Louis and Niall's boss.

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«E questa sarebbe la casa di due rifornitori di kebab?» chiesi con occhi e bocca spalancati, osservando quell'imponente e bellissima costruzione.
«Non vendono solo kebab.» sentii sussurrare al mio orecchio destro. Mi girai per chiedere spiegazioni, ma scorsi solamente Zayn che si allontanava.
Alzai le spalle incurante, mentre Liam aggrottava la fronte: «Giuro che abbandono la scuola per fare questo lavoro.»
Iniziai a incamminarmi lungo il vialetto che portava all'ingresso della casa, seguendo Louis, Niall, Zayn e Liam.
Non appena raggiungemmo la porta d'ingresso Louis suonò il citofono, a cui rispose subito una voce squillante: «Tonno e cipolle.»
Aggrottai la fronte. Tonno e cipolle? Di solito non si rispondeva con 'Chi è?'
Niall prese parola: «Kebab in salsa piccante.»
La porta si aprì, mentre Louis si girava verso di noi facendoci l'occhiolino: «E' la parola d'ordine.»
Io e Liam ci scambiammo un'occhiata piena di significato.
Quando tornai a guardare l'ingresso, notai due uomini in piedi di fronte a noi. Il primo si sporse verso Louis e Niall, sussurrando: «Ci sono le vittime dello scambio di corpo fra loro?»
I due ragazzi annuirono, e il secondo uomo battè una volta le mani, facendoci sussultare tutti: «Dio, che figata.»
Tali e quali ai loro dipendenti.
Quello che aveva parlato per primo si schiarì la voce: «Scusate ragazzi, non ci siamo presentati. Che maleducati. Io sono Harvey, e lui è Johnny.»
Tirai un sospiro, sperando che non fossero due completi idioti come apparivano.
Dopo esserci presentati uno a uno, Johnny sorrise: «Bene. Louis, Niall, Zack, Luke, Happy, Violet e dottor Dinklage, seguiteci pure in casa.» ed entrò in casa, seguito da Harvey, Louis e Niall.
Ci fu un momento di silenzio, interrotto poi dal professore: «Dottor Dinklage. Mi piace.»
Alzai gli occhi al cielo, incamminandomi per seguire Liam e Zayn.
Mentre stavo varcando la porta d'ingresso, Harry cercò di superarmi, facendoci scontrare e bloccare entrambi fra gli stipiti della porta.
Silenzio.
«Hai intenzione di rimanere qui finchè non mi sposto?» chiesi, impassibile.
«Sì.» rispose, impassibile.
«Beh, se tu non mi avessi rotto l'ipod, ti avrei già fatto passare.»
«Oh, come sei pallosa.»
«Pallosa? Harry, mi hai rotto l'ipod. Non sto a descriverti la reazione di mio padre, altrimenti scoppio a piangere.»
«Su ragazzi, non litigate.» Dinklage ci spinse in casa, facendomi fracassare la spalla destra.
«Ahi! Ma che cazzo, che modi.» mi lamentai massaggiandomi il punto dolorante.
«Che pappamolle.» mi schernì Harry.
«Tecnicamente è il tuo corpo, quindi sei tu che senti male.»
«Oh, ma sta' zitta.»
Stavo per ribattere, ma Dinklage mi allontanò da Harry. Continuai a camminare sussurrando offese contro quel cazzone, quando immediatamente mi bloccai.
Eravamo finiti in una stanza con una piscina al chiuso, con ai lati delle vetrate aperte che lasciavano passare dell'aria fresca, che davano su un enorme giardino all'inglese. Ma il mio sguardo fu catturato dalla fontana che si trovava esattamente al centro del prato: un enorme kebab d'oro che girava, da cui spuntava un debole getto d'acqua.
«Oh, cazzo. - disse Harry, sbalordito - questa casa è quasi più bella di me.»
Lo guardai aggrottando la fronte. Come poteva fare un paragone del genere? Oh, che idiota.
Harvey e Johnny continuarono a camminare, spiegandoci la funzione delle varie stanze. Come se non sapessimo che la cucina serviva per cucinare, e la camera da letto per dormire. Ma dove cazzo ero finita?
«Per caso pensano di essere nel mezzo di una gita turistica nella loro casa?» disse Harry, incredulo. Non potei fare a meno di concordare.
Quando, dopo altri dieci minuti di cammino, arrivammo in un corridoio pieno di quadri e sculture, mi fermai guardandomi intorno incredula: «Cristo, questi qui hanno praticamente un museo in casa.»
Harry si fermò al mio fianco: «Rifornitori di kebab. - si grattò la nuca - Questa cosa è geneticamente impossibile.»
Un dipinto astratto appeso alla parete catturò la mia attenzione. Aggrottai la fronte.
«Harry, - gli indicai una figura - Secondo te, che cosa dovrebbe essere questa cosa?»
Mi raggiunse: «Sembra...un'enorme libellula che si sta mangiando una specie di... - inclinò la testa e socchiuse gli occhi - piccolo elefante, e contemporaneamente sta... - inarcò un sopracciglio - sta cagando?»
Scossi la testa, esasperata: «Anche le libellule riescono a cagare.»
Poi indicai un'altra figura: «E questo... - socchiusi gli occhi - ma non ti sembra un...?»
