Capitolo 15

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<Sono in ritardo, la sveglia non ha suonato!> borbottò agitata Demet, infilando le spalline del vestitino che aveva deciso d'indossare. Nilüfer la guardava divertita e le passò le scarpe.
<Quindi tu e Can uscite insieme? > squittì l'amica, con aria sognante. Demet la guardò attraverso il riflesso dello specchio.
<No, Nilüfer, ti ho già spiegato che accompagneremo Deniz alla gita scolastica estiva. Andremo allo zoo>
L'amica sbuffo. <La mia idea era più romantica>
Demet rise e dipinse le sue labbra di un rosso sangue che si abbinavano perfettamente alle ciocche di capelli.
Era pronta: prese frettolosamente la borsa e uscì dal portone. Davanti ci trovò un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi verdi. Camminava avanti e indietro con fare nevrotico. Demet lo sorpassò e montò in sella della sua moto. Corse più del dovuto sulla strada ma riuscì ad arrivare in tempo.
Deniz l'aspettava in soggiorno, era seduto sul divano e stava giocando con il suo pupazzo. Appena vide Demet i suoi occhi brillarono. Il piccolo aspettava questa gita da giorni ormai e non vedeva l'ora di passare del tempo con suo padre e la sua migliore amica.
<Deniz, dov'è il signor Can?> chiese Demet, allungando lo sguardo in tutte le direzioni. Deniz indicò il piano superiore.
<Sta rispondendo ad alcune chiamate di lavoro>
Demet annuì, pensierosa, poi osservò Deniz.
<Demet, bisogna preparare il pranzo al sacco. Mi aiuti?> chiese lui, abbracciando l'amica. Lei annuì e afferrò la sua piccola manina paffuta. Insieme andarono in cucina dove prepararono vari panini con insaccati e della frutta tagliata. Fecero rifornimento di acqua e barrette al cioccolato e misero tutto nei due zaini che si sarebbero portati. Nel frattempo Can raggiunse i due.
Demet e Can si guardarono in silenzio sotto lo sguardo incuriosito di Deniz. Non si erano più visti dopo l'arrivo di Özgür. Demet aveva chiesto una giornata libera e Can gliela aveva concessa. Entrambi avevano bisogno di tempo per schiarirsi le idee. I loro piani erano stati turbati in poco tempo: prima Can e Demet stavano parlando del loro amore, dopo era arrivato Özgür. Il tempismo aveva bruciato le loro parole ed ora la situazione era imbarazzante.
<Buongiorno Demet>
<Buongiorno signor Can>
Quest'atteggiamento formale ferì entrambi. I due distolsero lo sguardo e si concentrarono su altro. Deniz osservò i due poi prese prima la mano di Demet, infine quella del padre e la strinse forte. I due gli sorrisero e insieme si avviarono in macchina.
<Aspettate! Ho dimenticato il mio cappello. Vado in camera a prenderlo> disse Deniz. Can e Demet si sistemarono in auto. Il silenzio era fastidioso e rimbombava nell'auto. Can tamburellò le dita sul volante e cercò di riordinare i pensieri.
<È tutto così complicato> sospirò Demet, osservando la strada di fronte il parabrezza. Can strinse più forte il volante.
<Il tempismo non è stato dei migliori> rise lui. Era una risata forzata, aspra. Demet annuì, non sapeva più cosa dire.
Il momento imbarazzante fu spezzato dall'arrivo di Deniz.
<Ho preso questo!> disse il piccolo, fiero del suo cappellino.
<Sei molto bello> disse Demet, sorridendogli dallo specchietto retrovisore. Lui lo ringraziò e Can partì.

La giornata era rovente ma un leggero venticello fresco alleviava il caldo insopportabile. Lo Zoo gremiva di persone e bambini. In sottofondo i versi degli animali incuriosivano i piccoli. Deniz prese la mano di Can e Demet e insieme varcarono l'ingresso colorato. Cercarono la maestra e il resto dei bambini accompagnati dai genitori e li trovarono al fianco al bar.
<Deniz!> gridò una bambina dai lunghi ricci biondi. La piccola si avvicinò al bambino e lo prese per mano. Lui invece, le diede un bacio sulla guancia. Si allontanoro verso il gruppo, mano nella mano, correndo in modo buffo.
<Chi sarebbe quella bambina?> chiese Demet, raggiante.
Can rise. <È la sua fidanzatina>
<Non ridere, sono dolcissimi!> squittì Demet poi, però, anche lei iniziò a ridacchiare.
La maestra chiamò tutti verso di lei e iniziò a spiegare il percorso che avrebbero intrapreso. Deniz si voltò verso Demet e gli indicò la bambina al suo fianco. Lei alzò il pollice all'insù e gli mandò un bacio volante. Lei si sentì osservata: i genitori dei bambini osservavano lei... O meglio lei e Can.
Quando tutti iniziarono a seguire la guida, Demet fermò Can.
<Come mai tutti i genitori ci guardano come se avessimo tre occhi e cinque braccia?>
<Sono abituati a vedermi da solo e non sono mai stato un tipo molto socievole. Scambio giusto qualche parole con la mamma della fidanzatina di Deniz>
<È invece oggi ti hanno visto con me. Deniz ci unisce sempre ecco perché sono curiosi di noi!> pensò ad alta voce la ragazza. Can annuì.
<Come sta Özgür?>
Calò il silenzio fra di loro. Demet sbatté ripetutamente le palpebre, non capendo il perché di quella domanda tanto scomoda.
<Sta bene, domani ci sarà una piccola festa per festeggiare il suo risveglio>
<E tu come stai?>
<Non so. Tu?>
<Non so.>
<Sono così confusa, Can. Questa notte ho sognato il nostro primo incontro. Il destino ci ha fatto conoscere ed ora quest'ultimo ci ha separati>
La mente di Can rimembrò quel momento. I ricordi inebriarono l'uomo e un sorriso sincero comparve sul suo volto.
<Ecco, vedi, questa è stata la mia reazione quando mi sono svegliata. Un sorriso sincero e felice, la testa piena di splendidi ricordi e gli occhi innamorati>
I due iniziarono a camminare lentamente. Incontrarono le giraffe ed osservarono ammaliati gli animali dal collo lungo.
<Tu lo ami ancora?>
<Non lo so. L'ho baciato> sussurrò Demet, voltandosi verso Can. Lui rimase in silenzio e osservò i lineamenti contratti sul volto di Demet. Strinse il pugno e lo riaprì un paio di volte. Era arrabbiato ma cercò di nascondere l'animo ferito. Non aveva mai visto Demet così. Era spaventata, confusa. Lei che sempre era sincera e sicura, stava vacillando. La colpa, disse Can, era la sua e di Özgür. Demet era divisa fra passato e futuro e, qualsiasi cosa sceglierà di fare, porterà ripercursioni nella vita dei tre.
<Demet, sei solo confusa. Come me, come Özgür>
<Odio essere confusa, mi fa sembrare debole e fragile. Non mi piace> borbottò lei, sbattendo il piede sul pavimento. Can le prese la mano e scintille d'adrenalina elettrizzarono ogni centimetro dei loro corpi. Gli occhi di Demet si persero in quelli di Can provocando brividi di piacere. Can accarezzò la mano di Demet, poi sistemò una ciocca ribelle dietro l'orecchio della ragazza. Lui sfiorò la sua guancia morbida e lei chiuse gli occhi. Erano vicini e il profumo di lei invase le narici di Can. L'aroma era pungente, proprio come la personalità di Demet.
<Nella vita, a volte, è normale sentirsi deboli, fragili, e avere paura. Anche io, in questo momento, ho paura. Il futuro con te è incerto, Demet, e tu hai aiutato me e Deniz a migliorarci. Lui è più tranquillo ed io ho ritrovato la felicità che per molto tempo avevo perso. Ed ora ho paura che tutto torni come prima.> sospirò Can, Demet si commosse nel sentire quelle parole. Anche lei si sentiva diversa, una versione migliore di sé, dopo aver conosciuto Can e Deniz. Non voleva rinunciare a loro, alla persona che stava diventando.
<Stavamo progettando il nostro futuro, eppure il passato è tornato a farci visita. Ma lei mie questioni in sospeso sono tornate. Questa è la mia resa dei conti, Can, ed io sono ad un bivio.
Passato o futuro?>

HOLIDAY canto d'amore [Can Yaman e Demet Özdemir ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora