano dato che non mi fido mai di nessuno.
"Ah eccoti Austin. Ho bisogno che andiate a prendere una ragazza." sentenzia lei non appena mi vede.
"Andiate?" domando.
"Lo so Austin di solito svolgi questo lavoro da solo, ma lei, lei è potente, molto potente ed è quindi importante che siate di più."
Alzo gli occhi al cielo. Sta mettendo in dubbio la mia forza? Mi sta dando del debole? Si è dimenticata di quello che riesco a fare? Si è forse scordata di chi sono?
"Sono forte pure io." le dico.
"Sono seria, fidati di me." fa un attimo di pausa e aggiunge " Non accetto un no, sbrigatevi a prenderla è arrivata da qualche settimana e non vorrei fosse in pericolo."
Solo ora mi rendo conto di quanto Rosmerta sembri leggermente tesa, nervosa. Ovviamente quando si tratta di recuperare un ragazzo o una ragazza è sempre così, ma oggi lo è molto di più e non capisco il motivo, inoltre stranamente non guarda negli occhi me, ma gli altri due, come se mi nascondesse qualcosa.
"Come è fatta?" domanda Kevin.
"Non lo so. Ma dovreste riconoscerla per l'accento."
"Accento signora Willson?" chiede Brian.
"Non è americana, ma britannica."
Ah apposto... Un'altra British come me.
"Andate, forza! Spero che non l'abbiano già trovata i demoni." sembra volerci spingere fuori dalla stanza a forza e quindi usciamo.
"Bene, come andiamo in città?" domanda Kevin non appena iniziamo a trotterellare giù per le scale.
"Viaggiando nell'ombra."
"Sicuro Aust? Sai non lo reggo bene." mi fa Kevin, e avverto nella sua voce un po' di timore.
"Ti attacchi." rispondo.
"Ma grazie." sbotta tirandomi un pugno sulla spalla.
"Non abbiamo tempo per uscire di qui e cercare un taxi o un bus." aggiungo come per giustificarmi.
Arrivati alla sala principale ci fermiamo in disparte, tiriamo su il cappuccio e i due si coprono la parte inferiore del viso con uno scaldacollo.
Chiudo gli occhi, lascio scorrere nelle mie vene l'istinto, lascio che il lupo che c'è in me prenda controllo del mio corpo e mi trasformo, i due mi affiancano e afferrano la mia pelliccia.
Faccio un respiro profondo, concentrandomi e le tenebre ci accolgono, quanto mi piace la sensazione di libertà che provo nel viaggiare attraverso essa.
Arriviamo nel posto desiderato. Aspetto qualche minuto per far riprendere i due. Posso capire la loro nausea, pure io quando ero più piccolo ne soffrivo.
-Dovrebbe essere qui da queste parti, cerchiamola.-"Va bene capo."
Ci dividiamo, la cerchiamo per tutto il pomeriggio, la sera ma nulla.
Ora è quasi mezzanotte e non è molto saggio essere fuori a quest'ora, soprattutto in questo periodo, dato che succedono cose strane.
"Lasciatemi stare!" grida una voce femminile ed ecco che la vedo.
Poco più in la c'è una ragazza, indossa delle converse vecchie, che però mi sembrano molto famigliari, un paio di jeans consumati le fasciano le gambe e una felpa con il cappuccio tirato su le nasconde il viso al mio sguardo, anche se però non mi nascondono i lunghi capelli biondi, talmente chiari da sembrare quasi bianchi, che le arrivano praticamente alla vita. Si sta dimenando nella speranza di liberarsi da quegli uomini che l'anno circondata.
Non appena mi avvicino di poco, vedo il suo viso e il mio cuore perde un battito.
Dolore e felicità si mischiano nelle mie vene, stento a crederci, il mio lupo interiore la brama, vuole correre da lei. Rimango sopraffatto da quello che sto provando, ma devo trovare la forza di concentrarmi.
Percepisco che pure Brian è confuso e mi tranquillizza il saperlo vicino a me.
Ci avviciniamo a lei, ai demoni.
I miei compagni sfoderano le spade e io snudo i denti, poi ringhio, li avverto di non toccarla ulteriormente, di lasciarla.Non lo fanno e quindi non mi resta che attaccare e uccidere quei mostri, come sempre.
Affondo le zanne nella carne di uno dei mostri. Il loro sangue non mi fa impazzire, ma è piacevole sentire il calore riempirti la bocca.
"Aust vai a prenderla, tranquillo qui ce la caviamo benissimo." mi dice Brian vedendola scappare.
La inseguo veloce. Cambia spesso strada, forse pensa di come dire confondermi, ma si sbaglia, troverei chiunque, ma lei, lei la troverei sempre, ovunque.
Non posso perderla, non di nuovo, non dopo così tanto tempo.
