Capitolo 45 ❤️

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Mia 


<< Miaaaa >> mi arriva come un richiamo lontano che si fa sempre più forte. Poi sento i passi pesanti di mia madre mentre sale le scale e infine la porta di camera mia si spalanca di botto facendomi balzare a sedere.

<< che c'è? >> domando fingendomi sveglia ancora ad occhi chiusi mentre mi sistemo i capelli e mi asciugo con la mano la guancia un po' bagnata dalla bava.

<< ti devi alzare. Io devo portare Bianca all'asilo e tu devi muoverti, perché ti ricordo che l'autobus qui passa prima >>

<< si >> annuisco guardandola mentre mi scosta le tende della grossa finestra, della nuova camera, per far entrare un po' di luce. Mia mamma si volta nuovamente verso di me e insiste << dai >>

<< si ora mi alzo >> sbuffo.

<< va bene, io vado >> dice lasciandomi un bacio sulla fronte e uscendo dalla camera.Ammiro la sua iperattività mattutina, io non ho nemmeno il coraggio di alzarmi dal letto.

<< Mia scendi dal letto >> la sento urlare nuovamente da sotto poi aggiunge un << ciao >> e sento sbattere la porta d'ingesso, o forse era solo il rumore della mia testa che ricadeva sul cuscino.Le mie palpebre pesanti tornano a richiudersi, che faranno mai altri cinque minuti di sonno ?In fondo me lo merito, stanotte non ho dormito. 

Dopo la conversazione con Luca di ieri sono terrorizzata dal fatto che mi voglia lasciare. Non avrebbe tutti i torti a farlo, dopotutto, non mi sto comportando per niente bene e mi odio per questo. Ma quando sono con Edoardo non ragiono più, non mi fa un buon effetto quel ragazzo, è come se mi manipolasse con quel suo sguardo magnetico.

Per questo motivo ho deciso che devo iniziare ad evitare Edoardo proprio a partire da oggi, non posso continuare a far star male Luca, nonostante anche lui me ne faccia molto, ma l'amore è anche questo. In tutte le relazioni ci sono momenti si e momenti no e sicuramente la mancanza di una comunicazione faccia a faccia non può aiutare me e Luca.

Con tutte le forze del mondo costringo il mio corpo a tirarsi sul dal letto. Trascino i piedi fuori dal letto e mi infilo le ciabatte. Accendo il mio telefono e sbianco quando vedo che l'autobus passerà tra cinque minuti. No no no, dovevo ascoltare mia mamma.

Mi levo immediatamente i pantaloni e arrampo alla ricerca dei miei vestiti tra i vari scatoloni. Mannaggia ai miei che si sono voluti trasferire quando il mio armadio non era ancora pronto.

Finalmente trovo un pantalone beige largo con gli strappi sulle ginocchia e decido di abbinarlo con una maglia a collo alto marrone. Indosso le mie Nike bianche e mi guardo allo specchio. Al posto degli occhi non ho delle occhiaie, ma vere e propri buchi neri e i miei capelli circondano il mio viso come centinaia di nidi sopra un albero.

Per quanto dovrei farlo, non posso uscire di casa conciata in questo modo. Afferro il pettine e inizio a tirare come una pazza cercando di slegare i nodi tra i miei capelli. Terminata questa operazione guardo l'orario, l'autobus dovrebbe passare dalla fermata a pochi passi da casa mia tra qualche istante. 

Ce la posso fare, dopotutto gli autobus sono tutti sempre in ritardo. Menomale che ieri sera avevo già preparato lo zaino che mi porto subito sulle spalle. Afferro pure le chiavi di casa, il cellulare e un paio di occhiali da sole per coprire le mie meravigliose occhiaie e corro fuori casa. 

Mi metto a imprecare contro la serratura di casa che non vuole saperne di chiudersi quando per mia gioia vedo l'autobus passarmi di fronte. Inizio a correre come una pazza verso la fermata che si trova due case dopo rispetto a quella di Edoardo. 

Chiamiamo il nostro amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora