Capitolo 26

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Il cielo uggioso minacciava pioggia mentre il vento ululava come un lupo alla luna. Era mattina presto eppure sembrava l'ora più buia della notte. Demet stirò con le mani le pieghe della sua gonna stretta e si guardò allo specchio. Sembrava più grande con la camicetta bianca candida e la gonna nera che le arrivava fin sotto il ginocchio. Indossò un semplice tacco nero poi si avviò nella camera di Deniz.
Era passato un mese ed oggi ci sarebbe stata la sentenza in tribunale. Era agitata, eccome se lo era, ma cercò di mantenere il controllo e il sangue freddo. Non voleva preoccupare Can, colui che più di tutti stava rischiando.
Demet era sempre stata al suo fianco, anche nei momenti bui, dove la sua speranza vacillava. In questo mese Deniz aveva passato del tempo con la madre e, al contrario, Sanem aveva vissuto con suo padre. Can era spaventato all'idea di lasciare suo figlio con Sevim e più volte aveva pensato di non portarlo dalla madre. Demet, però, era sempre riuscita a fargli cambiare idea. In questo mese dovevano essere impeccabili, la famiglia perfetta.
Alla fine non si erano più sposati e spesso Demet osservava nostalgica il dito dove Can le aveva fatto indossare l'anello.
<Papà> chiamò Deniz. Deniz osservò la scena sulla soglia della camera del bambino. Can era seduto sul pavimento e stava aiutando Deniz ad indossare la camicia. Aveva il volto sereno ma Demet sapeva che stava morendo di preoccupazione dentro.
<Dimmi>
<Non ho capito dove andiamo. Mangiamo con mamma e Sanem?> chiese Deniz, ingenuamente. Can osservò il suo volto confuso e gli accarezzò la guancia.
<Andremo in un posto. Tu però dovrai stare in silenzio finché non ti chiameranno. Poi risponderai a delle domande>
Deniz sbuffò, incrociò le braccia al petto e mise il broncio. <Uffa, ma io non voglio andare a scuola!>
Can rise. E anche Demet!
La ragazza bussò alla porta ed osservò Deniz. Indossava un jeans scuro ed una camicia bianca. Demet prese la sua giacca e l'aiutò ad indossarla.
<Andiamo?> chiese Demet, poggiando la mano sulla spalla forte di Can. Lui annuì e strinse le sue dita.
<Andiamo>

Fuori il tribunale, ad aspettare Can, Demet e Deniz, c'erano Bulut e Nilüfer. Quest'ultima avrebbe affiancato la famiglia così da ottenere la custodia di Sanem.
<Buongiorno tesoro!> trillò Nilüfer, lasciando la mano di Bulut e abbracciando l'amica. I loro cuori battevano forte. Erano agitati, tutti erano agitati. <Devi stare tranquilla, riusciremo a vincere la causa>
<Promettimelo Nilüfer. Non posso immaginare un epilogo differente> cantilenò Demet. Nilüfer le asciugò la lacrima che scivolava sul volto dell'amica e le prese le mani.
<Te lo prometto. Sarete insieme, uniti per sempre dall'amore>
<Stanno arrivando> sussurrò Bulut, osservando l'auto nera ferma di fronte alla strada. Sevim scese dall'auto, sistemandosi il vestitino. Sanem la seguì. Era bellissima nel suo vestitino a fiori e con un grande fiocco ad avvolgere i suoi capelli.
Özgür prese in braccio la piccola e Sevim strinse la sua mano. Passarono di fronte al gruppo e la donna fulminò con lo sguardo Demet, sorridendole maleficamente. Demet sostenne il suo sguardo di fuoco poi anche loro entrarono.
Di fronte al giudice, un uomo alto e dai capelli bianchi come la neve e gli occhi glaciali come il ghiaccio, tutti si sentirono piccoli e impotenti.
L'udienza iniziò e tutti si alzarono all'impiedi.
<Siamo qui oggi, per discutere dell'affidamento dei giovani Deniz e Sanem da parte di due nuclei familiari. Iniziamo...>
Il primo argomento toccato fu il matrimonio. Era ovvio a tutti che, se la coppia fosse stata sposata, era già un passo avanti, perché avrebbe dato un senso di protezione per i bambini. Sevim sorrideva verso Demet, ricordandosi come aveva rovinato il suo noioso matrimonio. Demet invece, sorrideva per la piccola sorpresa che avrebbe servito alla donna.
Turan infatti, dopo essere fuggito ed averlo rincorso come in un film d'azione pieno d'adrenalina, aveva svuotato il sacco. Özgür e Sevim non erano sposati. E il pezzo di carta che avevano in mano era un falso.
<A quanto vedo, i signori Sevim e Özgür sono sposati. Potreste dirmi come vi siete conosciuti?>
Sevim si alzò in piedi <Certo signor giudice. Era una splendida giornata ed io stavo passeggiando per il lungomare quando ad un tratto il mio tacco si è rotto e mi sono slogata la caviglia. Lì ho incontrato per la prima volta mio marito. Mi ha aiutato ad arrivare a casa e, il giorno dopo, l'ho cercato per tutta Istanbul per ringraziarlo dell'aiuto. È stato amore a prima vista> sussurra infine, accarezzando la guancia di Özgür. Il giudice annuì e si rivolse a Can e Sanem.
<Voi invece? A quanto vedo convivete ma il matrimonio che avevate richiesto è stato poi annullato>
<Si signor giudice ma non per volere nostro> rispose pacata Demet, affilando lo sguardo verso Sevim. Nilüfer ammonì Demet con lo sguardo. Doveva rimanere calma e far parlare lei. Lei che in prima persona era stata coinvolta come avvocato.
<Signor giudice, ho fra le mani una prova che rivelerà che il matrimonio fra i signori Sevim è Özgür è nient'altro che un inganno> intervenne Nilüfer, sostenendo lo sguardo con il giudice. Sevim battè il pugno sulla scrivania e si alzò agitata.
<Signor giudice obiezione!>
<Silenzio, lei non ha l'autorità di farlo> gridò il giudice e l'avvocato di Özgür e Sevim intervenne. <Obiezione respinta, prosegua signora Nilüfer>
<Volentieri signor giudice. Facciamo entrare il signor Turan Aslan>
Sevim impallidì.
Turan entrò affiancato da delle guardie. Era ormai dietro le sbarre da un mese e per lui quell' uscita di cella sembrava una gita in un parco divertimenti. Si mise seduto e giurò di dire solo la verità. Sorrise a Sevim. Se lui aveva perso, anche lei doveva perdere.
Raccontò la verità, sotto lo sguardo sollevato di Can e Demet e quello arrabbiato di Sevim.
<Questa vostra bravata compromette tutta la sentenza, signori...> disse il giudice. L'avvocato di Sevim balzò all'impiedi, puntando il dito contro Demet.
<Parliamo piuttosto della signora Demet. Una persona violenta che ha aggredito fisicamente e vermantente la mia cliente, Sevim, la madre dei bambini>
Questa storia non doveva uscire fuori, Sevim l'aveva promesso a Can. Eppure per lei questo era l'unico modo per poter acquisire la custodia dei bambini dopo la figuraccia del matrimonio.
<obiezione!> gridò Nilüfer ma il giudice la congedò con un gesto di mano. <Prego, prosegua...>
Un video venne mostrato al giudice. Can ribolliva di rabbia. Odiava sentir aggettivare Demet come violenta. Nessuno però era impreparato e Nilüfer sorrise beffarda verso l'avvocato nemico.
<Signor giudice, se la mia cliente ha reagito così è solo per via dell'atteggiamento tenuto da Sevim. La mia cliente ha sbagliato ma le azioni che ha subito sono gravi. E, a questo punto, vorrei chiamare a testimoniare una persona, colui che è stato chiamato per spaventare la mia cliente>
Can e Demet, grazie al fiuto investigativo di Bulut, avevano creato uno dei due ragazzi che aveva rapito Demet. Era bastato un'occhiata minacciosa di Demet per ottenere la sua parola di fronte al giudice. Un borbottio generale invase la stanza. Il giudice chiamò il silenzio poi si rivolse ai bambini.
<Piccoli, accomodatevi su quelle sedie per piacere.>
I bambini si guardarono e incrociano le braccia al petto. <Noi non siamo piccoli> sbottarono insieme, prendendosi per mano e sedendosi dove il giudice aveva indicato. Deniz e Sanem un tempo sconosciuti, erano diventati amici, complici di guai. Erano fratello e sorella e si comportavano come tali. Erano felici di passare il tempo insieme e si divertivano molto.
<Deniz, come ti trovi con il signor Can e la signora Demet?> chiese l'uomo al bambino. Lui non esitò a rispondere. <Benissimo. Sono gentili e si comportano bene con me. Anche se papà non mi permette di mandare le caramello prima di andare a letto, io gli voglio bene. E Demet è la mia migliore amica, mi piace taaaantissimo> trillò entusiasto il piccolo, allargando le braccia così da mostrare al giudice quanto volesse bene alla sua famiglia. L'uomo sorrise e fece la stessa domanda alla bambina.
<Io sono sempre stata sola perché mamma lavora. Poi è arrivato Özgür. È bravo con me e mi tratta bene>
<Deniz, e con la signora Sevim e il signor Özgür come ti trovi?>
Questa volta il bambino ci pensò. <Sevim è strana. Ma Özgür è premuroso>
<Deniz, cosa intendi per strana?>
<Io e Sanem abbiamo sentito una sua conversazione. Ha detto che se fossi andato a vivere con lei anche Papà sarebbe venuto da noi. Come una famiglia>
Sanem annuì, avevano sentito la madre al telefono pochi giorni prima dell'udienza.
Tutti gli occhi vennero puntati su Sevim. Il suo sguardo era glaciale e il mento puntato all'insù, segno che non voleva cedere. Doveva ottenere la custodia ad ogni costo.

Tutti vennero richiamati ed entrarono nella stanza. Il giudice aveva già preso posto dopo aver deciso il verdetto.
<L'affidamento di Sanem e Deniz, dopo un'attenta analisi e valutazione dei fatti, viene dato al signor Can e alla signora Demet. Pertanto Sanem è Deniz vivranno con suo padre ma continueranno, ove voglia la signora Sevim, ad incontrare la loro madre biologica>
Il colpi secchi del martello misero la parola fine a questa vicenda. Can e Demet si abbracciarlo no entusiasti e lei non riuscì a non piangere. Deniz corse da loro e Can lo prese in braccio. Sanem invece, confusa da questa situazione, impiegò più tempo ad avvicinarsi ai due. Demet le prese la mano e lei, esistante, si avvicinò a Can e Deniz.
<È una situazione nuova, spaventosa e a tratti difficile. Ma la supereremo insieme Sanem, va bene?> sussurrò Denet alla piccola, lei annuì e si buttò fra le sue braccia.
Sevim osservava tutta la scena con disprezzo. Non si muoveva e gli occhi rabbiosi erano puntati su Demet. Özgür le toccò il braccio e lei sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri. Schiaffeggiò la mano dell'uomo al suo fianco e uscì dall'aula, sbattendo la porta. Non poteva crederci. Demet si era presa il suo uomo, i suoi due figli e tutto l'amore che lei bramava a tutti i costi. La odiava, la odiava così tanto.
Aveva però un piano di riserva e l'ultimo colpo che avrebbe sferrato contro Demet sarebbe stato quello decisivo.

[Buongiorno.
Questo è il penultimo capitolo del libro ed ho deciso di pubblicarlo oggi. Ho già scritto l'ultimo capitolo che verrà pubblicato domani e, domenica, pubblicherò l'epilogo di questa storia.
Grazie del sostegno!]

HOLIDAY canto d'amore [Can Yaman e Demet Özdemir ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora