Kayla
Cerco Annie un po' dappertutto, non so bene dove cercarla perché non la conosco. La trovo vicino ai bagni. Ok forse potevo arrivarci prima dopotutto è un posto un po' banale, ci vanno tutti in bagno a piangere..
Mi lascio scivolare contro il muro di fianco a lei, che continua a singhiozzare. Avvicino la mano per accarezzarle la testa ma con un sussulto si sposta. Mi fermo e le sussurro con dolcezza:
"Ehi, stai tranquilla, non voglio farti male."
Lei mi guarda con gli occhi pieni di lacrime e la guancia leggermente arrossata e si accoccola contro di me. Non ho mai abbracciato una persona, che io ricordi ma non è male come cosa.
"Ti va di dividere il pranzo?" domando con dolcezza (non è da me, lo so. Ma mi viene così spontaneo non saprei spiegare il motivo).
Lei annuisce.
Le porgo il piatto con la cotoletta ormai fredda (che sembra il piatto più invitante) e iniziò a mangiare la pasta scotta che mi ritrovo. Non mi lamento, è cibo. Non è così male, ma ovvio c'è di meglio..
"Di dove sei?" domanda lanciandomi una piccola occhiata.
"Inghilterra, Londra." rispondo dopo aver inghiottito il boccone.
"Lo sai che pure Austin e il suo branco è di Londra?" mi dice a bocca piena.
"Ah si?"
Annuisce più volte. "Si sono arrivati qui qualche anno fa. Non mi ricordo quanti anni fa. Ricordo solo che erano pieni zeppi di sangue, feriti e che Austin diceva: "Lei! Dobbiamo tornare... Lei..."
Erano tutti nella sala delle cerimonie, il fuoco era acceso e si stava celebrando la domenica. A un certo punto il fuoco iniziò ad agitarsi, muoversi sempre di più. Divenne scuro, non più del suo colore rosso e arancio. La porta si aprì ed entró una sentinella correndo: "Signora Willson! Ci sono ragazzi feriti qui fuori! La porta si è aperta per loro, come se fossero morti ragazzi della caserma, ma essi non lo sono, non hanno marchio."
"Fagli entrare e scortali qui." ordinò la direttrice.
Il ragazzo sparì per poi tornare poco dopo seguito da circa 15 ragazzi. Erano sporchi di sangue, soprattutto in viso.
"Chi siete voi?" domandò la signora Willson.
"Sono Austin Cooper, il capo branco."
La direttrice si irrigidì.
"Sono venuto qui in pace, molti dei miei membri mi hanno lasciato stanotte e nei giorni precedenti. Vi chiedo asilo." tutti videro che gli occhi del ragazzo erano pieni di dolore, rabbia.
"Se venite in pace avrete asilo e cure."
"La ringrazio signora Willson."
"Come sai ragazzo?"
"Ho solamente sentito, non si preoccupi non sono uno stalker."
La signora Rosmerta abbozzò un sorriso distratto, la sua attenzione era tutta rivolta al fuoco sacro che si agitava.
Il ragazzo alpha si piegò come sopraffatto dal dolore. Sul suo bicipite si formò un simbolo, il marchio di Ade.
"Signora direttrice, questo che significa?" domandò qualcuno.
"Non lo so di preciso, so solo che vuol dire che ci sarà una nuova casta e che lui", indicò il ragazzo, "sarà il capo."
Il ragazzo non chiese spiegazioni.
"Che ti tormenta ragazzo?" domandò Rosmerta.
"Lei. Devo tornare indietro! Riprenderla! La prego non posso perderla." il dolore che disegnava il volto del ragazzo era indescrivibile. Sembrava essere uscito di sé.
"Aust ti prego ascoltami." si fece avanti in ragazzo zoppicante. Tutti i presenti fecero una smorfia di disgusto. Le sue ferite erano orribili. Aveva profondi squarci sui fianchi ma nonostante esse stava in piedi. "Se torni lì ci lasci la pelle, sai quanto ci abbiamo messo a scappare."
"Lei. Io.. l'ho abbandonata."
"Aust, hai salvato il branco. Hai fatto tantissimo."
"No. Non ho salvato lei." sibila il ragazzo per poi svenire.
Annie ha lo sguardo perso nel vuoto. Scuote la testa come per risvegliarsi.
"Doveva tenere proprio tanto a quella ragazza." dico.
"Oh si, tuttora ci tiene un sacco. Sai non ha mai toccato una ragazza da quando è qui." mi risponde. Poi si alza "Ti ringrazio per il pranzo e per avermi difeso. Ma ora devo proprio andare ad allenarmi "
"non ti ho difeso.. Ma comunque figurati."
"Sei un'amica fantastica" mi stampa un bacio sulla guancia e corre via. Rimango lì imbambolata per un po', poi riporto il vassoio in mensa. Ormai è quasi vuota. Solo il tavolo con i capi è occupato (solamente da Kevin e il tipo che credo si chiami Brian. Zoe non c'è e nemmeno Austin, probabilmente saranno insieme).
"Kayla!" mi chiama Kevin. "Vieni qui devo darti una cosa."
Mi avvicino a loro e mi siedo al tavolo. Kevin mi passa un orario. Lo guardo con fare interrogativo.
"È il tuo piano di allenamento."
"Piano di allenamento?" domando
"Beh sì, dovrai pur imparare a difenderti no?"
"Presumo di sì." Rispondo.
Guarda l'ora, si alza. "Mamma mia devo già andare. Brian accompagni tu Kayla perfavore?"
"OK no problem. Tanto sono libero, a meno che Aust non abbia imprevisti e mi chiami."
"Riesco ben ad andare da sola." mi intrometto.
"No fidati è meglio non arrivare in ritardo alla prima lezione con Centy." mi dice Kevin per poi andarsene.
Rimango da sola con Brian la cosa è un po' imbarazzante, lo guardo finire il suo budino al cioccolato con tutta calma. Più lo guardo più noto che è carino. Ha dei capelli castano chiaro e degli occhi azzurri che insieme stanno benissimo. In più ha un fisico asciutto, forse un po' troppo ma comunque ben disegnato.
"Allora, leggimi l'orario, dove devi andare?"
"C'è scritto 16.00-18.00 arena"
"Bene allora andiamo." si alza, scavalca la panca e si avvia verso la porta della mensa. Lo seguo, ha un passo veloce, vorrei chiedergli di rallentarea non voglio fare una figuraccia e quindi mi adeguo limitandomi a stare poco dietro di lui. Camminiamo in silenzio. Non saprei che conversazione fare, quindi meglio così. Lo osservo, sembra sciolto, rilassato ma ha comunque qualcosa che lo fa sembrare come in allerta. Non gira la testa ma si vede che caupta suoni a cui una persona normale non presta attenzione.
"Stai cercando una conversazione?" domanda facendomi mezzo sorriso.
"Da che lo noti?"
"mm ti sei leggermente irrigidita, come se fossi in imbarazzo, inoltre ti guardi in giro." rallenta il passo e si mette esattamente al mio fianco.
"Come fai a notare queste cose?" domando incuriosita, cioè non è normale che una persona noti queste cose no?
"Perché non sono un comune mortale." risponde tranquillamente lui.
"non sei un comune mortale?" mi sta dicendo che è un semidio puro? Non ce ne sono da anni, da quel che ho capito sono rarissimi. Anzi da quel che so, so che non ci sono più.
Brain sembra intuire i miei pensieri infatti ridacchia: "Non intendevo semidio, ma lupo mannaro."
"Pure tu?" domando.
"la casta di Ade è composta solamente da lupi mannari."
"Ah."
"Certo siamo la casta più piccola visto che siamo solo quindici."
"Solo..."
"Beh per un branco è poco, anzi pochissimo. In teoria dovremmo essere circa 30/40 membri."
"E il resto dov'è?"
Il sorriso scompare dal suo viso e mi indica il soffitto (o probabilmente sarebbe meglio dire il cielo).
"Mi spiace." sussurro.
"Così va la vita. Sai non si meritavano di morire in quel modo. Ma almeno sono morti velocemente."
Mi spiace vederlo così. Vorrei dirgli qualcosa che possa confortarlo ma non so che dire.
"Tranqui non serve che ti dica qualcosa, è andata così e a quanto pare non doveva andare diversamente. Sai tutti portiamo cicatrici da quella notte. Nessuno ha dimenticato tutta la sofferenza che ha passato. Ma non credo ci essere la persona più adatta a raccontarlo. Il più adatto sarebbe Aust che come alpha avverte molto bene gli stato d'animo delle persone,dei membri, e poi quello che ha perso quella notte l'ha spezzato. Non è più lo stesso."
"Che ha perso?" domando. Sarà forse la ragazza di cui parlava Annie?
"Ha perso la sua luna."
Avverto una pressione al petto che non ho mai sentito prima d'ora. Fa male tanto.
"Ecco, siamo arrivati a destinazione"
Mi indica il portone di legno.
"la strada la troverai sicuramente, segui la folla tanto tutti andranno a mangiare."
"Va bene, grazie mille."
"Chi è lei?" domanda una voce bassissima. Sobbalzo.
"signor Centy, lei è Kayla. Kayla il signor Centy il miglior insegnante."
"Brain al posto di adularmi vai a fare quello che hai da fare." borbotta l'uomo tirandogli uno scapellotto sul collo.
"Sissignore." mi fa un cenno del capo e sparisce.
"Seguimi Kayla, dovremo vedere le tue abilità, a che livello sei."
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The castes
FantasyRicordare può essere doloroso, ma ricordare e incontrare lo sguardo di quella persona, perdersi dentro agli occhi di essa e comprendere che lei non ricorda, che tu non sei nulla per lei, è un altro tipo di dolore, che fa ancora più male, che ti bru...