7. Brian mi da una strigliata

111 8 0
                                    

Austin
"Aura strana?" domanda Brian con la bocca piena di cibo.
"Sí, è così che ha detto Rosmerta." gioco con il mio bicchiere ormai vuoto.
"Probabilmente quella ormai è mezza andata. Avrà i suoi secoli no?" affonda il cucchiaino le suo budino (mangia spesso il budino, troppo spesso).
"Rosmerta non sbaglia mai. E lo sai Brian." abbasso il tono di voce perché noto che la mensa si sta riempendo.
"Mai dire mai." mi risponde lui.
"Brain è una cosa seria."
"Sono serio pure io. Potrebbe essersi sbagliata, come no. Quello che voglio farti notare è che devi dare più fiducia a te stesso e meno a lei." mi guarda serio.
"Lo sto già facendo."
"Non è vero. Se tu lo stessi facendo non mi avresti parlato di questa cosa."
Rimango in silenzio, mi conosce troppo bene.
"Aust, risolvi le cose con Lei è l'unica cosa che ti preme. Poi cercheremo insieme di capire che sta succedendo ok?"
"É difficile Brian."
"Lo so che è difficile. Ma devi farcela e lo sai pure tu. Non puoi mollare Aust. Sono anni che la pensavi persa e ora non le dimostri nulla,non le dimostri che lei è la cosa più importante per te. Le stai alla larga."
"Le sto alla larga perché fa male. Hai notato pure tu che mi guarda come se fossi un mostro, come se la disgustassi!"
"E così hai intenzione di scappare? Stringi i denti cazzo! Vai avanti! Dimostrarle quello che eravate, falla ricordare, vivi nuovamente. Ricominciate." fa una pausa, si scola il suo succo. "Mostrale chi sei veramente, ritorna in te almeno con lei." detto ciò si alza e se ne va.
Rimango imbambolato per un po' a guardare il nulla che ho davanti, poi decido che per schiarirmi le idee andrò a farmi una doccia. Vado verso i dormitori entro in quello della casta di Ade,afferro una tenuta pulita e mi dirigo verso i bagni. Entro nella prima doccia libera che trovo, chiudo la porta e apro l'acqua. È gelida, mi fa venire la pelle d'oca. Dopo un po' si scalda e mi abbandono sotto il getto caldo.

"Austin vieni!"
"Arrivo!" esclama il bambinetto,correndo veloce dalla bimba che lo ha chiamato. La piccola è sdraiato sull'erba e guarda il cielo, le nuvole, il sole. Lui si sdraia di fianco a lei. "Eccomi."
"Finalmente! Ce ne hai messo di tempo." sorride lei.
"Non è vero!" esclama lui indignato mettendo il broncio.
La piccola ride: "ti offendi sempre! Mi racconti di te?"
"Mmm"
"Dai perfavore prometto che non ti prendo più in giro." la piccola si mette solennemente la mano sul cuore e solleva il mento.
"Mmm e va bene. Che vuoi sapere?"
"Spiegami come vivete voi"
"Beh come persone normali solo che abbiamo una sorta di gerarchia (Alpha, beta, ecc..)."
"Uh e vi sposate?"
"Certo! Ogni lupo ha la sua compagna e l'alpha ha la sua luna."
"Sembra una cosa bellissima."
"lo è. I lupi sono molto legati. Pensa la lontananza potrebbe costare loro la vita."
"Oh no, che cosa brutta!" esclama la piccola portandosi la manina alla bocca.
"Già questo sì, ma diciamo che una coppia di lupi è una cosa sola. Si completano a vicenda."
"Ma un lupo si può innamorare di un umano?"
"Sì Kayla." risponde il picciolo sorridendole e prendendole la manina.
La piccola li si avvicina e gli appoggia la testolina sulla spalla.
Rimangono in silenzio a guardare il cielo sopra di loro.
"Austin?"
"Sì?"
"Posso chiederti una cosa?"
"Dimmi."
"Tu sei innamorato?"
Il piccolo riflette e risponde: "credo di sì."
"Uh, posso sapere di chi?"
"Credo di te. Il mio cuore batte forte quando sono vicino a te e mi sento tanto felice."

Mi risveglio dai ricordi. Insapono con forza i capelli, sfrego bene il cuoio capelluto. Poi li sciacquo, mi asciugo, mi vesto ed esco dalla doccia. Ritorno ai dormitori, mi allaccio le armi addosso tiro su il cappuccio e mi dirigo verso l'ufficio della signora Willson. Busso ed entro.
È seduta alla scrivania, scrive qualcosa, Ma non sono affari miei quindi non provo a leggere.
"Ah Austin sei già qui! In teoria non dovrebbero esserci ragazzi sperduti ma tu fai comunque un giro di controllo perfavore."
"Va bene. Tornerò per l'ora di pranzo."
Mi dirigo verso la porta. Afferro la maniglia.
"Come procede con Kayla?"
Scrollo le spalle ed esco. Scendo le scale, mi concentro e mi dissolvo nell'ombra. Viaggio veloce mi fermo e mi ritrovo in un vicolo buio. Tiro su il cappuccio affondo le mani nelle tasche e cammino circospetto.

Kayla
Sono tutta sudata. Centy continua ad urlare indicazioni a squarciagola ma io non capisco nulla. Continuo a cadere, inciampare e mi sento alquanto stupida.
"Basta così per oggi." mi ferma lui per poi uscire dalla sala senza salutare.
Mi lascio cadere a terra e mi sdraio, guardo il soffitto.
"Ehi Kayla."
Mi tiro su, alla porta c'è Kevin, il mio capo casta. "Ehi." lo saluto a mia volta per poi rimettermi giù.
"Stanca?"
"Direi di sì. E anche tanto."
"Beh stasera devi esserci, ci sono i giochi."
"che sarebbero questi giochi?"
"Roba sacra." risponde prendendo una spada di legno. "Dai alzati. La casta di Ares non può perdere per colpa tua. Forse quest'anno riusciamo a battere la casta di Ade." mi porge una spada di legno. Mi fa vedere come impugnarla,è complicato, ma dopo un po' ci si abitua. Inizia a muoversi piano e mostrarmi delle mosse prima a rallentatore, poi a velocità normale. Mi sembra bravissimo. Provo a copiare i suoi movimenti ma spesso il bastone finisce atterra (e pure io).
Non si arrabbia come Centy, anzi mi incita, mi incoraggia, qualche risata gli scappa e mi prende bonariamente in giro. E questo ovviamente non mi da fastidio. Anzi si può dire che è il primo allenamento che mi piace.
"Ora direi che possiamo andare a farci una doccia e poi a mangiare, che ne dici?" mi propone mettendo via i legni.
"Direi di sì." sorrido e ci avviamenti ai dormitori e poi alle docce. Faccio una doccia veloce ma accurata. Poi nu rivesto e insieme a Kevin mi dirigo verso la mensa.
"Mangia leggero oggi" mi dice reggendo il vassoio ancora vuoto tra le mani.
"Perché?"
Ridacchia: "Vedrai che stasera ci muoveremo parecchio."
Cerco di ignorare il doppio-senso, prendo un po' di verdura cotta, una bistecca di pollo (cotoletta) e un panino.
"Ti siedi con noi oggi."
"Non ho intenzione di stare vicino a Zoe e a Austin, se non ti dispiace."
"Uh ma tranquilla oggi non stiamo seduti a quel tavolo. Ma a quello della casta di Ares. Dobbiamo elaborare qualche tattica."
Ci sediamo al tavolo. Tutti i ragazzi mi guardano, quando però Kevin inizia a parlare la loro attenzione si sposta su di lui. Kevin inizia a spiegare che dobbiamo essere agili e veloci sì, ma che dobbiamo anche usare tattica militare (a quanto pare i lupi mannnari ne hanno di meno). Finita la cena e definite le ultime tattiche andiamo in armeria. Kevin mi aiuta a indossare l'armatura. Poi mi squadra: "Non so che arma darti." inizia a guardarsi in giro, ma ogni arma che mi porge pesa troppo o è comunque troppo scomoda per me.
"Ehi Kev. Ci sono i tuoi già schierati che ti aspettano." Austin si appoggia alla porta e ci guarda. Devo ammettere che l'armatura nera gli sta da dio.
"Oh si arrivo, le sto cercando un'arma."
"Dalle due stiletti." annuncia Austin guardandomi intensamente abbozzando mezzo sorriso.
Kevin me li porge. Li prendo in mano. Mi stanno alla perfezione. Non pesano anzi li muovo con molta facilità.
"Sono perfetti Aust." dice Kevin.
'Conosco i gusti della mia principessa' sembra dire il suo sguardo anche se è un po' impossibile visto che 1) non mi conosce, per niente, 2) non sono la principessa di nessuno.
Usciamo tutti e tre dall'armeria e raggiungiamo le rispettive caste già schierate all'arena. Kevin si mette in prima fila io centrale, (nell'unico posto libero).
La signora Willson si alza in piedi, ci guarda tutti e annuncia: "Conoscete tutti le regole! Che vinca il migliore e che il gioco abbia inizio!" uno squillo di tromba accompagna l'inizio della partita.
Il gioco è iniziato.

The castesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora