Aprii gli occhi, e per un momento credetti che tutto ciò che era successo il giorno prima fosse stato solo il risultato della mia mente contorta, incapace di ragionare per il fatto di trovarmi insieme ad Harry.
Ma nel momento in cui realizzai di essere sdraiata a pancia in giù, con accanto me stessa...capii che purtroppo quella era la pura realtà.
Stavo per alzarmi, pronta ad affrontare un'altra giornata di merda, ma sentii qualcosa che stringeva la mia mano destra. Immediatamente lanciai un'occhiata in quella direzione, e vidi Viola, me stessa, cioè Harry, che stringeva la mia mano, cioè quella di Harry.
In poche parole, ero mano nella mano con Harry.
Staccai immediatamente la mano urlando, facendo svegliare di soprassalto quella bestia che si trovava al mio fianco.
«Ma ti sei completamente rincoglionita?!»
«Dimmi perchè mi stavi tenendo la mano.»
«Eh?»
«Suca. Dimmi perchè mi stavi tenendo la mano!»
Aggrottò la fronte: «Ti stavo tenendo... - buttò una mano sulla fronte - oh, ma certo!»
«Sai, credo proprio di aver capito che cosa volevi fare. - gli puntai un dito contro - tu volevi stuprarmi.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Viola, ti sei svegliata male o ti sei fumata tre dosi di crack di fila?»
Agitai una mano con impazienza: «Su, dimmi per quale fottutissimo motivo mi stavi tenendo per mano.»
«Questa notte ti sei svegliata di colpo gridando. Hai detto di aver sentito un ronzìo. Io ti ho risposto che era solo una mosca, ma tu hai iniziato ad agitarti come un armadillo con la rabbia, ti sei avvinghiata a me e mi hai chiesto di tenerti per mano altrimenti non riuscivi a dormire.»
Tirai su col naso: «Io ho fatto questo?»
«Ebbene si.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Bene. Mi sono appena sputtanata di fronte alla persona che ha passato diciassette anni a sputtanarmi, e lo farà per il resto della sua inutile vita.»
«Tu ti fai veramente di crack. E anche di quello scadente.»
Agitai una mano: «Si si, ok, sei simpaticissimo come al solito. Ora prepariamoci, che dobbiamo andare a scuola.»
Sbarrò gli occhi: «A scuola?!»
«Si, a scuola.»Ero seduta sul divano in salotto, osservandomi cautamente intorno per vedere se c'era traccia della mosca. D'un tratto sentii una vibrazione. Ma che cazzo...?
Oh, porca puttana. Mi alzai di scatto e corsi in cucina: «Harry cazzo, il terremoto!»
Aggrottò la fronte: «Cosa?»
«Il terremoto!»
Spalancò gli occhi e mi seguì gridando, raggiungendomi sotto il tavolo della cucina.
Silenzio.
«Viola...sei sicura che era il terremoto?»
«Si, si, sicuriss...»
Fui interrotta da un'altra vibrazione: «Oh porca puttana, ancora!»
Mi accovacciai ancora di più abbracciando Harry, che invece rimase immobile.
Tirò un sospiro: «Viola.»
«Si?»
«Levati di dosso.»
Cosa? Brutto pezzo di merda. Mi staccai, offesa, farfugliando: «Minchia, c'era il terremoto...»
Scosse la testa sbuffando esasperato, per poi mettere una mano nella tasca posteriore dei miei jeans, e tirare fuori un cellulare, che vibrava.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Oh, merda. «Non...non era il terremoto?» chiesi.
«No.»
«Era solo...la vibrazione del telefono?»
«Già.»
Annuii serrando le labbra e abbassando lo sguardo: «Che figura di...»
«...merda, si.» mi interruppe Harry. Ghignò, e si portò il telefono all'orecchio: «Pronto?» per poi subito dopo sgranare gli occhi e passare il telefono a me.
Guardai il telefono, poi Harry, poi il telefono, e poi di nuovo Harry: «Ma che minchia hai? E' il tuo telefono.»
«Si, ma tu hai la mia voce, idiota.»
«Oh cazzo, hai ragione. - allungai una mano per prendere il telefono - Ma chi è?»
«Liam.»
Ritirai la mano e sbarrai gli occhi: «Liam?!»
«Viola, ti prego.»
«Non se ne parla neanche.»
Mise in vivavoce, e disse: «Si Liam, sono Viola, solo un momento. Harry sta...sta cagando.»
«Ma non era stitico?» disse Liam.
Scoppiai a ridere tenendomi la pancia con una mano, e Harry mi tirò un pugno sul braccio sussurrando: «Se non rispondi a questo telefono giuro che te lo infilo nel...»
«Va bene, va bene.»
Presi il telefono sbuffando, e tolsi il vivavoce: «Liam?»
«Harry, amico! Hai bisogno di un passaggio?»
«Ehm...un passaggio?» chiesi guardando Harry, che fece 'no' con la testa.
«No no, sono a posto così. Grazie Liam.»
«Uhm, ok. Ma...posso farti una domanda?»
«Oh beh, dipende dalla domanda.» feci una risatina nervosa che, allo sguardo omicida di Harry, bloccai subito.
«Quella ragazza, Viola mi pare...ma è normale?»
Oh, merda. Questo era stato un colpo basso. «Ehm...beh...ecco...cazzo. Liam, non ti sent...la lin...non funzion...» e terminai la chiamata.
Alzai lo sguardo su Harry, e vidi che stava tentando di trattenere una risata: «Hai fatto finta che la linea non funzionasse.»
Annuii: «Si.»
«E che cosa ti ha detto?»
Farfugliai: «Chiesto...Viola...normale...»
«Cosa?!»
«Mi ha chiesto se Viola è normale.» mormorai.
«Non ho sentito.»
«Mi ha chiesto se Viola è normale, ok?! Oh, porca troia. Se non ci senti vai all'amplifon, fanno le visite gratuite.»
Scoppiò a ridere dimenandosi a terra, dicendo: «Ti ha chiesto se tu sei normale?»
«Oh, fanculo.»Dopo essere usciti di casa, iniziai a incamminarmi verso scuola, ma Harry mi fermò: «Dove stai andando?»
«Non saprei...a scuola magari?» dissi sarcastica.
«Si, ma non ci andremo a piedi.»
«E come vuoi andarci? Volando?»
Annuì: «Ti ho promesso che avremo giocato a Quidditch, no?»
Mi si illuminarono gli occhi: «Davvero?»
«Ci andremo con la mia macchina.» sospirò seccato.
Alzai gli occhi al cielo: «Bene, Harry. Con la tua macchina. Ma permettimi di chiedere una cosa... - gridai - chi minchia guida?»
«Io, idiota.»
Gli puntai un dito contro: «Tu?»
«Io.»
«Tu non hai la patente.»
«Certo che ho la patente.»
Sospirai esasperata: «Tu, Harry Styles, hai la patente, ma Viola Hastings no.»
«Beh, ma so guidare.»
«Ma non dire stronzate, che se ti beccano guidare senza patente ci mettono in prigione.»
Sbuffò: «Non ci metteranno in prigione.»
«Harry, non voglio rischiare.»
«Vuoi stare tranquilla? Andrà tutto bene.»
«L'ultima volta che mi hai detto così mi sono ritrovata nel tuo corpo.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
Allungai una mano: «Dai, dammi queste cazzo di chiavi.»
«No.»
«Si.»
«No.»
«Si, porca puttana!»
«No, porca troia!»
Gli diedi uno spintone, e, involontariamente, le chiavi che teneva in mano caddero nel tombino di fronte a noi.
Guardava il tombino.
Guardavo il tombino.
«Cazzo.» sussurrò chiudendo gli occhi.
«Cazzo, si.» concordai.
«Viola?»
«Si?»
«Io ti ammazzo.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
Senza pensarci due volte, mi girai e iniziai a correre verso scuola.
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The shit is the less problem
FanfictionQuesta ff non è mia, l'ho trovata su efp e l'ha scritta jawaadskebab. Leggetela fa morire dal ridere fidatevi.