8. I giochi

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Kayla
Il putiferio ha inizio.
Non capisco molto, cammino vicino agli altri, restando compatta.
Inizia lo scontro, le caste di difesa contro quelle d'attacco. Scoppia l'inferno. Le lame delle spade sbattono l'una contro l'altra senza pietà, ordini gridati a destra e a manca.
L'arena è strata trasformata in un campo di battaglia alquanto curioso. È pieno di pietre, macerie dove ci si può nascondere, proteggere. Noto che ci sono poche persone che si nascondono, (se fosse per me resterei nascosta per tutto il tempo).
Avanziamo, brandisco i due stiletti, pronta ad uno scontro, anche se non ho mai combattuto contro nessuno, e siccome le lame non sono finte ho paura che qualcuno (tipo Zoe) mi stacchi la testa. Vedo molti ragazzi cadere a terra feriti per venir soccorsi poco dopo da dei ragazzi vestiti di verde fluo.
"Kayla sta attenta!" mi urla Kevin.
Mi giro giusto in tempo per venir travolta da Zoe.
"Eccoti! Ti ho trovato piccola Kayla." mi dice, tirando delle stoccate con la spada. Le paro, fortunatamente.
Un lupo relativamente piccolo le salta addosso. Lei se lo scrolla di dosso, gli tira un calcio in pancia. Il piccolo uggiola. Zoe ritorna ad abbattersi su di me.
"Ti fai proteggere da lui?" mi dice.
Contrattacco, ma sono ancora molto titubante, provo le tecniche che mi hanno insegnato, con scarso successo. Mi atterra piazzandomi la spada alla gola,
"Ti fai proteggere da lui?" mi dice. "Cos'è ti sei concessa a Austin? Gli hai dato la figa in cambio della sua protezione?"
Qualcosa dentro di me scatta. "Non ho bisogno di protezione." sibilo.
La pressione della lama sul mio collo aumenta.
Sembra deridermi. La rabbia sale in me, esplodo. Si mi ero promessa di non farlo mai più...ho cambiato idea. Scatto. Pianto uno stiletto nel fianco di Zoe e la scaravento via da me.
"Non darmi della troia, quella sei tu." prendo la piccola palla di pelo in braccio e inizio a farmi strada tra la difesa. Devo portarlo da Austin.

Austin
Sto per varcare la difesa, sono a un passo dal far vincere la mia casta, ma mi fermo. Sento Oliver piangere.
-Dove sei? Che ti hanno fatto? Quanto sei ferito?-
Sapevo che portarlo ai giochi era una cavolata, ma lui ha insistito così tanto, che non ho potuto dirgli di no. Sì lo so, non sono molto responsabile o meglio dire, non sono un cuore di ghiaccio come sembro.
-Ho cercato di proteggere Kayla da Zoe. Ho male alle costole e mi sanguina il naso.-
Cazzo Zoe mi sente domani.
-Oliver dove sei?-
-Sto arrivando da te.-
-Da solo?-
-No. Con Kayla.-
Mi giro e la vedo. Combatte come una leonessa, sembra che un demonio si sia impossessato di lei. Le faccio un segno con la mano. Mi vede e cerca di raggiungermi. Ma una della casta di Afrodite le salta addosso.
Oliver rotola a terra. Lo sento genere di dolore.
"tu! Hai mandato il nostro capo in ospedale! Come hai potuto!" le sferra un cazzotto in pieno viso.
"Se non ti levi dalle scatole ci mando pure te in ospedale." esclama ma è disarmata e non può fare in granché.
Guardo la fiaccola che divampa davanti a me, potrei prenderla e vincere. Mi tenta un sacco. Ma poi vedo lei a terra e pure Oliver. Ah, fanculo la vittoria. Mi trasformo e balzo sulla ragazza, le azzanno la spalla, se fosse stata senza armatura le avrei scorticato tutta la schiena.

Kayla
La ragazza mi viene tolta di dosso da Austin. Rotolano via, mi fiondo dal piccolo. Dobbiamo avanzare o indietreggiare. Non è un posto sicuro questo. Decido di indietreggiare. Se Austin ha rinunciato alla vittoria lo farò pure io. Mi allontano dalla battaglia, e mi nascondo dietro le macerie probabilmente serve un medico. Austin ci raggiunge,ritorna umano e non mi degna di uno sguardo.
"Oliver, olly mi senti." appoggia le dita sul suo collo. Il piccolo muove la codina. "riesci a trasformati?" gli domanda Austin.
Il piccolo inizia a piangere.
"Cazzo serve un medico", tira fuori della polvere rossa e la lancia in aria. Dove si forma una nuvoletta di un colore molto acceso. "Oliver resisti." gli accarezza piano la testa, (non pensavo che Austin Cooper potesse essere così dolce nei confronti di qualcuno).
Un ragazzo con una casacca fluo sopra l'armatura si avvicina a noi. Appoggia la cassetta del pronto soccorso a terra.
"Il lupo deve tornare umano." dice, aprendo la cassetta.
Il piccolo si trasforma, davanti a me vedo un bambino biondo, pallido e imbrattato di sangue con degli occhi verdi. Assomiglia al suo alpha in una maniera impressionante. Austin e il ragazzo gli tolgono l'armatura. Il medico inizia a spalmargli delle Creme addosso. Il piccolo continua a piangere silenzioso.
Quando il medico finisce il suo lavoro si alza, chiude la valigetta e si rivolge ad Austin. "ha bisogno di riposo, di un letto."
Austin annuisce. Prende in braccio il piccolo e mi guarda. "Forza vieni, attaccati al mio braccio."
Mi attacco. Iniziamo il nostro viaggio nell'ombra, lo stomaco mi da leggermente fastidio, avverto solo una stretta. Quando sento nuovamente i piedi per terra sono in una camera. Quella di Austin presumo. Vi sono tre letti. Due vicini e uno in disparte. Austin lascia il piccolo in uno dei due letti vicini. Tira su le coperte e gliele rimbocca.
Poi si siede di fianco al piccolo, che sembra incosciente.
"quanto ha?" domando.
"Poco più di tre anni."
Il piccolo apre gli occhi. "ho quasi 4 anni. Li faccio la prossima settimana."
"così piccolo? Pensavo avessi più o meno otto anni." dico. Sembra veramente più grande.
Austin ride nel vedere la faccia imbronciata del piccolo e mi spiega: "Noi lupi mannari cresciamo più in Fretta degli umani. Cioè gli anni che passano sono li stessi ma risultiamo più grandi di quello che siamo. Quindi Oliver dimostra Otto anni ma ne ha quasi quattro."
"Ah." che cosa strana.
"Certo per certi versi rimane ancora bambino." ride Austin.
Sbaglio o Austin sta ridendo troppe volte e non per prendere in giro me?
"ma ti sembra saggio mandare un bimbo in battaglia?" domando e lui si fa serio.
"Non sono un bimbo! E poi è solo un gioco!"
"Beh signorino, ti avevo detto di stare in disparte!"
"Si ma io stavo ubbidendo!"
"non mi risulta Oliver."
Il piccolo serra I pugni: "si invece! Tu avevi detto di proteggere la mamma! Beh è quello che ho cercato di fare."
"Oliver." sibila Austin al piccolo per poi guardarmi. Questi due sono impazziti. Io non sono la mamma di nessuno. Esco dalla stanza il più velocemente possibile.
"Kayla!" la voce di Austin mi chiama, la ignoro e vado avanti, verso la mia stanza.

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