At the supermarket.

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«Bene, prendiamo questo.»

Osservai per bene il sacchettino che Harry mise nel carrello: ‘Prugne Cagabene dall’effetto immediato. Compra queste prugne secche per avere una vita piena di merda!’ 

Guardai gli altri prodotti, e vidi dappertutto la marca ‘Cagabene’. Biscotti Cagabene, barrette Cagabene, cereali Cagabene, latte Cagabene, pasta Cagabene, mozzarella Cagabene, insalata Cagabene.

E io che minchia mangiavo?

Allungai una mano per prendere una semplice scatola di cereali, ma Harry mi tirò uno schiaffo sulla mano: «Che minchia fai?»

«Magari prendo qualcosa di commestibile.»

«Non ti vanno bene queste cose?»

«Harry, sono tutti prodotti per gli stitici. E credimi, io non sono per niente stitica.»

Sbuffò: «Che palle che sei.»

Quando tornai a guardarlo in faccia, vidi che stava osservando un punto in lontananza. Mi girai per capire che stava osservando, ma vidi solamente un cesto di banane.

Harry corse verso quel cesto con gli occhi sognanti. Avete presente Scratt quando vede la ghianda gigante? Stessa identica cosa. Solo che in quel caso si trattava di Harry. E di una banana. Ed era preoccupante.

Raggiunsi Harry, pronta per prenderlo per il culo: «A quanto pare, ti piace molto la banana.»

«Si, è così buona.»

Solo dopo si accorse di ciò che aveva detto. 

«Ehm, volevo dire…»

Lo interruppi: «Non preoccuparti Harry, non c’è niente di male nel dichiarare una volta per tutte il proprio orientamento sessuale.»

«No, io non sono…»

«Tranquillo Harry, se ti piacciono le banane è ok, tutto a posto. Non dirò nulla a nessuno, sarà il nostro piccolo segreto.»

«Viola, io…»

Questa volta si interruppe da solo.

Mi guardava.

Lo guardavo.

La sua voce aveva appena subito uno sbalzo acuto, tanto da sembrare una ragazza. 

Immediatamente scoppiai a ridere poggiando la mano destra sulla pancia: «Oddio, ma che voce ti è uscita?»

I suoi occhi erano ancora stupiti per ciò che era successo poco prima: «Che cazzo ne so, io stavo parlando e…»

Di nuovo.

Mi buttai addosso al carrello per cercare un appoggio, affinchè non rischiassi di cadere a terra dal ridere. 

Quella situazione andò avanti per tutto il tempo che passammo nel supermercato. Non si sa per quale motivo, la voce di Harry subiva degli sbalzi acuti, facendola apparire non molto mascolina. 

Avevo sempre sospettato che c’era qualcosa che non andava in lui.

Una volta usciti, Harry mi guardò attentamente e disse, ovviamente con i suoi sbalzi di voce: «Ma tu non avevi i capelli lisci fino a pochi minuti fa?»

Alzai un sopracciglio: «Si, perché?»

Indicò la mia testa con un dito: «Sono riccissimi. - sussurrò stupito - Esattamente come i miei.»

Tastai i miei capelli e notai che erano riccissimi, proprio come quelli di Harry. 

Ommioddio.

The shit is the less problemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora