Austin
La guardo scappare dalla stanza, maledizione a Olly, così l'ha traumatizzata.
"Ma che ho fatto di male?" domanda lui.
"Ehm, sai lei non è lupo mannaro, non sa che l'hai chiamata mamma solo perché è la Luna, l'alpha femmina."
"Uh upsi. Scusami fratellone."
Rido. "Tranquillo, ora le vado a parlare, tu rimani qui e fai il bravo. Mi raccomando."
"Certo certo papino"
Gli sfrego dolcemente la testolina e gli spettino i capelli già disordinati (come i miei d'altronde).
Mi dirigo verso i dormitori della casta di Ares, so che è lì, avverto la sua presenza.
Busso alla porta.
"Avanti." borbotta la sua voce.
Entro. E appena mi vede dice: "Va via. Ho bisogno di stare sola! Sono troppo confusa. È impossibile che io sia madre! E poi con chi avrei dovuto avere un figlio? Come farebbe mio figlio ad essere lupo mannaro? Io non lo sono!" si passa le mani sul viso.
"Kayla, calmati."
Mi guarda con i suoi occhi azzurri, non sembrano più di ghiaccio, freddi. Sono solamente pieni di confusione.
Mi siedo vicino a lei. "Tu non sei madre di nessuno. Te lo assicuro."
"Ma il piccolo ha detto mamma."
Vorrei tanto spiegarle il motivo, ma non posso, non è pronta a sapere che è mia moglie. Non riesco a capire che le sia successo. Non riesco ancora a credere che abbia dimenticato tutto. Ma so per certo che non posso dirglielo così su due piedi.
"Ascoltami, so che non sei la madre di Olly, perché se lo fossi saresti anche mia madre. E dato che sono più grande di te mi sembra relativamente impossibile." Le dico facendo un po' il simpatico (sì vi stupirete ma so farlo, se voglio riesco a non essere stronzo).
"tu e lui siete fratelli?" mi domanda stupita.
E qui mi chiedo. Ma perché si stupiscono sempre tutti? Io lui siamo praticamente uguali. È la mia copia bionda in miniatura. Comunque a parte questo annuisco. "Si siamo fratelli abbiamo 14 anni di differenza."
"Quindi hai 18 anni?"
"Beh se la matematica non inganna sì." mi concedo un sorriso. Poi le dico: "è probabile che ti abbia scambiato per la mamma. Sai l'ha persa quando era piccolo. Credo abbia pochi ricordi di lei. E insomma era bionda" le sfioro i capelli e scrollo le spalle.Kayla
Austin è così dolce, carino. Fa pure battutine. Noto che comunque nei suoi occhi c'è un po' di tristezza.
"Avete perso molto quella notte di cui tutti parlano?"
"Sì direi di sì. Un sacco di membri ci hanno lasciato quella notte. Mamma, papà, amici, zii, genitori di altri ragazzi.."
"Lei." dico senza pensare.
Si blocca. Serra la mascella. "Lei." ripete con un sibilo.
Forse non dovevo toccare quell'argomento. Cerco di trovarne un altro al più presto. "Come mai hai ordinato di proteggermi? So cavarmela da sola."
"Ma è chiaro, se non sai impugnare decentemente un'arma come credi di rimanere in vita?"
"Ho combattuto bene." Ribatto.
"Ah se quello era combattere bene io non sono un lupo mannaro."
Mamma mia che fastidioso, gli tiro il cuscino addosso. Lo prende al volo, ringhia e mi salta addosso. Finiamo sdraiati sul letto, io sotto lui sopra, ha gli occhi rossastri. Sento il suo corpo a contatto con il mio, mi manda brividi di eccitazione. I nostri sguardi si incrociano, lo guardo. È bellissimo, famigliare. Non so come mai, ma in parte mi sembra di stare a mio agio in questa posizione, come se ci fossi stata un sacco di volte. Ma è impossibile, non ho mai avuto un rapporto così intimo con un ragazzo.
Il rosso sparisce dai suoi occhi, mi accarezza delicatamente la guancia con il pollice. Sobbalzo, non mi aspettavo una cosa del genere da lui, la consapevolezza di quello che sta succedendo si fa strada nella mia mente. Lui deve alzarsi. Non so come dirglielo nervosa deglutisco e basta quello per farlo alzare di scatto. Se ne va senza dire nulla, chiudendo la porta alle sue spalle, lasciandomi lì, sdraiata, stordita, imbambolata, come se quello che è successo non contasse nulla, non fosse mai accaduto.
Non mi lamento, era quello che volevo, però mi sembra un po' da stronzi andare via così, senza darmi alcuna spiegazione. Mi tolgo l'armatura e mi infilo a letto... ci sarà da divertirsi domani.
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The castes
FantasyRicordare può essere doloroso, ma ricordare e incontrare lo sguardo di quella persona, perdersi dentro agli occhi di essa e comprendere che lei non ricorda, che tu non sei nulla per lei, è un altro tipo di dolore, che fa ancora più male, che ti bru...