23. Ritorno alla caserma

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Kayla
Il viaggio di ritorno non è stato per nulla traumatico, anzi è filato liscio come l'olio ed è una cosa alquanto insolita, ma probabilmente è proprio destino il fato di ritornare alla caserma.
"Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza, a breve inizieremo l'atterraggio." annuncia la voce squillante di un hostess all'autoparlante.
Senza farmelo ripetere faccio subito ciò che mi dice, odio i decolli e gli atterraggi, preferisco di gran lunga viaggiare in macchina, quindi via terra piuttosto che per aria o acqua. Fortunatamente l'atterraggio non dura molto e circa venti minuti dopo scendendo le scalette dell'aereo e respiro aria fresca al seguito di Zoe e Kevin, che continuano a chiacchierare. Quei due si sono avvicinati molto, probabilmente si metteranno insieme, se non lo sono già. Io invece ammetto che mi sento un po' giù, come se fossi un po' spenta, come se ci fosse qualcosa che mi rende triste, ma come posso esserlo se sto tornando alla caserma, quindi a casa?
La voce di Zoe mi riporta alla realtà.
"Cosa dicevi scusa?"
"Kayla, sei persa nel tuo mondo, potresti gentilmente ascoltare per favore?"
"Sì certo, solo che ecco io.."
Vengo interrotta: "Sì sì, non ci interessa, vedi di prestare attenzione a ciò che dico e andremo d'amore e d'accordo." fa un sorrisetto e una voce odiosa, la mano mi prude dalla voglia di schiaffeggiarla.
"Che problemi hai?" domando innervosita, non comprendo questo suo cambiamento repentino di personalità.
"Nessun problema bella, l'unica che sembra averne qui sei tu."
Kevin le tira una gomitata, della serie, vedi di piantarla., ma lei non sembra dare cenni di volerlo ascoltare e io sicuramente non ho voglia di litigare, quindi non le presto più attenzione. Tornare qui le fa molto male, forse perché ha un posto da tenere e l'essere stronza è l'unico modo per riuscire a tenerlo... ritorneremo al rapporto di non sopportamento che avevamo prima di partire per questa impresa.
Camminiamo in silenzio per le strade, fino ad arrivare ad una fontana in una piazza mi ricordo che venivo spesso qui prima di entrare a far parte della caserma. Zoe si accomoda subito sul bordo della fontana, sfiora l'acqua con le dita, sembra quasi una turista, rabbrividisco al solo pensiero di toccare l'acqua.
Kevin lo nota "Tranquilla, non la sentirai." mi porge una moneta d'oro. "Lancia questa in acqua e lasciati cadere all'indietro, meglio se ti tappi il naso." si rivolge a Zoe "Falle vedere"
Lei alza gli occhi al cielo, si tappa il naso, butta la monetina nell'acqua alle sue spalle, stringe gli occhi e si lascia cadere all'indietro. Sparisce.
"Vedi, è facile!"
Deglutisco.
"Dai, non preoccuparti, ci sono qua io." Mi dice lui con tono dolce, cercando di aiutarmi, apprezzo il suo intento ma purtroppo non mi aiuta, però comunque, cerco di autoconvincermi e accolgo molto volentieri le parole di sostegno che mi rivolge Kevin, faccio come ha fatto Zoe, ma al contrario di lei serro gli occhi in modo strettissimo, mi lascio cadere all'indietro e nel momento in cui mi aspetto di sentire l'acqua sulla schiena, perdo l'equilibrio e cado su qualcosa di morbido.
"Manco atterrare in piedi sai fare." dice quella strega di Zoe con il suo tono fastidioso.
"Zoe vedi di chiudere il becco."
"Come osi parlarmi così dopo quello che è successo tra noi Kevin?!"
Lui si limita a guardarla, stando in silenzio come per dirle di continuare e provarle a dire qualcosa.
"Noi, abbiamo legato tanto, mi dicevi che mi amavi, che ero una persona fantastica, che volevi rimanere con me per sempre, che ero la ragazza più bella che avevi incontrato." Le elenca lei.
"Era una relazioncina così tanto per." ribatte lui freddo scrollando le spalle.
Lei ci rimane di sasso.
"Ora forza andiamo che è ora di cena." annuncia lui aiutandomi ad alzarmi porgendomi la mano. La afferro e mi lascio tirare su, lo ringrazio con un sorriso e mi spolvero i pantaloni.
Ci dirigiamo tutti e tre in mensa appena Kevin apre le porte e varchiamo la porta crolla il silenzio in tutta la sala. Tutti ci fissano, muti, immobili.
Rosmerta si alza subito in piedi seguita da Centy e altri adulti della caserma, rimangono in silenzio però.
"Dov'é?" urla una vocina che mi scalda il cuore.
Mi volto e vedo Oliver che si sta alzando e sta per scendere dalla panca, Brian cerca di afferrarlo ma lui è più veloce.
"DOV'E'?!" urla con le lacrime agli occhi, la sua disperazione mi fa rabbrividire. "Rispondetemi vi prego!" singhiozza con voce supplice.
Mi avvicino a lui, non so bene cosa mi stia muovendo in questo momento ma penso il mio inconscio che odia vederlo così, lo prendo in braccio.
Inizia a tempestarmi di pugnetti "Rispondimi!"
Lo porto al tavolo della sua casta, porgendolo a Brian, che mi guarda con uno sguardo perso, penso stia immaginando il peggio.
"E' vivo." annuncio "Lui è partito, come diceva di fare la profezia."
"Da solo?" Singhiozza il piccolo Oliver.
Annuisco. "Non ne ha voluto sapere, abbiamo cercato di convincerlo però ecco è stato impossibile, per lei farebbe di tutto." Abbasso lo sguardo.
"Ogni lupo farebbe di tutto per la sua compagna" mi dice Brian.
Rimango in silenzio, penso siano parlando con la mente tutti insieme perché ognuno fissa Brian e qualche d'uno annuisce pure.
"Kayla, potresti unirti a noi nel mio ufficio per favore?" Mi si avvicina Rosmerta, ha un tono gentile, ma si vede lontano un miglio che non è per niente tranquilla. La seguo in silenzio insieme a Kevin e Zoe dopo averle fatto un cenno di assenso con la testa, mi aspettavo che ci avrebbe chiesto di andare con lei in ufficio, l' avrei sperato dopo cena, vista la fame che ho. Spero vivamente che riusciremo a mangiare qualcosa più tardi.
Entriamo nell'ufficio ed è come le atre volte, non è cambiato nulla, tutto è al solito posto, la scrivania sempre ordinata con le pile di fogli accanto al computer pronte ad essere organizzate e riposte nei vari cassetti. Un po' invidio Rosmerta per la sua capacità di ordine e pure per la sua capacità di gestire le situazioni, visto che non sembra agitata, c'è per notarlo in realtà bisogna guardarla bene, lo si nota dalla rigidità della schiena e dal fatto che si tortura leggermente l'indice con il pollice della mano destra.
Ci guarda e ci fa segno di accomodarci sulle sedie di fronte alla scrivania, sono solo due, quindi colgo l'occasione per rimanere in piedi e appoggiarmi all'armadio, avendo così la possibilità di guardare tutti senza essere guardata dai miei compagni d'impresa, ma solo ed esclusivamente da Rosmerta in caso di necessità.
Rosmerta si siede a sua volta sulla sedia, si sporge verso di noi e incrocia le braccia sulla scrivania. "Allora, aggiornatemi pure, chi mi racconta?"
"Io io!" dice spavalda Zoe, veramente, da quando siamo tornati in America non la sopporto proprio, c'è qualcosa che le dà al cervello, che attiva un certo sensore che la rende acida come un limone e velenosa come una vipera.
Non seguo molto il discorso, quindi potete ringraziarmi del fatto che vi sto risparmiando la gallina che spiega e il racconto di ciò che abbiamo fatto, visto che già sapete insomma.
Mi perdo a guardare meglio l'ufficio, c'è qualche pianta grassa sul davanzale, mentre c'è una bellissima orchidea rosata accanto al computer, dal lato opposto delle pile di fogli, non ci sono foto appese e nemmeno attestati di nessun genere.
"Poi ecco, Austin e Kayla sono entrati all'Oracolo e quindi io la Profezia non me la ricordo bene, Kayla tu dovresti ricordartela." si rivolge a me con tono odioso da saputella, che però non sa un cavolo.
Annuisco e inizio a recitare :
"La ragazza in un sonno profondo cadrà
L' Alpha negli inferi scenderà, ritrovare qualcuno e senza voltarsi tra il mondo dei vivi ritornare dovrà.
Insieme luce e oscurità combatteranno
E il nemico batteranno
Ciò che ha separato e che ha creato conflitto
Solo con l'unione verrà sconfitto"
Lo sguardo di Rosmerta si incupisce, rimane a guardare fisso davanti a lei.
"Austin quindi?"
"E' sceso negli inferi." sussurro.
Si porta le mani al viso e le sfrega con stanchezza. "Va bene, andate pure."
Faccio per uscire per prima.
"Kayla potresti per favore rimanere un'attimino prima di andare a cena?"
Annuisco, faccio passare gli altri e mi avvicino alla scrivania.
"Come ti senti?"
Non comprendo bene la sua domanda e quindi la guardo un po' stranita.
Lei comprende e cerca di aiutarmi: "Riesci a capire cosa provi in questo momento?"
Nego. "Sono emozioni così confuse, mi sento felice di essere qui, ma pure triste"
Annuisce: "Ti è per caso tornato qualche ricordo mentre eri in viaggio?"
Scuoto la testa.
"Va bene, allora puoi andare." Fa con un sorriso dolce, io mi alzo e mi avvio ad aprire la porta ma:
"SIGNORA WILSON!" un ragazzo entra trafelato nell'ufficio. "Ci-ci sono stati...degli attacchi all'entrata Sud."
"Come le altre volte?" Domanda subito facendosi seria.
Lui annuisce.. "Sì sono lupi e demoni, vogliono finire quello che avevano iniziato anni fa."
"Fortificate le porte e preparatevi per un eventuale battaglia dobbiamo essere forti, proteggete il branco."
"Sissignora" dice lui per poi correre via di nuovo.
"Che è successo in queste settimane?" Domando.
"Vai a cena e non preoccuparti Kayla."
Annuisco sconsolata e scendo di sotto, tutti camminano ovunque indaffarati. Entro nella mensa e mi dirigo ai banchi per scegliere cosa mangiare, non è rimasto molto, quindi mi limito a prendere le robe meno schifose che sono rimaste. Una specie di brodaglia e un pezzo di pane con delle patate e dei fagiolini come contorno, mi siedo su uno dei tavoli, a caso perché ormai non c'è praticamente nessuno, a parte Brian, Oliver e Anne.
I due se ne vanno poco dopo ed Anne mi raggiunge abbracciandomi.
"Puzzi." Fa una volta staccatasi.
"Eh immagino, sai da quanto non faccio la doccia." Dico a bocca piena mentre mi riempio di zuppa dal sapore orribile per finirla prima.
"Ci credo, com'è andata?"
"Tutto bene dai, salvo un incontro speciale."
"Chi avete incontrato?"
"Circe"
"Oh"
"Però non preoccuparti nessuno è uscito ferito."
"Per fortuna." Sentenzia "È successo qualcosa di nuovo?"
"Tipo?"
"Non lo so ti sei avvicinata a qualcuno?"
"Beh Zoe era diventata simpatica, c'è abbastanza, nel senso che siamo riuscite ad andare d'accordo, collaborare e pure scherzare, ma appena è tornata qui, finito tutto, è tornata la solita." Rispondo giocando con il cucchiaio nella zuppa rimasta sul fondo. "Poi insomma con Kevin tutto normale come sempre, anzi non abbiamo parlato molto perché passava molto tempo in Zoe, mi sa che sono stati insieme sai?"
"LUI E ZOE?" Esclama incredula.
"Shhhh...non lo so ma mi sembrava di aver capito di sì."
"Mi cade in basso lui." Annuncia scuotendo lentamente la testa.
Alzo le spalle e inizio a mangiare le patate con i fagioli, queste sono assolutamente buone.
"E con Austin?"
Eccola, te pareva che me lo chiedeva.
"Daii, non fare finta di niente, so che è successo qualcosa i lupi ti guardano in modo diverso."
"In che senso?"
"Oggi quando sei andata da Brian ti guardava con molto più rispetto di prima."
"Non ho notato, ma comunque non è successo niente di che, ci siamo un po' avvicinati perché ogni tanto tanto parlavamo." Ricordo noi che parlavamo in macchina, i nostri corpi abbracciati in acqua, lui la sera, quando è partito. "Però ci sono state volte in cui era freddo e mi guardava poco."
"Classico maschio confuso." Sussurra.
Scuoto la testa: "Non è confuso, lui ama solo lei, il problema è che gliela ricordo molto."
"Te l'ha detto lui?"
Annuisco.
"Capisco."
Prendo i piatti e li metto ordinatamente sul vassoio. "Raccontami com'è andata qui invece."
Il suo sguardo si incupisce. "Le cose sono iniziate ad andare male poco dopo che ve ne siete andati in realtà."
"Che è successo?"
"Sono iniziati degli attacchi un po' strani, scritte di sangue sui muri e mal funzionamento delle porte che ci dividono e proteggono dall'esterno, infatti sono state organizzate nuove squadre di difesa e pattuglie, la signora Willson e gli altri adulti sono un sacco seri e spaventati, sempre tesi."
"Immagino sembra sia una cosa molto grave."
"Non sai quanto, abbiamo pure trovato dei ragazzi uccisi." ha lo sguardo perso nel vuoto.
Deglutisco.
"Temevamo il peggio pure per voi." Ammette con un sussurro. "Soprattutto Rosmerta."
"Noi siamo stati bene tutti, o insomma quasi." rispondo mogia ripensando ad Austin.
"Kayla, ho tantissima paura." sussurra abbracciandomi e iniziando a piangere sulla mia spalla.
"Anche io Anne, anche io." Le accarezzo la testa pensierosa
"Quando vi ho visto entrare senza Austin abbiamo tenuto tutti il peggio, non puoi capire come ci siamo sentiti tutti e soprattutto i lupi e Rosmerta." Ammette tra un singhiozzo e l'altro.
Annuisco. "Comprendo molto bene che possa avervi fatto molta paura, pure a me l'avrebbe fatta, visto che siamo partiti in quattro e tornati solo in tre."
"C'è la farà?" Domanda piano.
"C'è la farà. Lui può tutto Anne, può tutto."



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