Harry la guardò per un momento, per poi sbarrare gli occhi: «Oh, cazzo.»
Silenzio.
Alzai le sopracciglia: «Vero. Hai ragione.»
Iniziò a darsi delle arie come se ciò che avrebbe detto di lì a poco fosse stata una cosa intelligente: «Scommetto che è un quadro di Pi...»
Si interruppe, perchè la parete sulla quale si era appoggiato poco prima si spostò, risucchiandolo dall'altra parte. Riuscii a sentire solo un urlo: «Cazzo!»
Aggrottai la fronte. Picazzo? Ma non era Picasso?
Quando la parete tornò al suo posto, di Harry non c'era più traccia.
Scoppiai a ridere, appoggiandomi una mano sulla pancia.
Dio, quanto era idiota. Solo a lui potevano capitare cose del genere.
Caddi a terra, dimenandomi e tirando calci e pugni dal troppo ridere.
Poco dopo sentii dei passi nello stesso corridoio in cui mi trovavo, e alzai lo sguardo, notando Liam e Zayn che mi fissavano preoccupati: «Viola, tutto a posto?»
Mi aiutarono a rialzarmi, mentre mi asciugavo delle lacrime e tentavo di riprendere fiato.
«Ma dov'è Harry?»
Tornai seria di colpo. La scena era stata comica, ma Harry dov'era finito?
Sbarrai gli occhi: «E' stato risucchiato dal muro.»
Silenzio.
Guardai gli altri, notando che mi stavano fissando in modo strano.
Li fissai a mia volta.
Poi Johnny si buttò una mano sulla fronte: «Merda, mi sono dimenticato di mettere il blocco alla porta segreta!»
«Oh, ecco perchè.» disse Niall, come se fosse una cosa normalissima.
Liam sbuffò: «Ma certo. Capita a tutti di dimenticare di mettere il blocco a una parete che, se viene girata, porta a un passaggio segreto.»
Dinklage gli tirò una gomitata, e disse a denti stretti: «Stai zitto.»
Silenzio.
Zayn incrociò le braccia: «E se lo lasciassimo lì?»
«Ehi!» si sentì una voce protestare dall'altra parte del muro. Allora lo stronzo sentiva.
Harvey sospirò, triste: «Volentieri, Zack. Ma purtroppo dobbiamo andarci anche noi. E' la porta del nostro laboratorio segreto.»
Dopo quest'ultima affermazione emettemmo tutti un sospiro desolato. Che peccato. Sarebbe stato divertente sputtanare Harry per il resto della sua vita. Insomma, basti vedere il modo in cui era caduto.
Iniziai a sghignazzare: «E' stata una scena epica. Vi faccio vedere come ha fatto.»
Mi sistemai di fronte alla parete, e mi lasciai cadere all'indietro urlando come una femminuccia. Mi ritrovai dall'altra parte con Harry, mentre si sentivano delle risate attutite provenire dall'altra parte della parete.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Harry incrociò le braccia, impassibile: «Non sei simpatica.»
Incrociai le braccia, impassibile: «E allora perchè stanno ridendo?»
Mi fissava.
Lo fissavo.
Non appena furono passati tutti uno per uno, sempre ridendo, Harry sbuffò: «Perchè dovete prendermi in giro? Poteva anche capit...»
Si interruppe perchè si appoggiò di nuovo alla parete, e cadde dall'altra parte.
Silenzio.
Guardai gli altri.
Scoppiammo tutti a ridere, tenendoci la pancia con una mano.
«Ma quanto può essere coglione quel ragazzo?» Liam si asciugò una lacrima.
Tentai di riprendere fiato: «Concordo in pieno.»
Quando Harry tornò dalla nostra parte, tirò su col naso, e abbassò lo sguardo: «Non credevo funzionasse anche al contrario.»
Scoppiammo di nuovo a ridere. Tranne Harry, che se ne stava in disparte con le braccia incrociate, impassibile.
Poi, non appena furono nelle condizioni di continuare, Harvey e Johnny dissero in coro: «Ecco il nostro laboratorio!»
Tirai un lungo sospiro, e mi voltai per osservare la stanza. Era molto simile al laboratorio di scienze dell'Illyria, solo cento volte più figo, visto che era pieno zeppo di mensole con pozioni di tutti i colori possibili e immaginabili.
Avevo già spostato un piede in avanti per avvicinarmi a quelle figate, quando Johnny si schiarì la voce: «Ah Rosa, fermati. Ragazzi, prima di procedere vogliamo che sappiate che dovrete sottostare ad alcune regole.»
«Esatto. - continuò Harvey - Regola numero uno: Date sempre retta ad Harvey e Johnny.»
«Regola numero due: Non toccate nulla, se non vi viene chiesto da Harvey e Johnny.»
«Infine, la regola più importante.» Harvey alzò l'indice della mano destra, e ci guardò attentamente uno per uno negli occhi.
Mi sporsi in avanti, temendo quale potesse essere la regola più importante. Il mio battito cardiaco aumentò, e deglutii.
Infine Harvey sorrise: «Chi fa la scorregge sta in fondo al gruppo.»
Silenzio.
Poi Niall sbuffò triste, e andò in fondo al gruppo.

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