Who farted?

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Tirai un profondo respiro: «Harry.»
«Dimmi, Viola.»
Serrai le labbra. Mi piaci, mi piaci, mi piaci. Perchè era così difficile da dire?
«Tu...»
«...Io?» disse incoraggiandomi a continuare.
Guardai in giù, accarezzandomi un braccio: «Ecco...tu, cioè no, io. No.»
Alzai lo sguardo: «...Egli.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
Harry sospirò: «Viola, se non...»
«No, no - lo interruppi con la mano - ce la faccio. Solo...mi ci vuole un momento, okay?»
Annuì, sforzandosi di non ridere.
Mi alzai in piedi e iniziai a girare per la stanza come un'anima in pena. Perchè non riuscivo a dire a Harry ciò che provavo? Lui l'aveva fatto. Certo, non era stata una vera e propria dichiarazione d'amore, ma me lo aveva comunque fatto capire. In quel momento fui presa da un attacco di felicità improvvisa, e scoppiai a ridere.
«Viola, tutto a posto?»
«Sì, sì. A posto.» lo zittii con un gesto seccato della mano, tornando seria improvvisamente.
Tirai l'ennesimo sospiro, e mi girai verso di lui: «Harry.»
«Viola.»
Lo indicai: «Tu.»
«Io.»
«Tu, mi...mi...mi...»
«Mi mi mi sexy mi.» Harry iniziò a canticchiare la canzoncina delle 'Serebro.'
Mi prese un tic all'occhio destro: «Ti dispiacerebbe smetterla?»
«Piuttosto che stare ad aspettare un'idiota che non riesce a dire due innocue parole? Sì, mi dispiace.»
«Senti, è difficile per me!» ribattei con voce stridula.
«Oh, per favore.» alzò gli occhi al cielo.
Mi indignai: «Devo ricordarti quanto ci hai messo tu?»
Sbuffò scocciato, mentre io lo imitavo: «'Avanti Harry, sei un uomo. Hai i coglioni, usali.' - aggrottai la fronte - che poi tecnicamente non ce li hai ora i coglioni.»
Harry annuì: «L'ho pensato anche io.»
Lo guardai attentamente negli occhi, cercando di concentrarmi: «Tu, Harry Edward Styles. Anzi, Harold - sbuffò sorridendo - Ragazzo che, nonostante sia la persona più stitica che io abbia mai conosciuto, al posto del culo ha una macchina spara scorregge di ultima generazione in versione limitata. Ragazzo idiota, superficiale, coglione, antipatico...»
«Mi stai offendendo?»
Piegai la testa da un lato: «In un certo senso...»
Mi fissò, impassibile: «Che bella dichiarazione d'amore.»
Alzai le braccia al cielo esasperata: «Beh, sei tu che insisti tanto per averne una!»
Si indicò, incredulo: «Io?! Sei tu che ti ostini a cercare di dirmi che ti piaccio, nonostante io l'abbia capito da solo già da un'eternità!»
Boccheggiai indignata, per poi sbuffare: «Oh, per l'amor del cielo. Harry, tu...»
Mi guardava.
Lo guardavo.
Mi buttai a terra con la testa tra le mani, piagnucolando: «Non ci riesco.»
Harry si sedette accanto a me, e mi poggiò una mano sulla spalla. Alzai lo sguardo verso di lui, che mi passò il suo telefono dicendo dolcemente: «Perchè non provi a scriverlo?»
Guardai prima lui, poi il telefono.
Infine, presi il cellulare digitando le parole 'Mi piaci.'
Glielo ripassai, stando ad aspettare speranzosa una sua reazione positiva. Invece, aggrottò la fronte: «Ti piscio?»
«Cosa?» aggrottando la fronte a mia volta, ripresi il telefono, leggendo sullo schermo le parole 'Mi pisci.'
Non è possibile. Avevo digitato la 's' invece della 'a'. No, impossibile.
Sospirai, chiudendo gli occhi. Appena li riaprii, li puntai su quelli di Harry: «E' probabile che subito dopo ciò che ti dirò adesso pioveranno kebab.»
Alzò le spalle: «Mi piacciono i kebab.»
Tralasciando il doppio senso, sorrisi: «Sono innamorata di te, Harry.»
Ci fu un momento di silenzio, nel quale ci fissammo impassibili.
Poi, disse: «Per tutte le palle di cannone con la barba, pioveranno davvero kebab.»
Sorrisi, e continuò: «Davvero, è una cosa così strana sentirtelo dire. Impossibile, oserei dire. Potresti ripeterlo?»
Gli lanciai un'occhiataccia, e lui ghignò: «Anche io sono innamorato di te, Violetta.»
Mi controllai dal ridere come un'ebete.
Abbassai lo sguardo, sussurrando: «Quindi...quando torneremo normali, noi...cioè, noi...staremo insieme?» chiesi, aspettandomi una risposta romantica del genere 'Certo che sì, oh mia diletta.' oppure 'Ci sposeremo e tromberemo felici e contenti.', anche se non era del tutto romantica.
«Beh, per mia sfortuna sì.»
Mi girai verso di lui pronta per mandarlo a fanculo ma, non appena aprii la bocca per parlare, mi sentii svuotata come un cesso appena sturato e caddi all'indietro addormentandomi di colpo.

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