30. Ritorno nel mondo dei vivi.. finalmente

44 6 5
                                    

Austin
Mi lascio scivolare a terra, faccio un respiro profondo e l'aria mi invade i polmoni. Aria finalmente pulita, con odore di bosco e non più quell'odore, quell'aria pesante che c'era là sotto.
Rabbrividisco al solo pensiero di come si stesse là sotto. Ho una certezza, vorrò mettere nuovamente piede la dentro solo quando sarò effettivamente morto.
Mi guardo intorno o meglio ci provo, dato che i miei occhi non sono più abituati alla luce del sole e quindi devono adattarsi, mi trascino a carponi fino all'ombra di un albero per far si che i miei occhi si adattino in un modo leggermente più graduale (anche se ovviamente è graduale un corno, mi sono già accecato).
Faccio dei prodondi respiri e cerco di osservare ciò che ho intorno riesco ad individuare da dove sono uscito (e tempo prima entrato, mi pare ovvio): la Grotta Coricia, grotta situata sui pendii meridionali del monte Parnaso, antico luogo di culto dedicato a numerose divinità come Pan, Zeus, Dioniso e le ninfe cori-qualcosa.. mh.. Coryciane forse? Beh oggi giorno questa sacra grotta è ovviamente una metà turistica e nemmeno tanto economica devo dire.
"Tutto bene ragazzo?" mi domanda una guardia addetta alla sicurezza.
Annuisco. "Ho solo avuto un piccolo giramento di testa dato da un probabile colpo di sole, oggi è particolarmente caldo!" enfatizzo ciò che dico muovendo freneticamente la mano davanti al viso per farmi aria.
"Immagino, sei pallido come un cencio ragazzo."
'Sai com'è deficente, ho passato mesi nell'oltretomba, se non sono praticamente cadaverico mi stupirei!' penso tra me e me "Eh sì, ho la pelle molto chiara e soffro subito il caldo."
"Cerca di riprenderti al più presto dato che sei in mezzo, c'è molta fila oggi!" indica con un gesto la marea di gente che ci circonda, turisti. Tantissimi turisti e molti mi stanno fissando.
Annuisco e mi obbligo ad alzarmi, ma tutto quest'insieme di 'novità' mi scombussola alquanto facendomi barcollare pericolosamente, e sono certo che mi sarei scorticato il viso se la guardia non mi avesse acciuffato in tempo.
Inizia a parlare nella sua radiolina, anche se non capisco ciò che dice, dato che non sono greco, riesco a percepire che stia parlando di me.
"Non voglio dare problemi." bofonchio.
Lui mi ignora e io non ho le forze di fare nulla anche quando si avvicinano altre tre guardie grosse come armadi e mi conducono in un ufficio. Mi fanno accomodare su una sedia e mi portano una bottiglietta d'acqua e una barretta energetica.
Gli scruto guardingo, non so se dovrei fidarmi.
"Mangia e bevi ne hai bisogno." sentenzia uno.
"Hai un telefono?" domanda un'altro nel poco dopo che io ho iniziato a mangiare.
Faccio un cenno di diniego con la testa.
"Ne hai la necessità?"
Annuisco e poco dopo mi ritrovo un telefono tra le mani, digito il numero di Jas.
"Pronto?" 
"Ehi Jas." sussurro.
"Austin?! OH cielo! Siano ringraziati gli dei e soprattutto la dea luna! E' vivo amore! E' vivo!" la sento urlare entusiasta.
Faccio un sorrisetto, anche se sono consapevole che non mi possa vedere.
"Come stai?" domanda dopo essersi calmata.
"Stremato, non riesco a reggermi in piedi"
"Dove sei?" domanda preoccupata.
"Ehm attualmente nell'ufficio delle guardie della sicurezza della grotta Coricia, mi hanno gentilmente offerto una barretta energetica, una bottiglia d'acqua e imprestato un telefono per chiamarti."
"Gadiel è appena salito in macchina, ti viene a prendere."
"Non serve Jas, ora mi riprendo." dico, ma sinceramente non ne sono convinto, ci vorrà una vita affinché io mi riprenda.
"Non dire e fare cazzate, tra un'ora e mezza massimo Gadiel sarà da te."
Le due ore che passano prima dell'arrivo di Gad sono molto imbarazzanti, infatti ci sono io accomodato su una sedia che mi rigiro la bottiglia tra le mani, mentre loro che mi fissano attenti, scambiandosi delle occhiate che mi fanno percepire che mi considerano probabilmente un drogato o giù di lì. Mesi fa mi sarebbe interessato, probabilmente mi sarei fatto vedere, guardandoli pure dall'alto verso il basso, ora lascio correre, non mi interessa per niente, anche perché non avrei le forze per ribattere o farmi valere insomma.
Mi sento veramente stordito, come se ormai non appartenessi più a questo posto.
"Posso usare in bagno?" Domando.
Si scambiano delle occhiate e poi uno annuisce prendendomi sottobraccio e accompagnandomi, con poca delicatezza, in un bagno privato, insomma il loro e non quello dedicato ai visitatori presumo.
Mi fa entrare e rimane fuori dalla porta, mi chiudo dentro, faccio i miei bisogni e poi mi lavo le mani, buttandomi anche dell'acqua in viso, magari mi sveglio un po'.
Mi osservo allo specchio, non sono mai stato uno egocentrico, faccio tante battute, riconosco che la dea Luna è stata molto generosa nel crearmi e che comunque ho faticato molto per avere il fisico che ho, o meglio che avevo, ora guardandomi sono veramente un mostro, un cadavere.
Il verde dei miei occhi è spento, i capelli sono più lunghi del solito e mi coprono fastidiosamente gli occhi, in più sono incrostati si sangue e sudore, ho le labbra secche e spaccate, ho un filo di barba orrenda, sono pallido come un lenzuolo e lercio come non so cosa. E che altro..beh puzzo sicuramente, ma la cosa che mi fa più impressione è il volto scavato. Mi faccio paura fa solo, sembro veramente uno che è resuscitato.
Lascio andare in sospiro e mi sciacquo il viso e le mani, per pulire al meglio lo sporco che ho accumulato nelle settimane.
Sento bussare alla porta e mi affretto ad aprire, il tipo mi guarda sospettoso, infatti mi scosta rudemente ed entra nel bagno per controllare che io non abbia fatto nulla di strano.
"Non ho fatto nulla, ho solo pisciato e mi sono lavato viso e mani." Rispondo infastidito, posso capire di non avere una bella cera, ma un trattamento così anche no dai.
Annuisce "torniamo di là, è arrivato il tuo amico.
Tiro un sospiro di sollievo. Entriamo nella stanza in cui eravamo prima e mi trovo davanti Gadiel, con il mio zaino in spalla, che mi porge la mano e mi batte l'altra sulla spalla.
"Hai una faccia fra." Dice serio.
"Passaci tu così tanto tempo là sotto e vediamo come ne esci." Rispondo.
"Se avessi fatto ciò che hai fatto tu non ne sarei uscito." Annuncia guardandomi negli occhi e nel suo sguardo vedo rispetto e felicità, per il fatto che io sia vivo.
Scosso distolgo gli occhi dal suo sguardo e mi concentro sulla finestra, mostrando un grandissimo interesse per il paesaggio circostante. Scrutò attentamente le casette e le colline che si possono ammirare.
Percepisco i loro sguardi addosso a me, ma me ne frego.
"Bene, vi ringrazio per aver trovato mio fratello più piccolo, sparisce sempre!" Sentenzia Gad scoccandomi una finta occhiataccia da fratello maggiore incazzato.
"Non preoccuparti, non ha fatto casini qui." Risponde una guardia.
Alzo gli occhi al cielo mentre mi dirigo verso la porta d'uscita.
"Quanto sono stupidi." Borbotto.
"Guarda, per fortuna te ne sei beccati di così idioti." Sentenzia lui avviandosi alla macchina nel parcheggio, non è il furgone hippie dell'altra volta.
"Dai Aust, come puoi pensare che io mi metta a guidare quella schifezza con le ruote? La lascio volentieri a Jas, sono un galantuomo dopotutto!"
Sorrido.
Una volta che ci siamo accomodati in macchina fa partire e imbocca l'autostrada, la musica in sottofondo è molto meglio di Bob con 'nooo woman nooo cryyyy' dell'altra volta, ma non presto molta attenzione.
"Com'è la situazione?" domando dopo qualche minuto di silenzio
"Non abbiamo notizie da circa due settimane."
"Brian non vi aggiorna da due settimane?" Domando perplesso.
Scuote il capo, "Era stato molto regolare, ma ora non è arrivato più nulla."
"Merda." Mi passo le mani tra i capelli. "Gli hanno attaccati, è successo qualcosa cazzo, non è normale, Brian è sempre preciso. Devo tornare al più presto."
"Aust ragiona. Okay sarà successo qualcosa, ma non puoi rimetterti in viaggio ora, soprattutto nelle condizioni in cui sei adesso." Mi dice stringendo le dita sul volante e facendo diventare bianche le nocche.
Mi innervosisco, serro i pugni e sento la mascella scricchiolare.
"Sai che lo dico per il tuo bene, sarebbe una cavolata, mettere a rischio la tua vita."
"Come è giusto che sia." Ribatto.
"La metteresti a rischio inutilmente." Continua lui. "Non sono io quello bravo a farti ragionare, ma agendo impulsivamente rischi di far sì che avvenga veramente uno sterminio, che si concluda ciò che era iniziato anni fa e credimi, nessuno vorrebbe questo.
L'aria è carica di tensione, anche perché due alpha che non vanno d'accordo non sono una bella accoppiata.
"È meglio se mi metto un'attimo giù, non ho la testa per ragionare." sentenzio, senza però dargli ragione e appoggiando la testa sul finestrino. Chiudo gli occhi.
"Riposa tranquillo Aust" fa lui continuando a guidare.

The castesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora