The punishment.

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Viola's pov.
«Ma tu guarda quella puttana.» sussurrai scuotendo la testa.
Ero in un corridoio da sola, appoggiata agli armadietti aspettando che qualche gramo cristo aprisse la sala delle punizioni. Ed ero appena uscita dalla mensa, perché quella guida vivente del kamasutra mi aveva appena scandalizzata. Io, Viola Hastings, ero stata scandalizzata. E non era una cosa da poco.
Questo non sarebbe mai capitato se non mi fossi trovata di punto in bianco nel corpo di Harry. Tirai un pugno sugli armadietti per il nervoso, per poi massaggiarmi subito la mano destra con una smorfia di dolore.
Appoggiai allora la fronte sugli armadietti, e tirai una leggera testata.
Dio, non ce la facevo più a stare in quel corpo di merda.
Altra testata.
«Ehi Harry!»
Essere un maschio era un incubo.
Altra testata.
«Harry?»
Poi essere Harry peggiorava il tutto.
Altra testata.
«Harry!»
Sbuffai infastidita. Ma chi era quel coglione che non rispondeva?
Oh porca troia, ero io Harry.
Mi guardai intorno, e il mio sguardo si posò su un ragazzo.
Liam.
Fra pochi secondi Liam James Payne sarebbe arrivato lì, fermamente convinto di avere di fronte il suo migliore amico.
«Ehi, amico.»
Neanche feci in tempo a guardarlo in faccia che mi arrivò una sonora pacca sulla spalla, la quale mi fece leggermente sbilanciare.
Ogni gramo cristo per salutare qualcuno direbbe semplicemente 'ciao', o un abbraccio, o il cinque, o altre stronzate varie, ma perché quelle minchia di sberle?
Maschi. Masochisti del cazzo.
Dopo aver sussurrato un 'ahi', rimasi a fissare quel dio greco in silenzio. Cosa dovevo dire? Di che minchia parlavano i maschi? Harry parlava solamente di tette, culi e porcate varie.
«E-ehi, Liam. Che...che ci fai qui?»
«Oh, niente. Ero in mensa, ma è successo un casino. Vedi...a quanto pare un ragazzo biondo con degli strani vestiti ha iniziato ad agitarsi, forse aveva mangiato qualcosa che non ha digerito, non so...brutta cosa, comunque.»
Un ragazzo biondo con degli strani vestiti...oh porca troia. Leeroy.
«E a te invece, che succede? Come mai stavi prendendo a craniate un armadietto?» aggiunse Liam.
«Oh no, nulla. Nulla di importante.»
«Harry, se c'è qualcosa che non va, io sono qui. Sono tuo amico.»
«Si...grazie Liam.»
«Posso fare qualcosa per te?»
Oh Liam, potevi fare di tutto per me. Feci spallucce: «Un abbraccio andrà più che bene.»
Liam ghignò: «Ma certo amico.» e mi strinse tirandomi, di nuovo, delle sonore pacche sulla spalla.
Troia eva. Stavo abbracciando Liam Payne.
Controllati Viola, controllati.
La mia mano, che era appoggiata sulla sua spalla destra, scivolò lungo la sua schiena, sempre più giù...quando Liam si staccò di colpo schiarendosi la voce: «Ok, amico. Ora...io vado...si. Ciao.»
«Ciao Liam.» lo salutai trasognata.
Lo fissai mentre si allontanava, e, all'ultimo momento, si girò: «Sicuro di stare bene?»
«Si... - mi schiarii la voce uscendo dal trance - si si, tutto ok.»
«O-ok. Allora...ciao.» Poi sparì dalla mia vista.
Mi strofinai gli occhi con la mano destra, e sussurrai: «Figura di merda numero due? Fatta. Harry mi ucciderà, ne sono sicura.»
«Viola Hastings!»
Dallo spavento gridai: «Oddio santissimo!»
Mi girai tenendo una mano sul petto, e vidi Harry che veniva verso di me: «Sai Viola, dobbiamo seriamente affrontare un discorso sulle compagnie che scegli di frequentare.»
Alzai le sopracciglia, incredula: «Io? Io devo stare attenta alle persone che frequento? Sai, io non ho come ragazza una troia ninfomane con le tette finte, che mi descrive per filo e per segno una posizione del kamasutra che va al di là di ogni capacità umana.»
«Tutto ciò che hai detto è un'enorme stronzata. Tranne per le sue tette certo, quelle sono davvero finte. E comunque ti consiglio di non sottovalutare le capacità umane, perché ti assicuro che io ho provato tutte le posizioni che sono state scoperte finora. Anzi, forse ne ho anche inventate un paio.»
Spostai lo sguardo con una smorfia di disgusto: «Sei rivoltante.»
Ghignò, per poi tornare serio: «Ma tu che stavi facendo qui?»
Sospirai appoggiando la nuca sugli armadietti: «Stavo aspettando che qualche pirlone venisse ad aprire questa cazzo di porta.»
«Ma questa porta è sempre aperta.»
«Fidati, non lo è.»
«Impossibile.»
Alzai lo sguardo e spinsi la maniglia della porta: «Non si apre, vedi? Non succede un cazzo!»
Appoggiò una mano sulla mia spalla: «Viola, calmati. Per forza non si apre, c'è scritto 'tirare'.»
Tirò la maniglia della porta, facendola magicamente aprire.
«Bene. Altra figura di...»
«...merda. A quanto siamo per adesso, tre?»
In teoria erano quattro, contando anche quella con Liam. Ma sarebbe stato meglio non dirlo, così mi limitai ad annuire.
Una volta entrati, mi diressi verso un banco in fondo all'aula decisa a sedermi, ma Harry mi fermò: «Fossi in te non lo farei.»
Mi girai seccata: «E perché no?»
«Lì ci ho trombato Angelina.»
Sbuffai schifata e raggiunsi quello davanti: «Neanche quello.»
«C'è un cazzo di angolo di questa stanza in cui non ti sei scopato qualcuno?»
«Beh si, c'è quello spazietto accanto al cestino.»
«Sei serio?»
Ghignò: «No, pirla. Questo banco non è contaminato se ti interessa.»
Indicò un posto di fronte alla cattedra, e andai a sedermi lì sbuffando. Poco dopo Harry si sedette accanto a me e appoggiò i piedi sul banco. Messa così sembravo una vera mafiosa, cavolo. Mancava solamente un gatto da accarezzare mentre dicevo 'ti farò un'offerta che non potrai rifiutare'.
I miei pensieri su 'il padrino', o nel mio caso sulla madrina, furono interrotti dalla provocazione di Harry: «Comunque sono simpatici i tuoi amici.»
«E la tua ragazza è davvero carina.»
«Oh, a proposito, tanto per sapere...che ti ha detto di tanto scandaloso?»
«Questo è fin troppo anche per te, credimi.»
«Oh, cavolo. Comunque non è la mia ragazza, è soltanto una delle tante con cui ho scopato.»
Sbottai: «Ma si può sapere quante ragazze ti sei scopato in tutta la tua vita?!»
«Sinceramente non so il numero...ma potrei elencarti quelle che mi ricordo. Allora, c'era Ashley, poi Alicia, Alexis, Alexandra, Astrid...»

«...Abbie, Adelaide, Agatha, anche un'Aleesha se non sbaglio, poi Abeba...»
«Abeba? Oh cristo, dove l'hai trovata? E poi, madre di dio, siamo qui da un quarto d'ora e non sei ancora passato alla b. Ti sei praticamente scopato mezzo mondo.»
Ghignò, e poi mi chiese: «E tu?»
Sospirai esasperata: «Io cosa?»
«Scommetto che sei vergine.»
«Non è vero.»
Spalancò gli occhi: «Davvero?»
«Sono nata a luglio, quindi sono cancro.»
Scoppiò a ridere: «Quando sei cretina. Immaginavo che non fossi seria.»
«Fanculo.»
«Comunque, quel Martel...»
Alzai gli occhi al cielo: «Marcel.»
«Si, fa lo stesso. Credo sia innamorato di te. Cavolo Viola, tu si che fai strage di cuori. Ti vedo bene con un nerd.»
Spalancai gli occhi: «Non dirmi che ti ha fatto vedere il fotomontaggio di me e lui sulla luna.»
Aggrottò la fronte: «Oh si, adesso che ci penso mi sembra di aver visto qualcosa del genere...sai, nella fretta di farmi vedere quella minchia di foto ha strappato tutto. E...il biondino? Quello che sembra un enorme cotton fioc?»
«Leeroy? Ti prego, non dirmi che si è messo a ballare.»
«Beh, se quegli strani movimenti possono essere considerati passi di danza allora si, ha ballato. E ha anche rischiato di mandare cinque persone in infermeria.»
Nascosi la faccia tra le mani. Dio, Leeroy.
«Ma tu sai che cosa si fuma quel ragazzo? Mi interessa, davvero.»
Gli lanciai un'occhiataccia, e continuò a parlare: «Invece la ragazza, quella con il debole per le angurie, com'è che si chiama?»
«Harper.»
«Si, Harper. Beh...mi sembra di aver capito che è una mia grandissima fan.»
Oh, cazzo.
Lo guardai attentamente negli occhi: «Che cosa ti ha detto?»
Scrollò le spalle: «Oh, nulla. Mi ha chiesto se giro per casa nudo, e in quel caso di invitarla assolutamente, e...mi ha anche accennato qualcosa sul fatto che io sia un bellissimo ragazzo, con degli occhi meravigliosi, due fossette carinissime, e un culo da...beh, in effetti il culo non me l'ha detto. Ma potresti completare tu la frase, non credi?»
Mi guardava.
Lo guardavo.
«Cazzo.»
«Cazzo, davvero. Ti ha sputtanata alla grande.»
Stavo per abbassarmi e scavare una fossa nella quale rinchiudermi per il resto della mia inutile vita, quando il professor Piton entrò senza dire una parola. Si diresse verso l'armadio accanto alla cattedra, prese due enormi libri rilegati in cuoio nero e li appoggiò rumorosamente, uno sul mio banco e l'altro su quello di Harry, il quale si ribaltò all'indietro, visto che aveva ancora i piedi appoggiati lì sopra.
Scoppiai a ridere accasciandomi sul banco, ma mi zittii subito quando Piton mi tirò una quadernata in testa: «Andate a pagina trecentonovantaquattro.»
Andai in fretta e furia alla suddetta pagina, per paura di ricevere un'altra quadernata.
«Styles. - disse Piton d'un tratto - Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?»
Spalancai gli occhi: «Un cosa, in un cosa?!»
Un'altra quadernata dritta in fronte: «Ignorante. Sapete qual è la differenza tra napello e luparia?»
Oh, questa la sapevo. Alzai la mano di scatto, ma Piton non mi degnò nemmeno di uno sguardo: «Nessuno dei due? Davvero deludente. Andate a pagine trecentonovantaquattro.»
«Ehm, professore...napello e luparia sono la stessa pianta, nota anche come aconito.»
Una terza quadernata di nuovo in fronte: «Sei per caso stato interpellato?»
«No, signore.»
«Bene.»
«Signore, posso farle una domanda?»
«No.»
Harry tentò di camuffare una risata, ma non passò inosservata al professore, che gli tirò una quadernata.
«Ti sta bene.» sussurrai, beccandomi un'occhiataccia da parte di Harry, e un'altra quadernata da parte di Piton.
«Lei ce l'avrà sempre con me, vero?» mi lamentai massaggiandomi il punto colpito.
Piton, impassibile, si girò verso di me: «Sempre.»*
Poi aggiunse: «Come antidoto alla vostra ignoranza voglio entro la fine dell'ora un tema lungo quattro facciate sulle caratteristiche del bezoar.»
«Che cosa?!» gridammo all'unisono io ed Harry.
Ecco l'ennesima quadernata per me, e la seconda per Harry: «Andate a pagina trecentonovantaquattro.»

*In Harry Potter e i Doni della Morte c'è una famosa battuta di Piton, in cui dice 'Sempre.' lol

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