The white powder.

287 25 3
                                    

Mi avvicinai alle mensole osservando le ampolle, ognuna etichettata con un nome più strano dell'altro.
Una pozione fucsia fosforescente catturò la mia attenzione. La fissai: «Ridi che poi muori.»
Harry si girò verso di me: «Eh?»
«La pozione. - la indicai - si chiama ridi che poi muori.»
Harry scoppiò a ridere, seguito subito dopo da me. Chi avrebbe mai potuto chiamare così una pozione? Un coglione, sicuramente. Ridi che poi muori. Noi in quel momento stavamo ridendo, quindi...
Tornammo seri allo stesso momento.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Senza aggiungere altro, tornammo ad osservare le mensole.
Con la coda dell'occhio, notai Zayn prendere in mano un'ampolla a forma di sfera contenente un liquido marrone. Il pakistano alzò le sopracciglia: «Puzzi se l'annusi.»
Johnny spuntò da dietro la sua spalla: «La regola numero due, ragazzo?»
Louis alzò la mano di scatto: «La so! La so!»
Zayn, dopo aver appoggiato immediatamente la pozione, aggrottò la fronte: «Ehm...quella delle scorregge?»
«No, Zachary. Quella era la prima.» intervenne Harvey.
«Ma non era la terza?» sbuffai.
Silenzio.
Senza aggiungere altro, tornammo ad osservare le mensole.
Poi Liam sospirò rumorosamente: «No gente, la Morte Lamosa me la dovete spiegare.»
Morte Lamosa. Ma che cazzo...?
Harvey si grattò la nuca: «Beh, ecco...volevamo riprodurre un distillato della morte.»
«Ma qualcosa è andato storto.» continuò Johnny.
«Cioè?» chiese Dinklage, incitandoli a continuare.
«Guardate voi stessi.»
Harvey versò una goccia della pozione in una piantina lì accanto, e questa assunse la forma di un lama.
Silenzio.
Indicai la pianta e aprii la bocca per dire qualcosa, ma poi mi bloccai.
Silenzio, di nuovo.
Poco dopo, notai Harry che osservava una pozione con la testa inclinata: «Questa che cos'è?»
Mi avvicinai, e socchiusi gli occhi leggendo l'etichetta: «Amortentia.»
«Oh, attenti a quella, ragazzi. - ci avvertì Johnny - è il filtro d'amore più potente al mondo.»
«E ha un odore diverso per ogni persona a seconda di ciò che la attrae.» continuò Harvey.
Vidi Zayn avvicinarsi alla pozione, per poi assumere subito dopo una faccia trasognata: «Kebab.»
Zayn era attratto dai kebab.
Tralasciando il doppio senso, mi avvicinai ad Harvey e Johnny: «Quindi, - indicai il filtro d'amore, interessata - se io facessi bere questa pozione a qualcuno, questo si innamorerebbe di me?»
«Beh, l'Amortentia non crea veramente l'amore, ma provoca una potente infatuazione, - si sporse verso di me, e sussurrò - o ossessione.»
«Ecco perchè è probabilmente la pozione più pericolosa in questa stanza.» concluse Johnny sporgendosi verso di me, anche lui sussurrando.
Li fissai, sussurrando: «Perchè stiamo sussurrando?»
«Non lo so, fa più effetto.»
Scossi la testa, e mi avvicinai ad Harry, che mi lanciò un'occhiata. Curiosi, ci sporgemmo verso la pozione. Espirai, e sentii odore di sandalo. Minchia, ma quanto puzzavo? Cioè, possibile che lo shampoo, il balsamo, il bagnoschiuma e l'ammorbidente al sandalo di Harry si sentissero fino a lì?
Mi avvicinai di più alla pozione ed espirai di nuovo, sentendo lo stesso odore, più intenso di prima.
Aggrottai la fronte. Ma non è che...?
Oh, cazzo.
Nella pozione sentivo odore di sandalo.
Harry profumava sempre di sandalo.
Bene. Ormai era praticamente ovvio: mi stavo innamorando di lui.
Mi girai verso Harry con gli occhi sbarrati, notando che anche lui mi stava fissando con la stessa espressione.
Poi mi schiarii la voce, cercando di ricompormi, e chiesi facendo l'indifferente: «Tu che cosa senti?»
«Non te lo dico. Tu?» rispose alla stessa maniera.
«Non te lo dico nemmeno io.»
«Bene.» e si allontanò.
Lo guardai per un po' ancora sotto shock, per poi girarmi e incontrare lo sguardo sospettoso di Zayn.
Ci guardavamo.
Poi dicemmo all'unisono: «Che cazzo guardi?»
«Oh, lasciamo perdere.» e si allontanò sbuffando.
Alzai le spalle incurante e vidi Harry in lontananza, che sembrava assorto nei suoi pensieri.
Dio. Che cosa mi stava succedendo? Non potevo innamorarmi. Avrei solo sofferto un'altra volta, come sempre.
Visto che era distratto, andò addosso a una pianta, facendola ribaltare. Si guardò subito attorno per vedere se qualcuno l'avesse visto, per poi cercare di rimetterla a posto. Ma, appena raddrizzato il fusto, questo cadde nuovamente di lato.
Dopo averci provato tre volte senza aver ottenuto il minimo risultato, si mise le mani in tasca e si allontanò fischiettando facendo l'indifferente.
Come poteva piacermi un coglione simile?
Sbuffai demoralizzata.
«Ah, ragazzi. Non toccate quella polverina bianca, perchè è magica e costa tantissimo.» la frase di Harvey mi riportò alla realtà.
Aggrottai la fronte.
Polverina bianca. Ma non è che...?
Scoppiai a ridere. Nah, non era possibile.
Poi però tornai seria. Pochi giorni prima mi ero scambiata di corpo con Harry e poi mi ero innamorata di lui. Tutto era possibile.
Mi avvicinai al punto indicato poco prima da Harvey, e in effetti notai delle bustine che contenevano della polverina bianca.
Spalancai gli occhi.
In quel momento capii perchè erano così ricchi.
Passai di corsa accanto a Harry prendendolo per un braccio e portandolo nello sgabuzzino vicino alla porta d'ingresso.
«Ma che cazzo...? Viola, vuoi violentarmi?!»
Chiusi la porta dello sgabuzzino, e lo fissai.
«Dici sul serio?» chiesi, impassibile.
«No, ma...cioè, mi sono spaventato. Sei arrivata di corsa e...»
«Harry stai zitto, ti prego. Ti devo dire una cosa.»
Mi incitò a continuare, e sussurrai: «Hai capito anche tu?»
«Che cosa?» rispose con lo stesso tono.
«Quello che ha detto Harvey, poco fa.» dissi, sempre sussurrando.
Aggrottò la fronte, sussurrando: «Ma perchè parliamo a bassa voce?»
«Oh, ma parla come cazzo ti pare! Piuttosto, hai capito che cosa ti ho detto?»
«Quello che ha detto Harvey? Chi fa le scorregge va in fondo al gruppo? Sì, ma ti prego non dire niente, non voglio stare in fondo alla fila.»
Gli tirai un pugno sul braccio: «Ma no, razza di idiota. Intendo la polverina magica, Harvey e Johnny sono due spacciatori!»
Mi fissava.
Lo fissavo.
«Oh, cazzo.» constatò, impassibile.
Annuii: «Cazzo, sì.»
Poi aprì la porta dello sgabuzzino, si sporse fuori e prese Liam per un braccio tirandolo dentro.
Harry sussurrò: «Liam, hai capito anche tu?»
«Che cosa?» sussurrò Liam con la fronte aggrottata.
«Quello che ha detto Harvey, poco fa.» rispose Harry con lo stesso tono.
«Ma perchè parliamo a bassa voce?»
Mi buttai una mano sulla fronte, esasperata: «Oh, santa Maria vergine.»
Harry disse, con aria assente: «Me lo chiedo anche io. - poi scosse la testa - comunque, hai capito quello che ha detto Harvey poco fa?»
«Oh, mi dispiace, non volevo mollarla. Vi prego, non mandatemi in fondo alla fila.»
Silenzio.
Chiusi gli occhi, sospirando: «Harry, spiegaglielo tu o giuro che lo prendo a pugni.»
«Beh, vedi Liam...Harvey e Johnny sono...»
«Sono...?» lo incitò a continuare.
«Sono...»
«Che cosa sono?»
Sbuffai: «Oh, fanculo. Sono due spacciatori!»
Ci fissammo.
Poi, senza aggiungere altro, riaprimmo la porta dello sgabuzzino, ci sporgemmo fuori e prendemmo Zayn per un braccio tirandolo dentro.
Il pakistano, senza che nessuno gli dicesse nulla, sospirò sconfitto: «Sì, sono due spacciatori. Quando l'avete scoperto?»
Mi misi le mani fra i capelli, rilassandomi: «Finalmente qualcuno che non parla di scorregge.»
Mi guardarono tutti per un momento, poi Liam si rivolse a Zayn: «Tu, amico mio, sei un grandissimo coglione.»
Harry iniziò a prenderlo a pugni, ma, essendo nel mio corpo e avendo quindi la mia forza, equivalevano a delle carezze per lui. Zayn lo fissò: «Dovrei sentire male?»
«Fanculo. Viola, sei proprio una mezza calzetta.» si arrese Harry, sbuffando.
Liam sghignazzò: «Appunto. Guarda che mani piccole che ha, sembrano dei bastoncini.»
Scoppiarono a ridere tutti e tre.
«Lo sapete che sono qui, vero?» dissi, indignata.
Continuarono a ridere indisturbati.
«Per non parlare delle tette, sono più piccole di due mandarini.» Zayn si asciugò una lacrima.
Harry abbassò lo sguardo sul petto: «Ma no, neanche tanto.»
«Harry!» sbarrai gli occhi.
Liam tornò serio di colpo, puntando l'indice contro Zayn: «E non osare cambiare discorso.»
Il pakistano si mise sulla difensiva: «Ehi, io vi ho avvertiti ieri!»
Lo fissai, incredula: «Ci hai avvertiti? Oh scusa Zayn, forse mi sono persa la parte in cui dicevi che stavamo andando da due spacciatori!»
«Avrei avuto il tempo di dirvelo se tu non fossi partita in quarta dicendo - imitò la mia voce - 'è la nostra occasione, dovremmo almeno provarci!'»
Boccheggiai indignata, mentre Harry prese parola: «Non prendertela con lei!»
Annuii, dandogli ragione: «Eh. - Poi sbarrai gli occhi - Eh?!»
Harry mi aveva appena difesa?
Annuì: «Eh.»
Liam aggrottò la fronte: «Eh?»
«Eh che cazzo!» sbottò Zayn.
Sentii una voce al di là della porta: «Ma state facendo una cosa a quattro?»
Qualcuno aggiunse: «Ehi, voglio venire anche io!»
Indubbiamente Louis o Niall.
«Liare, Zeke, Fucsia, e l'altro com'è che si chiama? Ah sì, Luigi.»
Questo era Johnny, sicuramente.
Scoppiai a ridere, prendendo per il culo Harry: «Luigi.»
Harry mi fissò, impassibile: «Vogliamo parlare di Fucsia?»
Tornai seria.
«Forza, usciamo di qui.»
Dopo essere usciti tutti quanti, notai Zayn sussurrare qualcosa all'orecchio di Dinklage, il quale spostò lo sguardo su me ed Harry, e annuì. Il professore si avvicinò, e gli chiesi sospettosa: «Che cazzo le ha detto?»
Alzò le sopracciglia: «Che cazzo mi ha detto?»
«Sì.»
«Che cazzo mi ha detto... - si grattò il collo - questa è una bella domanda, è davvero una bella domanda. Perchè la domanda...è bella. - incrociò le braccia - Ma bella, perchè è una domanda. La domanda è quella con il punto interrogativo, quello che ha il ricciolino con il punto.»
Silenzio.
Poi indicò i miei capelli, quindi i ricci di Harry: «Ma con il ricciolino con il punto, non intendo Harry con il punto. Perchè è un puntino di domanda. Perchè la domanda...è bella.»
Silenzio.
Guardai Harry, che ricambiò.
Senza aggiungere altro, cercammo di sorpassarlo, ma Dinklage si mise di nuovo in mezzo: «Ma la domanda è...è stato davvero Harry a romperti l'ipod?»
Mi girai verso Harry, che nel frattempo stava maledicendo il professore. Lo guardai: «Sei un pezzo di merda.»
Sbuffò, lamentandosi con Dinklage: «Porco cazzo, se l'era dimenticato!»
Gli puntai contro l'indice della mano destra: «Io non dimentico mai.»
«Viola, era un cazzo di ipod.»
«Era il mio cazzo di ipod!»
«Beh, tu mi hai rotto il cellulare!»
«E' diverso, quello mi è caduto!»
«Ma certo. Capita a tutti di appoggiare, accidentalmente, il telefono sul bordo del davanzale della finestra e poi, accidentalmente, spingerlo in avanti. Chi non l'ha mai fatto? Accidentalmente, intendo.»
Nel frattempo, Dinklage si era avvicinato agli altri, e lo sentii sussurrare: «Forse li ho distratti fin troppo.»
Subito dopo si sentì uno sbuffo, e Zayn ci raggiunse sorridendo come un idiota: «Ragazzi, che ne dite di andare a farvi un giro?»
«No.» rispondemmo io ed Harry all'unisono.
In risposta, Zayn ci prese il dietro della maglia e ci trasportò fino alla porta: «Fuori dalla minchia.»
Con uno spintone, ci fece cadere a terra oltre la parete. E, prima che questa si richiudesse, sentii qualcuno chiedere: «Ma che è successo a quella pianta?»
Harry si alzò immediatamente e prese la rincorsa buttandosi contro il muro, ma non successe nulla.
«Fanculo. - tirò un pugno alla parete - l'hanno bloccata.»
Si girò e iniziò a incamminarsi nel corridoio: «Quelli stanno architettando qualcosa su noi due.»
Mi alzai e lo rincorsi, sbuffando: «Ma dai? Non si era capito.»
Harry non mi ascoltò minimamente, e continuò a camminare indisturbato.
Mi guardai intorno, a disagio: «Ma dove stiamo andando?»
«Voglio uscire da questa casa.»
Aggrottai la fronte: «Siamo entrati dall'altra parte.»
«Non è vero.» sbuffò.
«Sì, invece.»
Si bloccò, e si girò verso di me: «Viola, si fa come dico io.»
Appoggiai le mani sui fianchi: «E perchè si dovrebbe fare come dici tu?»
«Perchè io sono il capo.» disse incrociando le braccia.
«E chi l'ha deciso che tu sei il capo?»
Tirò un profondo respiro per mantenere la calma: «Io.»
Sbottai: «E perchè?»
Ogni suo tentativo di calmarsi andò a puttane. «Perchè sono il capo!» gridò.
Aprii la bocca per ribattere, ma Harry mi interruppe con una mano: «Stai zitta, ti prego.»
Si girò e continuò a camminare, sussurrando: «Giuro che quando li becco...»
«Non è che vogliono drogarci?» spalancai gli occhi.
Ovviamente non mi ascoltò: «...gli strappo le viscere.»
«O magari ci vogliono uccidere!» continuai io, in panico.
Continuò a non ascoltarmi: «E li faccio crepare lentamente.»
«O ci sotterreranno nei loro giardini per concimare le loro piante di droga!»
«Poi li clonerò in diecimila esemplari...»
«Ah beh, ma sapranno che senza merda non si può concimare. Io sono stitica, quindi sono a posto.» constatai, rilassandomi.
«...Per poter uccidere con le mie mani ognuno dei loro diecimila cloni,»
«E poi mancheremmo a qualcuno. - mi bloccai e aggrottai la fronte - o almeno spero.»
«Tra le sofferenze più atroci. E poi...»
Harry continuò per altri interi quindici minuti a elencarmi dei modi per uccidere gli altri, nonostante io non lo stessi ascoltando minimamente.
D'un tratto si interruppe, e tornò indietro accigliato. Lo seguii con lo sguardo, mentre entrava in una stanza, e lo sentii dire: «Dio, questo cesso è fantastico. Nei tempi in cui ero stitico mi sarebbe sicuramente scappata.»
Entrai anche io nel bagno, superando Harry. Mi guardai intorno ammirata. Cristo, era davvero stupendo.
Proprio nel momento in cui stavo aprendo la bocca per dire a Harry di uscire per farmi provare a cagare in santa pace, sentii il rumore di una serie di bombardamenti. Mi girai, sussurrando: «Ma che cazzo...» ma l'unica cosa che vidi fu Harry sdraiato a terra con gli occhi chiusi.
Lo guardai.
Guardai l'anta della finestra spalancata.
Mi guardai intorno.
Poi guardai nuovamente Harry.
Aggrottai la fronte: «Minchia, che botta.»

The shit is the less problemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora