«Veronica!»
Eravamo da Zayn's kebab, per la seconda volta in quel giorno. Zayn continuava a cercare invano sua sorella nella pizzeria, credendo che lei fosse davvero rimasta lì.
Fortunatamente Louis e Niall stavano parlando per i cazzi loro, quindi non avrebbero potuto spifferargli nulla.
Il pakistano sospirò: «Chissà dove cazzo è finita.»
Guardai Harry, ed entrambi serrammo le labbra cercando di trattenere una risata.
Liam alzò le mani: «Senza offesa amico, ma è meglio così. Quella ragazza equivale a una spina nel culo.»
Zayn aprì la bocca per protestare, poi la richiuse, infine alzò le sopracciglia: «Hai ragione.»
«Io ho sempre ragione. E so sempre cosa fare. - poi sospirò - ma che si fa adesso?»
Lo guardammo tutti per un momento. Dinklage appoggiò una mano sulla sua spalla: «Adesso figliolo, siamo nella merda fino alla fronte.»
Tutti annuirono.
«Ehi, non è vero. - protestai - C'è ancora una possibilità.»
«Appunto. Basta essere gentili con qualcuno, e non fare gli stronzi come al solito.» concordò Harry.
Guardavamo gli altri.
Gli altri ci guardavano.
Harry sospirò sconfitto: «Avete ragione, siamo nella merda.»
Appoggiai il mento al bancone, e Zayn sbottò: «Oh, avanti. Ci sarà un modo più semplice per eliminare l'incantesimo, no?»
«Voi i gentili dovrete fare, e so che è difficile da rispettare. Ma solo questa è la soluzione per far effetto alla pozione. - citai l'incantesimo sbattendo ritmicamente il mento sul bancone. - non c'è niente da fare.»
«Si, ma il post scriptum che cosa dice? Proprio con tutti dovreste esserlo, sennò in quel posto potete metterlo. - continuò Niall - sapete che significa?»
Harry aggrottò la fronte: «Che ce la pigliamo nel culo?»
Louis sospirò: «Ma no, sciocchino. Niall ha ragione, gli incantesimi vanno interpretati.»
Liam scosse la testa: «Gente, io non ci capisco un cazzo.»
«Neanche io.» concordammo io, Harry, Dinklage e Zayn.
Niall sospirò esasperato: «Va bene, vi spiegheremo tutto. Ma solo perché siamo bravi, dolci e gentili.»
Alzai gli occhi al cielo, e gli altri li incitarono a continuare sbuffando. Louis iniziò a parlare: «Bene. L'incantesimo dice che voi dovreste essere gentili con tutti, proprio con tutti.»
«E chi è la persona che odiate di più al mondo?» chiese Niall.
Liam scosse la testa, incazzato nero: «Stinky Pete.»
Quando si accorse che tutti lo stavamo fissando, si giustificò borbottando: «E' il cattivo di Toy Story 2.»
Zayn sospirò: «Oh, ci risiamo.»
Louis riniziò a parlare, ignorando Liam e Zayn: «Intendevamo dire che la persona che Harry odia di più è Viola, e viceversa.»
Stavo per dire per l'ennesima volta che non capivo un cazzo, quando Harry mi precedette: «Ok. E quindi? Continuo a non capire un cazzo.»
«E quindi, è praticamente ovvio che l'incantesimo avrà effetto solo quando Harry e Viola andranno d'accordo.» concluse Niall sorridendo.
Silenzio.
Sbottai incredula: «E non poteva semplicemente esserci scritto? Non poteva essere più chiara?»
Niall ribattè, offeso: «E' un incantesimo. E' roba antica e misteriosa. Roba fica. Non può essere chiara.»
«E neanche scura.» aggiunse Louis.
Scoppiarono a ridere solo loro due.
Harry sbottò: «Ma noi andiamo d'accordo!»
«Appunto!» concordai io.
«Visto? Siamo entrambi d'accordo che andiamo d'accordo!» concluse Harry.
Tutti ci guardarono alzando un sopracciglio.
Ci fissavamo.
«Beh certo, c'è stata quella volta in cui hai tagliato tutto il pelo al mio pupazzetto preferito...» mormorai abbassando lo sguardo.
Sbuffò seccato: «Viola, avevo otto anni.»
«Non mi interessa. Quel peluche era bellissimo, mi manca ancora adesso.»
Alzò le sopracciglia: «E il mio robot? Te lo ricordi? Mio padre me lo aveva comprato per il mio compleanno, e il giorno dopo è finito nel cesso. Devo dirti di chi è stata la colpa?»
«Oh, avanti. Quello era davvero inutile. Che cazzo, l'avevi chiamato Mr. Robot!»
«Perché invece Giseldo era un nome proprio azzeccato per un orsetto bianco, vero?»
Gli altri scoppiarono a ridere.
Mi infastidii: «Che cosa c'è da ridere? - scossi la testa, e puntai un dito contro Harry - e quando hai buttato il mio pallone dei Teletubbies nel camino acceso? Cristo santo Harry, era un'edizione limitata!»
«Beh, tu avevi fatto cadere il gelato sulla mia maglietta con la foto di Mick Jagger. Dovevo vendicarmi, no?»
«Quando mi hai tirato in testa il tuo pallone da rugby? Sai, non era proprio leggerissimo.»
Ghignò: «Violetta, tesoro mio, quello stesso pallone da rugby cinque minuti dopo è finito sui miei coglioni. Ho rischiato di perderne uno, te lo sei dimenticata? Io no, credimi.»
Gli altri scoppiarono a ridere ancora più forte.
«Almeno io non avevo fatto apposta. Tu e i tuoi amici invece una volta mi avete legata a una sedia, e avete fatto gara a chi beccava per primo la mia faccia con una torta.»
Sentii Louis e Niall che cadevano a terra tirando calci e pugni, e la risata mezza-grugnito di Dinklage.
«Beh, me l'avevano chiesto loro. Come potevo negarglielo?»
«Non è vero, era stata una tua idea. Anche quando mi avevate svegliata con una secchiata d'acqua ghiacciata era stata una tua idea.»
Scoppiò a ridere: «Avevi anche un cubetto di ghiaccio nel reggiseno. Dio, avrei dovuto farti un video.»
«Oh, e non è finita qui. Per colpa tua, ricorderò sempre la prima liceo come l'anno peggiore della mia vita. L'anno in cui tu dicesti a Duke Orsino che...»
Mi interruppe: «...che desideravi trombarlo. - continuò a ridere - è stato indimenticabile.»
Liam si asciugò le lacrime: «Oddio si, quello me lo ricordo.»
Sbottai: «Vai a farti fottere! Andate tutti a farvi fottere!»
«E menomale che andavate d'accordo.» Zayn scosse la testa.
Mi girai verso di lui: «E' una testa di cazzo, non posso farci niente.»
Harry mi puntò contro un dito: «E tu sei una testa di merda.»
Lo guardai negli occhi: «Se potessi far morire qualcuno con il pensiero, quello saresti tu.»
Mi guardava.
Lo guardavo.
Incrociò le braccia, e alzò il mento: «Lo stesso.»
Scoppiai a ridere: «Lo stesso? Quanti anni hai, cinque?»
«Veramente sei, ho sei anni.»
Lanciai un verso esasperato, e guardai il pakistano: «Zayn, dì a Harry che è un coglione che al posto del cervello ha un cazzo in prognosi riservata.»
Sospirò: «Harry, Viola dice che sei un coglione che al posto del cervello ha un cazzo in prognosi riservata.»
«Va bene, e tu dì a Viola che...»
Zayn interruppe Harry, esasperato: «Ragazzi, per favore. Sembrate una coppietta di sposini.»
«Non è vero.» dicemmo io ed Harry all'unisono.
Guardavo Harry.
Harry guardava me.
Guardavo Zayn.
Zayn guardava me.
Harry guardava Zayn.
Zayn guardava Harry.
Harry sbottò: «Io e lei sposati? Ma neanche se avessi i capelli che vanno a fuoco e lei fosse l'ultima goccia d'acqua rimasta sulla terra, neanche se avessi la diarrea e lei fosse l'ultimo cesso rimasto, neanche se...»
Mi infastidii: «Va bene, abbiamo afferrato il discorso.»
Dinklage scosse la testa: «Non usciremo mai da questa situazione.»
D'un tratto, Louis prese parola: «Niall, stai pensando anche tu a quello che penso io?»
L'interpellato annuì: «Certo che si.» per poi subito dopo alzare le sopracciglia: «O almeno, credo.»
Scorsi Louis che sussurrava qualcosa all'orecchio di Niall: «Viola...Harry...nostri capi...stregoni...»
Poi Niall spalancò gli occhi e guardò il suo compare, pieno di ammirazione: «Sei un genio Louis.»
Louis fece un sorriso a trentadue denti, e poi si girò verso di noi: «Bene ragazzi, abbiamo la soluzione!»
«Cioè?» sbuffò Liam.
«I nostri capi.» disse Niall.
Ci guardavano.
