Capitolo 5

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<Testa di caz...>
<Ciao!> disse qualcuno alle spalle di Demet. Lei tenne a freno la lingua e si voltò verso il bambino.
Deniz la guardava con la testa rivolta all'insù, i grandi occhi celesti sembravano due gocce d'acqua limpida mentre la scrutavano attentamente.
<Ciao piccolo Deniz, come stai? Sei proprio carino!> cinguettò smielata la ragazza. Il bambino incrociò le braccia al petto e mise il broncio.
<Non mi piaci!> borbottò lui.
Demet alzò un sopracciglio e mutò espressione.
<Neanche tu!> trillò infastidita.
Il bambino gli fece una pernacchia, poi corse in soggiorno, lanciandosi sul divano. Demet alzò gli occhi al cielo e lo seguì, sistemando i cuscini caduti sul pavimento.
<Vuoi guardare un film?>
Deniz ci pensò, poi scosse la testa.
<Vuoi colorare?> propose allora Demet ma il bimbo negò ancora con la testa.
<Cosa vuoi fare allora?> borbottò lei, stizzita. Il viso di Deniz s'illuminò all'istante.
<Giochiamo con le costruzioni?> domandò lui, allegro, Demet accettò.
<Sono nella mia camera, le vai a prendere?>
<Valle a prendere tu!>
<Ma sei tu la babysitter!> esclamò il bambino, stendendosi sul divano e coprendosi il volto con un cuscino. Demet sbuffò e si alzò.
<Il bambino è insopportabile come il padre> borbottò lei quando fu lontana  da Deniz.
La casa era enorme e dall'arredamento moderno, dipinta da colori tutti troppo monotoni. Demet salì le scale e si ritrovò in un lungo corridoio  dalle pareti grigie impreziosite da molti quadri. Aprì diverse porte, riuscendo a trovare la camera di Deniz solo dopo il terzo tentativo. La camera del bambino era spaziosa ed accogliente; il letto era a forma di macchina, riempito da molti cuscini e peluche, sul tappeto rotondo c'erano sparsi alcuni giochi. Le librerie riempivano un'intera parete mentre le altre erano piene di poster colorati e mensole dove erano sistemati diversi ricordi. Demet osservò una foto: ritraeva Deniz e Can, erano al mare e sorridevano felici all'obiettivo. Ne osservò un'altro: erano a pesca e Deniz aveva in mano un piccolo pesce. In nessuna foto, però, compariva la madre. La curiosità di chiedere a qualcuno della madre assalì Demet, ma cercò di darsi un contegno. Non erano affari suoi e non doveva interessarsi di cose altrui.
Lei si avvicinò alle ceste dei giochi e cercò le costruzioni poi, una volta trovare, ritornò in soggiorno.
<Deniz sei pronto a giocare?> gridò lei, ma il piccolo non era lì.
<Deniz?!> strillò allarmata ma nessuno le rispose.
<No no no, tuo padre mi ucciderà!> borbottò lei, provò a cercare dietro il divano, poi in giardino. Arrivò a cercarlo perfino in cucina, stava per controllare dietro il bancone quando Deniz sbucò fuori, spaventandola.
<Hai trovato le costruzioni?> chiese lui con le guance piene. Era sporco di cioccolata sulla bocca e sulla maglietta c'erano tracce di briciole. Demet poggiò entrambe le braccia sul bancone e poggiò la testa su di esso.  Respirò a fondo, cercando di placare il battito accelerato del cuore dato dalla preoccupazione: non pensava che fare la babysitter fosse così complicato.
<Sono in soggiorno, andiamo a giocare?> propose lei, una volta riuscita a calmarsi. Il bambino sorrise, poi corse in soggiorno. Demet si fermò in cucina e sistemò il barattolo di biscotti posto sul pavimento e pulì il piano. Poi seguì Deniz.
Il pomeriggio passò fra costruzioni e macchine. Demet e Deniz costruirono una piccola città e inventarono una storia con i vari pupazzi che avevano a disposizione.
<Ho fame!> borbottò il bambino, distruggendo il tetto di una casa e mettendo il broncio.
<Deniz, hai già mangiato i biscotti!>
<Ti prego!> disse lui, facendo gli occhi dolci e allungando la o alla fine della frase. Demet cercò di non intenerirsi ma non ci riuscì.
<Va bene piccolo Deniz, ma potrai mangiare solo un biscotto> disse lei, scompigliandogli i lunghi boccoli biondi.
<Tre!>
Che peste che è! Pensò Demet.
<Due!>
<Va bene!> asserì Deniz poi porse la mano a Demet <papà dice sempre che un contratto si firma con una stretta di mano, stringila!>
Demet afferrò la sua mano piccola e Deniz gliela strinse poi la condusse in cucina.
Il bambino prese la scatola dei biscotti e ne addentò uno, gustandolo. Demet sorrise poi prese anche lei un biscotto.
<Non sono molto buoni questi biscotti!> disse Demet, provocando il bambino.
Lui alzò le spalle. <A me piacciono!>
<Un giorno porterò la ricetta dei biscotti che mi faceva sempre mia nonna quando era piccola. Potremmo cucinarli insieme> propose. Il bambino sorrise e corse ad abbracciare la ragazza. Demet rimase immobile poi ricambiò l'abbraccio, accarezzandogli la schiena.
<Siete qui! Vi stavo chiamando ma nessuno mi rispondeva...> disse Can, osservando la scena. Bulut alzò la testa, incontrando il padre.
<Papà!> gridò poi corse da lui. Can lo prese in braccio e Deniz gli circondò le braccia al collo.
<Ecco qui il mio campione! È andata bene con la nuova babysitter? > Can lo poggiò a terra e gli scombinò i ricci. Denis si sistemò il ciuffo e sorride.
<Mi piace molto Demet!> cinguettò lui, osservando la ragazza e sorridendole.
<E tu piaci a me!> rispose lei, facendogli l'occhiolino.
<Deniz perché non vai in soggiorno e accendi la tv? Fra poco inizierà il tuo cartone preferito!>
<Corro!> rispose lui, sparendo dalla cucina. Un attimo dopo era di nuovo in cucina e correva verso Demet.
<Ciao! Ti voglio bene! Ci vediamo domani!> trillò poi si dileguò in soggiorno.
<È andata bene?> chiese Can, avvicinandosi a Demet. Le sistemò la scatola dei biscotti e si voltò. Fece un passo indietro, Can era troppo vicino, poi rispose: <Molto, Deniz è un bambino stupendo!>
<Grazie, devi esserle piaciuta tanto. Di solito le altre babysitter non arrivavano a fine giornata> disse lui, prendendo un bicchiere e versandosi dell'acqua.
<Perché?>
<È una storia complicata...> chiuse il discorso lui, risoluto.
Demet annuì poi osservò l'ora, erano le sei e il sole stava tramontando, oscurando il cielo. Nilüfer sarebbe rientrata a momenti da lavoro e avrebbe ordinato la cena; il martedì sera compravano sempre il cibo nel loro locale preferito.
<Io andrei a casa...>
<Ti auguro buona serata Demet!>
<Anche a lei signor Can>

HOLIDAY canto d'amore [Can Yaman e Demet Özdemir ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora