The return of the Maga Gare.

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Zayn's pov.
Mi passai una mano nei capelli, agitato. Tra pochi istanti Harvey e Johnny avrebbero chiamato la stessa maga di cui Harry e Viola mi avevano parlato il giorno precedente. Ma il problema più grande era che era stata una mia idea, ecco perchè poco prima avevo chiesto al professore di distrarli.
Quindi, se per caso l'avessero vista, quei due mi avrebbero ucciso una volta per tutte.
Mentre stavo riflettendo su che fiori volessi sulla mia tomba, Liam si avvicinò a me: «Dì un po', com'è che si chiama questa maga?»
«Maga Gare.» risposi, nonostante l'avessi ripetuto per non so quante volte.
Liam aggrottò la fronte: «Ma perchè mi hai mandato a cagare?»
Lo fissai.
Poi scossi la testa: «No, amico, si chiama Maga Gare.»
«Oh.» spostò lo sguardo, sempre con la fronte aggrottata.
Mi girai verso Louis, che teneva il telefono all'orecchio: «Pronto? Maga Gare?»
Poi aggrottò la fronte, e continuò: «No no, non intendevo mandarla a cagare. No...signora, la prego non...sì, signorina, io...»
Johnny gli strappò il cellulare di mano, e mise in vivavoce: «Pronto?»
La maga rispose: «Ehi, che magia hai fatto per cambiare così in fretta la voce? Cavolo, sei più bravo di me.»
Silenzio.
Sentii Liam sussurrare a nessuno in particolare: «E questa qui dovrebbe essere la nostra ancora di salvezza?» seguito da Dinklage che gli tirò una gomitata nelle costole dicendo a denti stretti: «Zitto, è in vivavoce.»
Johnny continuò: «No Maga, sono io, Jenny.»
Oh, no. Ditemi che non era vero. Aveva sbagliato anche il suo nome. Oh, gesù cristo.
«Johnny? Sei tu?»
Ci fu un momento di silenzio, interrotto da Niall che sussurrava a Louis: «Ma come ha fatto a capire che era Johnny e non Jenny? Questa qui è proprio brava.»
Scorsi Liam aprire la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto da una gomitata di Dinklage.
«Comunque, - riprese Johnny - devi venire qui. Hai presente quei due deficienti, quel ragazzo che in realtà è una ragazza, e la ragazza che è un ragazzo?»
Silenzio.
Poi continuò: «Ma sì, quei due con i capelli.»
«Ah sì, ora ricordo! Potevi dirlo prima che avevano i capelli. Comunque sì, sono i miei unici clienti.»
Silenzio.
Johnny sorrise, come se non fosse successo nulla: «Bene, sono contento per te! Comunque ora hanno bisogno di aiuto. Puoi venire qui?»
«Ma certo, solo...ci metterò un po' di tempo.»
Prima che terminassero la chiamata, presi parola: «Mi raccomando, quando arriva cerchi di essere il più silenziosa possibile.»
Altrimenti Harry e Viola avrebbero potuto sentirla.
Ci fu un momento di silenzio dall'altra parte della cornetta, poi la maga riniziò a parlare: «Hai cambiato ancora voce?»
Minchia.
«No no, era Zeke.» spiegò Johnny.
Liam aggrottò la fronte: «E chi cazzo è Zeke?»
Dinklage tentò di dargli una gomitata, ma Liam si spostò in tempo guardandolo soddisfatto.
«Okay. Tranquillo Zeke, non volerà una vespa. Cioè...una mosca.»

Un minuto dopo si sentì il rumore di una serie di bombardamenti.
Ci abbassammo tutti di colpo, gridando: «Si salvi chi può!», mentre qualcuno urlò anche: «Zayn, smettila!»
«Ehi, io non sto facendo niente!» mi giustificai. Poi sussurrai, così che nessuno potesse sentirmi: «Per adesso.»
Non appena quel rumore assordante finì, nel laboratorio entrò una donna di colore tutta sorridente, vestita in velluto blu. Senza neanche dire una parola, questa appoggiò un cellulare sul tavolo lì accanto e si mise in posizione, pronta a ballare.
Non partì nessuna musica.
Silenzio.
La maga disse a denti stretti, sempre sorridendo: «Qualcuno potrebbe schiacciare il tastino del telefono?»
Liam sbuffò: «E non può farlo lei, visto che è magica?»
«Oh, fanculo.» La maga andò a riprendere il telefono.
Mi alzai da terra, e mi lamentai: «Non le avevo detto di non fare casino?»
Lei alzò le spalle: «Oh, ma io non ho fatto nulla.»
«Ah, no? E chi sarebbe stato?» alzai un sopracciglio.
Proprio nel momento in cui disse: «Lui.» nel laboratorio entrò un un omino alto un metro e un cazzo, con i capelli castano chiaro abbastanza lunghi e gli occhi celesti, che aveva l'aria da classico vù cumprà che sa parlare tutte le lingue tranne l'italiano. Portava una valigetta, i suoi vestiti erano in velluto blu, e notai un cartellino attaccato alla sua maglietta: 'Jackson.'
Jackson si fiondò subito verso gli altri, chiedendo: «Vuoi bracialeto? Vuoi oghiali?»
Quando venne il mio turno: «Spaco botilia?», gli appoggiai una mano sulla spalla e sorrisi: «No amico, io spaco botilia.»
Harvey ci interruppe: «Okay Michael, dopo ci occuperemo di te. Ora dobbiamo pensare a Lilla e a Potter, prima che mi distruggano la casa.»
Jackson aprì la valigetta, da cui la maga recuperò una sfera. La appoggiò sul tavolo e ci passò sopra la mano destra: «Ora bi dirrò esatamientes cossa fares.»
Louis sussurrò a Niall: «Ma è una formula magica?»
«Ma per quale fottutissimo motivo sta parlando spagnolo?» sbottai.
Alzò le spalle: «Non lo so, ci stava bene Banderas.»
Liam si buttò una mano sulla fronte, e disse incredulo: «Banderas.»
Sbuffai: «Possiamo continuare?»
La maga guardò attentamente la sfera, per poi strizzare gli occhi: «Cazzo, non ci vedo più. Jackson, vendimi degli occhiali.»
Jackson aprì la sua valigetta: «Di che colore?»
«Uh, questi sono carinissimi. E questi...no, questi fanno cagare. Senza offesa, Jackson. Questi...»
Liam piagnucolò: «Ma chi me l'ha fatto fare?»
«La prego, scelga un cazzo di paio di occhiali e andiamo avanti!» sbottai, per la seconda volta in soli cinque secondi.
La maga prese in mano un paio di occhiali rosa con le stelline blu: «Calmati, Zeke. Non c'è nessuna fretta.»
«I soldi me li dai dopo, vero?» le chiese Jackson.
La maga lo guardò per un momento, senza dire nulla. Poi sorrise: «Certo.»
Jackson iniziò a saltellare come un idiota mentre la maga tornava a guardare la sfera, assumendo espressioni diverse: prima rise, un momento dopo si accigliò, poi sorrise, le vennero gli occhi lucidi e infine tirò su col naso.
Tutto questo successe in massimo quindici secondi.
Nel frattempo, scorgevo Louis dietro di lei che osservava la sfera: «Ma tu vedi qualcosa?»
«Un bel cazzo di niente.» gli rispose Niall.
Poi la maga si tolse gli occhiali, e disse assumendo l'atteggiamento di chi la sa lunga: «L'altro giorno avevo detto a quei due cretini che cosa sarebbe successo, ma loro non mi hanno voluto credere. Sapete, la mia palla non mente mai.»
Liam sbuffò, per la ventisettesima volta nell'arco di due minuti: «E quindi?» mentre in sottofondo si sentì Niall: «La sua palla? Oh, io credevo fosse donna.»
«E quindi, - continuò la maga - l'unica cosa da fare è lasciarli da soli. Solo loro possono aggiustare le cose.»
Louis, con la fronte aggrottata: «E dove li trovano gli attrezzi?»
«Harry e Viola mi dovranno fare una statua.» sospirò esasperato Liam.
Mi rivolsi alla maga, lasciando perdere gli altri: «In che senso?»
Lei alzò gli occhi al cielo sospirando, e disse come se fosse una cosa ovvia: «Si piacciono.»
Silenzio.
Poi scoppiammo tutti a ridere.
«Lo sapevo che era un'idiota.» disse Liam tenendo una mano sulla pancia.
Tentai di respirare: «Quei due si odiano da quando erano ancora nelle palle dei loro padri.»
Jackson, ridendo come un cretino, si rivolse a Dinklage, che aveva le lacrime dal ridere: «Vuoi fazoleti?»
«No, porca puttana. Ti ho detto di no.» rispose il professore, sempre ridendo.
Niall era letteralmente piegato in due: «Ho appena scorreggiato.»
«Ma perchè stiamo ridendo?» Louis allargò le braccia, tutto rosso in faccia.
Harvey si rivolse alla maga: «Ciccia, sicura di non aver preso troppa coca?»
«Hugo, dovremmo farci un film su questa stronzata. Sai quanti soldi potremmo guadagnarci?» continuò Johnny, ovviamente sbagliando il nome del compare.
Una volta che riuscimmo a riprendere fiato, la Maga Gare tornò seria tutto ad un tratto e allungò una mano verso di noi: «Fanno quattrocento.»

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