Decido di cambiare strada, tanto ho capito dove vuole andare e anzi, credo pure che in questo modo si metterà in gabbia da sola.
La vedo che si ferma per riprendere fiato, si gira e sorride quando vede che non sono dietro di lei, ma mi spiace cara ma io sono davanti a te.
Ringhio.
Sobbalza spaventata e inizia a indietreggiare "Buono piccolino, stai buono." dice piano, anche se sento il terrore nella sua voce.
Piccolino, non può ricordarsi vero?
"Ei bellezza, non ti conviene chiamarlo piccolino se non vuoi che ti stacchi la testa." la avvisa Kevin.
"Me la farei staccare volentieri, pur di non scopare con voi." ribatte lei. Noto la durezza nella sua voce. Che le hanno fatto? Che le è successo? Lei non era così, questa non è lei.
"Tranquilla, noi non ti faremo nulla. Siamo solo qui per ordine di una persona, ci ha detto di venirti a prendere. Si beh ecco aveva detto che saresti stata tosta e tutto, ma da quello che ho visto e quello che tuttora vedo credo che la nostra dirigente si sia sbagliata. Oppure ci siamo sbagliati noi, non sono sicuro che sia lei ragazzi."
-È lei.- Dico con la mente ad entrambi.
"Sicuro che sia lei Aust?" mi chiede Kevin.
"Kevin non fartelo ripetere, se lui dice che è sicuro, è sicuro. Quando mai sbaglia Aust?" lo avvisa Brian.
"Oh e va bene. Allora andiamo forza, non vedo l'ora di passare nell'ombra e vomitare l'anima guarda."
"Sei debole di stomaco Kev."
"Ma taci Brian. Che pure tu stai male."
"Sì ma io a differenza tua non vomito come una donna incinta."
"Fanculo."
"Ascoltare i vostri discorsi è stato fantastico, ma ecco io non ci tengo a venire con voi, quindi se non vi dispiace.." inizia a correre.
Mi trasformo, le afferro la vita e porgo la mano a gli altri due. Viaggiamo nell'ombra e ritorniamo a casa.
Arriviamo nella sala principale dove c'è la solita folla che aspetta di vedere i nuovi arrivati. Kevin e Brian sono come al solito piegati in due.
Noto che lei ha vomitato anzi si guarda intorno stranita, come se si stesse chiedendo in che razza di posto sia finita. E la capisco, ma le posso assicurare che quando si ha perso tutto, quando si è nel buoi più totale questa è la luce, la salvezza di cui si ha bisogno.
Finita la sua perlustrazione visiva incorcia lo sguardo con me e io mi perdo in quei occhi azzurri, limpidi come l'acqua cristallina di un lago.
Riconoscimi piccola, riconoscimi.
Distoglie subito lo sguardo.
Mi sento morire. Nel petto mi scoppia un dolore immenso, trattenendo il respiro e cerco di controllare me stesso, di chiudere quel cassetto che ho sempre cercato di tener chiuso.
Rosmerta si presenta alla ragazza.
Kayla, la mia Kayla.
Possibile che non ricordi nulla?
Possibile che io mi stia sbagliando e questa sia solo una persona che le assomiglia, ma che no ha nulla a che fare con me?
Possibile che gli dei per punirmi di qualche mio errore abbiano deciso di mandarmi un suo sosia per farmi vivere in un dolore più profondo di quello che sto già vivendo?
Rosmerta mi ringrazia. Me ne vado, ma sa già che la mia meta è il suo ufficio e che ho bisogno di spiegazioni.
Mi siedo sulla sedia, mi torturo le mani.
Rosmerta entra dopo circa dieci minuti che per me, lo ammetto, sono risultati anni, se non secoli.
"Perché non ricorda nulla? Perché non mi riconosce?" domando a raffica.
"Austin caro, calma."
"STI CAZZI! PERCHÉ NON MI RICONOSCE? PORCA PUTTANA! SONO SUO MARITO, IL SUO COMPAGNO!" mi alzo di scatto ribaltando la sedia.
"Non ricorda Austin, il dolore l'ha cambiata. Capisco che tu possa essere spossato." cerca di tranquillizzarmi Rosmerta.
"No che non capisci, sono anni che non la vedo, la pensavo persa e ora che l'ho ritrovata lei è veramente persa. Non si ricorda di me. Non si ricorda di noi."
"È il dolore Austin."
"Dolore, quale dolore?! Cazzo."
"Saprai a tempo debito."
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The castes
FantasyRicordare può essere doloroso, ma ricordare e incontrare lo sguardo di quella persona, perdersi dentro agli occhi di essa e comprendere che lei non ricorda, che tu non sei nulla per lei, è un altro tipo di dolore, che fa ancora più male, che ti bru...