«Così hai conosciuto Zayn.»
«Già.»
«E come ti sembra?»
Alzai un sopracciglio: «Che cazzo di domanda è?»
«No dico, ti piace?»
«Neanche lo conosco.»
«Si, però...insomma, è un bel ragazzo, no?»
Lo guardai attentamente negli occhi: «Dove vuoi arrivare?»
Sospirò: «Ok, lo ammetto. Mi voglio liberare di te.»
«Sapevo che c'era qualcosa dietro, fottuto stronzo.»
Ghignò, e andò avanti a mangiare il suo panino: «Ma come hai pagato tutta questa roba?»
«...Come ho pagato tutta questa roba?»
«Si, come hai pagato tutta questa roba.»
Come gli dicevo che avevo usato i suoi soldi di nascosto? Cazzo, proprio nel momento in cui si era calmato. Non che mi facesse piacere vederlo docile, anzi, amavo farlo incazzare, solo che, essendo a casa sua, poteva farmi di tutto. E con tutto, intendo tutto.
Sussurrai: «Con i tuoi soldi. - Alzai la voce - Le mangi quelle patatine?»
«Cosa?!»
«Le mangi quelle patatine?»
«Hai usato i miei soldi?»
Allungai una mano prendendo il suo pacchetto di patatine: «Grazie.»
Sospirò con gli occhi chiusi: «Viola. - riaprì gli occhi - Che cosa devo fare con te?»
«Mio padre ha provato più volte a mandarmi in riformatorio, se ti può interessare.»
«Il riformatorio è troppo poco per te, ti butterebbero fuori immediatamente. Tu sei un pericolo pubblico anche in un luogo di pericoli pubblici.»
Alzai gli occhi al cielo: «Oh, stai zitto e mangia.»
«Sto già mangiando, idiota.»
«Ma idiota tua sorella.»
«Non ho sorelle.»
«Allora tuo fratello.»
«Non ho fratelli.»
«Tua cugina.»
«Neanche cugine.»
«Minchia, allora tua nonna.»
«Non ho...oh, fanculo.»
Visto? Nonna is the way.
Dopo che ebbe bevuto un sorso di coca cola, mi chiese: «Ma c'è il limone qui dentro?»
Annuii: «Si, ti piace?»
«Uhm.»
«A me fa schifo il limone.»
«Come mai? Non è male.»
«Non mi piace il gusto, troppo aspro. E poi stringe.»
Aggrottò la fronte: «Stringe?»
«Nel senso che ti fa cagare di meno.»
Sbarrò gli occhi: «Cosa?!»
«Ti fa cagare di meno.»
Vedendo la sua faccia scioccata, continuai: «Ma è una cosa da nulla, non è che perché hai bevuto quella poca coca cola con limone non caghi più, coglione.»
Si mise le mani nei capelli e si accasciò a terra gridando imprecazioni come 'Mondo crudele!' o 'Che ho fatto di male?'
...Questo era da rinchiudere. E poi papà diceva che ero io quella pazza.
«Harry...va tutto bene?»
Vedendo che non si alzava da terra, mi avvicinai a lui: «Ehi, non preoccuparti. Riuscirai comunque a far fuoriuscire...a emettere...insomma, a cagare.»
«Harry.» Lo richiamai poggiando una mano sulla sua spalla.
Alzò lo sguardo, guardandomi negli occhi: «Viola.»
«Dimmi.»
«Io sono stitico.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
...Era stitico? Ecco che cos'erano tutti quei versi di sforzo, ecco il motivo per l'orrenda scusa del tostapane, ed ecco a che cosa servivano i lassativi Cagabene! Ora capivo tutto! Ed io che credevo fosse più coglione di quanto pensassi. Beh, anche questa come ipotesi era plausibile.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Scoppiai a ridere tenendomi la pancia con una mano.
«Posso sapere che cazzo hai da ridere?»
«Harry, o meglio, Harold, - alzò gli occhi al cielo - mi stai dicendo che ogni mattina sento quei versi perché tu non riesci a cagare?»
Annuì sbuffando.
Mi accasciai sul muro ridendo ancora più forte, battendo pugni sulla parete.
Harry si alzò e mi indicò con un dito: «Tu, tu non hai rispetto per gli stitici!»
Scoppiai a ridere ancora più forte, e lui alzò la voce: «Sei una stronza!»
«Ma vai a cagare!» riuscii a dire tra le risate, asciugandomi le lacrime.
«Non ci riesco! Vorrei, ma non ci riesco!»
Il suo tono di voce mi spaventò e smisi di ridere. Cioè, questo si era pure incazzato? Minchia, so che è una brutta cosa non riuscire a cagare, quando sono andata in gita in Francia non ho cagato per cinque giorni, eppure non ero incazzata. Certo, nella pancia sembrava che avessi in corso la battaglia finale di Harry Potter, però mica mi incazzavo con gli altri e iniziavo ad accusarli di non aver rispetto per chi non riusciva a liberare il prigioniero. O a liberare Voldemort, per essere in tema.
«Vorrei vedere te al mio posto.» Borbottò abbassando lo sguardo, scuotendo la testa.
Mi avvicinai a lui: «Io invece vorrei vedere te al mio posto, costretta a sopportare una persona come te.»
«Non vorrei essere te nemmeno se minacciassero di disintegrarmi le palle e usarle come polvere magica.»
«Ed io non vorrei essere te nemmeno se volessero strapparmi le ovaie per giocarci a tennis.»
«Vaffanculo.»
«Stronzo.»
«Cazzona.»
«Coglione.»
Sospirò: «Seriamente Viola, come fai ad essere così insopportabile?»
«Sai com'è, sono cresciuta con te.»
«Vaffanculo!»
«Bene!»
«Bene!»
«Io devo dire 'bene' per ultima!»
«No, io!»
«Bene!»
«Bene!»
«Oh, fanculo.»
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Spazio autrice
CIAO RAGAZZEEEE VI STATE DIVERTENDO? IO LA PRIMA VOLTA CHE L'HO LETTA HO RISO COME FA "VIOLA" IN QUESTO CAPITOLO QUANDO SCOPRE CHE HARRY È STITICO AHAHAH VOTATE E COMMENTATE, E PASSATE ANCHE DALLE MIE STORIE "Friends for life" E "Tutto inizió ad un M&G" CIAOOO
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The shit is the less problem
FanfictionQuesta ff non è mia, l'ho trovata su efp e l'ha scritta jawaadskebab. Leggetela fa morire dal ridere fidatevi.