Capitolo 39 ❤️

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Mia 

Mi affretto a scendere dal letto e corro in sala dove mia mamma sta leggendo un libro. << che ore sono >> dico agitata.

<< otto meno un quarto perché ? >> mi risponde senza staccare lo sguardo dal volume tre le sue mani.

<< mamma >> sbuffo correndo di nuovo in camera.

<< che c'è ? >> finalmente decide di degnarmi di attenzione quindi ripone il libro sul tavolino e mi rincorre per la casa.

<< sono in ritardo, avresti dovuto svegliarmi >>

<< avevi detto che non ci sarebbe stata scuola oggi >> mi risponde confusa.

<< si, ma devo fare una cosa, oh cosa te lo spiego a fare >> sbuffo sbattendo la porta della mia stanza in modo da concludere la conversazione con mia madre e rimanere sola.

Sospiro. Ho dormito esattamente due ore stanotte e sono completamente distrutta. Dopo ciò che ho scoperto ieri dalla chiamata con Luca ho passato ore ed ore a rigirarmi nel letto a riflettere, cercando di eliminare i brutti pensieri, finendo solo per aumentarli. Sono riuscita a prendere sonno solo verso le cinque del mattino quando però, ormai, era già vicina l'ora in cui mi sarei dovuta svegliare. Sì, perché per poter fare tutte le cose che mi ero prefissata e che Edoardo mi aveva detto di fare con calma mi sarei dovuta svegliare alle sette.

Ora sono le sette e cinquanta ed io sono ancora qui davanti allo specchio ad osservare il mio viso orribile che mostra tutta la mia stanchezza. Tra tutti i giorni in cui potevi fare schifo, viso, proprio oggi ?Mi butto con la faccia sul cuscino disperata, Edoardo mi ammazzerà.

Costringo me stessa ad alzarmi dal letto prima di ricadere in un sonno profondo e apro l'anta dell'armadio appoggiandomi ad essa. Tiro fuori la prima tuta che mi capita tra le mani ed una maglietta semplice, tanto i vestiti per il set fotografico me li darà poi dopo Edoardo. 

Di fretta mi metto le scarpe e mi pettino i capelli. Vado in bagno e mi lavo i denti per non stendere Edoardo immediatamente con il mio alito. Appena termino di fare questo vedo attraverso la finestra la sua macchina parcheggiare nel mio vialetto. Maledetto Edoardo, sempre perfettamente in orario.

Corro in camera e afferro uno zainetto, metto all'interno il cellulare, portafoglio, chiavi di casa e alcuni fazzoletti poi corro verso la porta d'ingresso.

<< ciao mamma >> urlo.

<< come Mia ? dove vai ? Non fai colazione ? >>

<< no mamma sono in ritardo >> rispondo di fretta chiudendo la porta. Mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con Edoardo.

<< wow che hai fatto ? >> mi guarda schifato.

<< cosa ? >>

<< cavolo, hai un aspetto orribile, hai fatto il massaggio per la pelle che ti avevo consigliato ? >> continua inorridito.

Lo disintegro con lo sguardo << non iniziare, non è giornata >>

<< Lucrezia dovrà compiere un miracolo >> sospira entrando in auto.Mi blocco un attimo davanti all'auto prima di aprire la portiera, non dovrei stare sulla difensiva, ho torto io, lui mi ha chiesto un favore ed io sto lavorando per lui, avrei dovuto essere più efficiente.

Prendo posto al sedile del passeggero e dico sincere << scusa >>

<< tranquilla, hai un viso così distrutto che non riesco neanche ad arrabbiarmi, anche se dovrei >> calca il tono sulle ultime parole.

Chiamiamo il nostro amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora