The statement.

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Harry's pov.
Scesi dalla macchina di Zayn, seguito subito dopo da Viola: «Grazie per il passaggio, amico.»
«Figurati, Harry.» mi rispose il pakistano.
Sentii Viola agitarsi al mio fianco: «Sicuri che non volete stare un po' da noi?»
«No, davvero. Grazie lo stesso, Viola.»
Ghignai. Non voleva stare sola con me. Dio, ma che cosa temeva che le potessi fare?
Deglutì, e guardò il posto accanto al guidatore: «Tu Liam?»
Prima che Liam potesse rispondere, intervenni io: «No, Viola. Non viene neanche Liam.»
L'interpellato aggrottò la fronte: «Beh, a me sarebbe piaciuto. Insomma, ho i dvd di Toy Story nello zaino e...»
«Va bene, va bene. - Zayn lo interruppe - Ragazzi, noi andiamo. Buona giornata.»
Rimasi a guardare la macchina finchè non sparì all'incrocio e, anche da quella distanza, riuscii a sentire la musica tamarra che proveniva dall'interno.
Probabilmente Zayn aveva alzato il volume per non sentire le chiacchiere di Liam su Toy Story.
Scossi la testa e guardai alla mia sinistra per cercare Viola, ma notai che era corsa verso l'ingresso. La osservai cercando di non scoppiare a ridere, mentre tentava in tutti i modi di aprire la porta.
Quando la raggiunsi, non potei fare a meno di sghignazzare: «Aspetta, idiota. E' chiusa a chiave.»
Infilai le chiavi nella serratura e, non appena aprii la porta, Viola entrò in tutta fretta inciampando anche sul tappeto. Sfortunatamente riuscì a restare in piedi e si buttò a peso morto sul divano: «Finalmente è venerdì, non sarei riuscita a sopportare altri giorni di scuola.»
«Guarda che fra due giorni ricomincia.» precisai.
«Ma spero che qualcosa cambierà.» sorrise come un'ebete, alludendo allo scambio di corpo.
Mi sedetti accanto a lei e aggrottai la fronte, scherzosamente: «Perchè? Io mi trovo bene nel tuo corpo, riesco a cagare tranquillamente.»
«Non mi sembra che ti trovi così bene, guarda che occhiaie. Ma dai, manco non avessi dormito per tutta la notte.»
Beh, in effetti non avevo dormito un cazzo quella notte. Feci per dire qualcosa ma poi mi fermai, sbuffando.
Dio, se avesse saputo il motivo per cui non avevo chiuso occhio. Avevo passato tutta la notte a pensare a un modo per dirle che...beh, insomma...per dirle che non mi era indifferente, e ogni santissima volta mi sentivo un emerito idiota.
Oh, avanti Harry. Voglio dire, era riuscita Viola a dichiararsi, potevi benissimo farcela anche tu. Certo, lei quando me l'aveva detto pensava che fossi morto, però...
Basta Harry. Dovevi dirglielo, dovevi tirar fuori le palle. Beh, però era anche vero che in quel momento le palle non ce le avevo.
No, basta. «Viola?»
Si girò verso di me: «Sì?»
La fissai. O meglio, fissai me. Ostia, quanto ero bello. In effetti non sarebbe dovuto essere così difficile dichiararsi a una persona così sexy.
Ma non appena aprii la bocca per dire qualcosa, mi bloccai e la richiusi.
Mi alzai di scatto e iniziai a incamminarmi avanti e indietro, sussurrando di tanto in tanto un: «Avanti Harry, sei un uomo. Hai i coglioni? Bene, allora usali.»
Gesù, sembravo una bambina dell'asilo che aveva preso una cotta per il suo vicino di casa.
Riaprii nuovamente la bocca, ma la richiusi subito dopo.
«La smetti di fare così? Sembri un pesce.»
Certo che anche lei così non aiutava. Mi passai le mani sulla faccia: «E' che sto cercando di dirti una cosa.»
«Che cosa?»
Ero nella merda fino alle sopracciglia. Perchè era così difficile da dire?
Poi, mi venne in mente un'idea brillante. Spostai le mani, e la guardai. Se non riuscivo a dirglielo direttamente, almeno avrei potuto farglielo capire.
«Devo dirti una cosa.»
Alzò gli occhi al cielo e si guardò le unghie: «Quello l'avevo capito.»
«Senti, è difficile per me. Potresti anche farmi la cortesia di stare zitta.»
Cercò di ribattere, ma con il mio commento successivo riuscii a zittirla una volta per tutte: «Mi sono innamorato.»

Viola's pov.
«Mi sono innamorato.»
Sbattei le palpebre, frastornata.
Cazzo. Che colpo basso.
Sospirai demoralizzata. Lo sapevo. Succedeva ogni volta: appena mi piaceva qualcuno, si scopriva che era innamorato di qualche altra ragazza o che semplicemente non ricambiava. Una volta me ne capitò anche uno sull'altra sponda.
Ma che cos'avevo che non andava? Perchè non piacevo mai a nessuno?
Fu Harry a risvegliarmi dai miei pensieri masochisti: «Beh? Potresti anche dire qualcosa.»
«Mi avevi detto di stare zitta.» mormorai, non riuscendo a incontrare il suo sguardo.
Sbuffò, scocciato: «Era per dire.»
Silenzio.
«Viola?»
«Che cosa c'è?»
«Devi darmi un consiglio. Che cosa devo fare?»
Che cosa doveva fare con la ragazza di cui era innamorato? E lo chiedeva a me? Ma non capiva che così mi faceva solamente soffrire?
Sospirai: «Non lo so.»
Sbottò incazzato nero, senza un apparente motivo: «Dimmelo!»
A mia volta, sbottai incazzata nera: «Ma che cazzo ne so! Diglielo!»
«Gliel'ho detto!» continuò, sempre urlando.
«E che cosa me ne fotte! - ma non appena mi resi conto di ciò che aveva detto, assunsi un tono di voce normale - e che cosa ti ha risposto?»
Anche lui si calmò: «Diglielo.»
Aggrottai la fronte: «Ti ha risposto diglielo?»
«Sì.» sorrise dolcemente.
E che cazzo aveva da ridere? Cioè, lui si era dichiarato e lei aveva risposto 'Diglielo'? «Ma è idiota?»
Il sorriso di Harry sparì: «Dici sul serio?»
Io, se possibile, ero più confusa di prima: «Dico sul serio che cosa?»
«Sì, - mi guardò incredulo - è un'idiota. La persona più idiota che io abbia mai conosciuto.»
«E allora perchè ti sei innamorato di lei?» mi accigliai.
Si massaggiò le tempie: «Credimi, ho passato tutta la notte a chiedermelo.»
Silenzio.
«La conosco?»
Ghignò: «Oh, non immagini quanto.»
Oh, quindi conoscevo la puttana che mi aveva fottuto il ragazzo. E, stando a quanto aveva appena detto Harry, anche bene. Ma chi poteva essere?
«E' Harper?»
«E chi cazzo è Harper?»
Lo fissai, incredula: «Harper, la mia amica!»
Visto che continuava a non capire, continuai: «Quella che si veste di merda.»
«Oh, sì! Scusa. Comunque no, non è lei.» Beh, ci mancherebbe altro che ti innamorassi di una persona di cui non conosci neanche il nome.
Chi cazzo poteva essere? Azzardai: «Veronica?»
Sospirò esasperato: «No, assolutamente no.»
Ci pensai su un attimo, per poi spalancare gli occhi: «Non dirmi che è Leeroy.»
Anche lui sgranò gli occhi: «Oh Gesù Cristo Viola, no! Credimi, io sono la persona più etero a questo mondo.»
Tirai un sospiro di sollievo. Dio, almeno lui.
Poi, di punto in bianco, mi incazzai: «E allora chi cazzo è?!»
«Ma porca puttana, non riesci proprio a capire che sei tu?!»
Silenzio.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Aggrottai la fronte: «Ma io cosa? - poi urlai - che cosa c'entro io adesso? Perchè devi sempre darmi la colpa di tutto?!»
«Oh, che idiota.» si mise le mani fra i capelli, esasperato.
«Ma idiota cosa, sarai...»
Mi interruppe: «Viola, sei tu. Sei tu quella persona, quell'idiota che ogni volta che ride mi fa sentire bene, in estasi, come... - agitò una mano, impaziente - come se mi fossi appena drogato, ecco.»
Alzai un sopracciglio e lui continuò, questa volta con tono più dolce: «Quando mi guardo allo specchio e vedo te, mi viene voglia di...non lo so, di stringerti tra le mie braccia. Ed è abbastanza difficile, visto che non posso abbracciarmi da solo. - scosse la testa, come se non potesse credere a ciò che stesse dicendo - E questo mi fa star male. Non mi è mai capitato, non so che cazzo sta succedendo, io... - mi guardò - credo di essermi preso una bella malattia.»
Silenzio.
Lo fissai.
Poi, senza dire nulla, mi alzai e mi avvicinai a lui mettendogli una mano sulla fronte: «Ma bella forte.»

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