Li guardavamo.
«I vostri capi.» ripetè Harry, impassibile.
Louis annuì: «I nostri capi. Anche loro sono appassionati di stregoneria.»
Zayn, per una causa a me sconosciuta, si accigliò: «Ragazzi, non credo che...»
«Io credo che dovremmo almeno provarci!» esclamai.
Si girarono tutti a guardarmi.
Harry sospirò seccato: «Non possiamo.»
«Ti prego.» unii le mani in segno di preghiera.
Mi guardò un momento, per poi sorridere serenamente. Il che non prometteva nulla di buono: «Viola, possiamo parlare un secondo?»
Cercai di protestare, ma lui, prendendomi non molto delicatamente per un braccio, mi portò in cucina: «Non era una domanda.»
Non appena fummo da soli: «Viola - sussurrò - abbiamo rischiato la vita più di una volta.»
«Harry, io sto impazzendo, davvero. Non distinguo più i maschi dalle femmine.»
«Ma noi... - aggrottò la fronte - tu cosa?»
«Niente.» risposi immediatamente, affrettandomi ad abbassare lo sguardo.
Scosse la testa, e continuò: «Hanno provocato due esplosioni oggi. Vuoi che domani diano fuoco direttamente te?»
«Ma dobbiamo almeno provarci.» piagnucolai insistendo.
«No.»
«Per favore.»
«No.»
«Harry, ti prego.»
Indicò lo spazio vuoto accanto a lui, come se ci fosse una persona: «Lascia che ti presenti il mio caro amico No.»
«Harry!» gridai serrando i pugni.
«'No' è una parola magica. - continuò a sparare stronzate, ignorandomi - Tu dici 'Harry, due piromani con il cervello completamente fottuto ci hanno proposto di andare incontro a morte certa. Accettiamo?' e io ti rispondo 'Per tutte le palle di cannone con la barba, certo che no!'»
Aggrottai la fronte: «Perché siete tutti fissati con queste palle di cannone con la barba?» chiesi alludendo a pochi giorni prima, quando anche mio padre le aveva nominate.
Schioccò le dita: «Pronto? E' una battuta di Pirati dei Caraibi.»
Ci fissavamo.
Incrociò le braccia e alzò il mento: «Tu sei in fissa con Harry Potter, io con Pirati dei Caraibi.»
Scossi la testa, e poi assunsi una faccia da cane bastonato: «Ti prego Harry, ti scongiuro. Farò tutto quello che vuoi.»
Mi guardò attentamente. Poi sbuffò e mi puntò un dito contro: «Che sia chiaro, lo faccio solo per te.»
Esultai in silenzio, e poi lo seguii tornando dagli altri, che ci guardavano confusi. Harry si passò una mano sugli occhi sospirando: «E va bene. Va bene. Proviamoci.»
Poi si sporse verso di me, e sussurrò al mio orecchio: «Sarai la mia schiava personale. Farai tutto ciò che voglio per un mese intero.»
Ricambiai un po' impacciata il suo sorriso e, non appena si accorse che tutti gli altri ci stavano fissando con un sopracciglio alzato, Harry alzò le braccia al cielo esasperato: «Le ho solamente detto che se ci succederà qualcosa lei sarà la prima persona che ucciderò.»
Liam sorrise malizioso: «Si, certo. Vallo a dire a Buzz Lightyear.»
«Liam, amico mio, quando capirai che i personaggi di Toy Story non esistono?» sbottò il pakistano.
«Ma certo che esistono! Come puoi dire una cosa del genere? - il labbro inferiore di Liam iniziò a tremare - insensibile.»
Ci fu un momento di silenzio, interrotto poi da Dinklage che sfregò le mani: «Bene. Allora ci vediamo domani all'uscita della scuola. Che ne dite?»
Harry si accasciò sul bancone, e mugolò con una smorfia annoiata: «A scuola?»
«Si. - Dinklage guardò me - Viola, tu sai che cosa farà Laritate se farai un'altra assenza non giustificata. E tu... - spostò lo sguardo su Harry - beh figliolo, a te non so che cosa dire perché in ogni caso sei comunque fottuto.»
Harry sorrise: «Grazie professore, è davvero gentile.»
Dinklage non colse la presa per il culo: «Ma figurati, ragazzo mio. Io lo faccio per voi. - poi si girò verso Liam - tu Liam, vieni?»
L'interpellato si passò una mano sugli occhi, e puntò un dito contro Louis e Niall: «Giuro che se sono piromani del cazzo come voi, sparo prima a loro, poi a voi, e poi a me.»«Viola?» Harry mi picchiettò una spalla.
Eravamo a casa. Avevo la fronte appoggiata sul tavolo della cucina, in segno di disperazione.
Mugolai in risposta.
Si sedette accanto a me: «La vuoi piantare di disperarti?»
«Come posso non disperarmi? Se non ci va bene neanche domani, siamo fottuti.»
«Infatti, domani andrà bene.»
«Come potrà andarci bene? Louis e Niall hanno l'intelligenza collettiva di un ananas, non oso immaginare i loro capi.»
«Ma se sei stata tu ad insistere tanto per andare da loro?»
«Beh, adesso ci stavo pensando, e credo di aver detto un'enorme stronzata.»
Silenzio.
Poi mi tirò uno scappellotto sul collo, facendomi alzare di scatto: «Ahi! Ma che cazzo!»
Scoppiò a ridere: «Hai la fronte tutta rossa, idiota.»
Si alzò in piedi e andò dall'altra parte del tavolo, davanti a me: «Viola, noi siamo sempre riusciti a fare l'impossibile. Ti ricordi quando abbiamo fatto passare zio Earl dalla porta d'ingresso di casa tua?»
Sorrisi: «Ci abbiamo messo delle ore.»
Si sporse verso di me: «E quando abbiamo portato l'elefante del circo nel salotto di zia Pearl, per farle lo scherzo del pesce d'aprile?»
Scoppiai a ridere, e Harry continuò: «Però è stato più semplice far entrare l'elefante che zio Earl.»
Risi ancora più forte, e lui disse: «In un modo o nell'altro, passeremo anche questa. D'accordo?»
Annuii, e lui sorrise: «Così ti voglio.»
Poi sfregò le mani: «Bene. Vuoi un frullato?»
«Cazzo, si!» iniziai a battere le mani come una foca.
Non appena vidi il frullatore che Harry appoggiò sul tavolo, mi si illuminarono gli occhi: «Oh, George mi faceva sempre centinaia di frullati quando venivo qui. Erano sempre alla...»
«...fragola, si.» mi interruppe.
Aggrottai la fronte: «Come minchia fai a ricordartelo? Sono passati anni.»
Scrollò le spalle mentre metteva le fragole nel contenitore: «Eri come una figlia per mio padre, e quindi come una sorella per me.»
«Peccato che ci odiavamo.» dissi sarcastica.
Ghignò, e accese il frullatore: «Vero.» poi mi guardò negli occhi, serio: «E adesso?»
Alzai un sopracciglio: «Adesso cosa?»
«Ci odiamo?»
Aprii la bocca per rispondere, ma poi la richiusi. Oramai non odiavo più Harry, questo era certo. Ma come potevo dirglielo? Se gli avessi detto che lui stava anche iniziando a piacermi, e non come semplice amico, mi sarebbe scoppiato a ridere in faccia.
Si sentì un rumore.
Aggrottammo la fronte, e ci guardammo intorno: «Che cazzo è stato?»
Nel momento in cui il nostro sguardo si posò sul frullatore, Harry sussurrò: «Cazzo, porca putt...»
Non fece neanche in tempo a finire che il frullatore saltò in aria, schizzando frullato di fragola tutto addosso a Harry.
Guardavo il frullatore.
Guardava il frullatore.
Guardavo Harry.
Harry guardava me.
Buttai la testa all'indietro e scoppiai a ridere.
Lui mi guardò torvo: «Non è divertente.»
«E invece si. - riuscii a dire tra le risate - sei un tale coglione.»
Mi fermai iniziando ad espirare lentamente tentando di smetterla, ma fu inutile perché scoppiai a ridere ancora più forte, accasciandomi sul tavolo.
Poi Harry mi versò in testa un po' di frullato, impassibile.
Tornai seria, e lo guardai.
Ci fissavamo.
Iniziammo a schizzarci il frullato a vicenda rincorrendoci per tutta la cucina, ridendo come due dementi.
Poi d'un tratto, scivolai su un'enorme pozzanghera di frullato che si era formata accanto al tavolo, e caddi a terra morendo dal ridere. Anche se la mia schiena perse ogni traccia di sensibilità per le ore seguenti.
Harry scivolò sdraiandosi accanto a me, anche lui ridendo come un pazzo.
Stavo cercando di riprendere fiato, quando lui tornò serio di colpo: «Pulisci tu, vero?»
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The shit is the less problem
FanfictionQuesta ff non è mia, l'ho trovata su efp e l'ha scritta jawaadskebab. Leggetela fa morire dal ridere fidatevi.